Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 13/04/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
I coccodrilli non piangono nemmeno più. Fruttero e Lucentini, Il cretino in sintesi.
Le armi parlano. Il modo come uccidono, come vengono impiegate, in che situazioni e quando, è il linguaggio che ci racconta la guerra dal suo lato più intimo: le ragioni di chi uccide e per cosa lo fa. [???]. Lucia Annunziata, La Stampa.
Chi non sa comunicare, o comunica male, in un codice che è solo suo o di pochi, è infelice, e spande infelicità intorno a sé. Primo Levi, L’altrui mestiere.
Anche contro la volontà dell’Ucraina, l’Ucraina deve far parte della Russia…. Possiamo fare una previsione precisa, cioè che resteremo in Ucraina per trenta-quarant’anni, fino a quando questa malattia non sarà debellata dalle radici… Non ci dovranno più essere simboli nazionali ucraini. Stanno sventolando le bandiere russe… [Anzi sventola] il simbolo della vittoria: la bandiera dell’Unione sovietica… Stiamo conducendo una denazificazione, e tutti quei «banderiti» [da Stephan Bandera, leader antibolscevico dell’Esercito Insurrezionale Ucraino nel 1942] che scappano verso i paesi della Nato non potranno più tornare nel territorio del paese attualmente chiamato Ucraina. È solo tagliando le teste che si fa la denazificazione. Dibattito alla tv russa (La7).
Le immagini dei massacri sono cicatrici per la vita. Restano nella memoria, come sulla pelle, finché si campa. […] Quanti decenni ci vorranno per cancellare le foreste di sacchi neri dai nostri ricordi? Gianni de Felice, Italia Oggi.
Chi capisce qualcosa di politica internazionale sa che gli Stati Uniti sono un violento stato canaglia che fa quello che vuole. Se al Cremlino ci fosse un uomo di stato abile e lungimirante, avrebbe cercato un compromesso con Germania e Francia. Ma Putin e il suo entourage non hanno questa visione e capacità di leadership e hanno preso le armi. Putin ha servito agli Stati Uniti sul piatto d’oro il più grande regalo immaginabile: potenze come Germania e Francia ora sono del tutto assoggettate agli USA. Noam Chomsky, Real News Network.
[Chomsky?] Fu nel febbraio del 1967 – bang! – che C. partì a razzo stigmatizzando il ruolo dell’America nella guerra vietnamita in un saggio dal titolo La responsabilità degli intellettuali. La New York Review of Books, l’organo d’informazione più à la page della nuova sinistra negli anni del Vietnam, lo pubblicò come supplemento speciale. Dal primo all’ultimo paragrafo, si accaniva contro i governanti «capitalisti» degli Stati Uniti, la loro stampa supina, i loro intellettuali ora apatici, ora remissivi. Era la voce di un dio furente che faceva piovere fuoco e zolfo sui responsabili [diretti e indiretti] dei «più inenarrabili delitti della storia». Tom Wolfe, Il regno della parola.
Nessuno ha pianificato il sistema capitalista globale, nessuno lo dirige e nessuno è in grado di capirlo davvero. Questa è una constatazione che offende particolarmente gli intellettuali, perché il capitalismo li rende superflui. Peter Saunders (Matt Ridley, L’ottimista razionale).
Un imprenditore veronese, in visita a Mosca, a chi gli magnificava la Russia come il paradiso in terra, obiettò: «Non credo che in cielo ci sia il filo spinato per impedire alle anime di scappare». Stefano Lorenzetto, L’Arena.
Noi italiani possiamo serenamente porci alcune domande: il Tap (il gasdotto che avrebbe portato nella penisola il gas dell’Azerbajian) nei cui confronti il Movimento 5 Stelle s’è duramente schierato chi avrebbe danneggiato? Di certo non noi italiani che ne stiamo felicemente usufruendo. Chi favoriva l’opposizione grillina alla ricerca e all’estrazione di petrolio e gas in Adriatico? Chi se non il fornitore unico russo? Domenico Cacopardo, Italia Oggi.
Nel sacro nome della Resistenza, all’Anpi si è perdonato di tutto. […] Ma il manifesto del prossimo 25 aprile è imperdonabile e lascia intendere che il problema dell’Anpi sta diventando la sua P. Nessun cenno all’invasore Putin, che se non è un fascista, di certo gli assomiglia. Una citazione monca dell’articolo 11 della Costituzione, «l’Italia ripudia la guerra», dimenticando di aggiungere «come strumento di offesa», e arrivando così all’assurdo di ripudiare anche quella di Liberazione. [Infine] la gaffe delle bandiere: simil-italiane ma in realtà ungheresi, omaggio inconscio a un altro politico di estrema destra, Orbán, amico caro dell’aggressore russo. Alla fine, l’unica cosa azzeccata del manifesto resta la sigla Anpi, purché la si declini in modo più veritiero: Associazione Nazionale Putiniani d’Italia. Massimo Gramellini, Corsera.
Che sinistra è una sinistra che non è solidale con un popolo aggredito e che non cerca di aiutarlo in tutti i modi? Sergio Cofferati (Carlo Valentini, Italia Oggi).
Zurigo. Christoph Berger, responsabile a livello federale delle vaccinazioni, è stato sequestrato da un esponente No-Vax. La vicenda si è conclusa in tragedia quando il rapitore, un cittadino tedesco di 38 anni, è stato ucciso dai reparti speciali della polizia. Con lui è morta nella sparatoria la sua compagna, una ventottenne svizzera. Oltre a sostenere tesi No-Vax, il rapitore era un terrapiattista, ovvero un aderente al movimento Flat Earth, che contesta la tesi secondo cui il nostro pianeta sia un globo, e che sostiene, tra le altre cose, teorie complottiste quali la negazione degli attentati dell’11 settembre, la produzione artificiale dei terremoti e la presenza degli alieni tra di noi. Franco Zantonelli, la Repubblica.
Si chiamano «Fronte di liberazione nazionale». Il simbolo è un cerchio rosso su sfondo nero. Sono un gruppo di collaborazionisti filo-russi e l’altro giorno erano in piazza a La Spezia a manifestare a favore di Putin […] In mezzo allo struscio e allo shopping, tra famiglie, gruppi di giovani e passanti dall’aria sbalordita, si sono messi sotto un gazebo sul quale sventolava la bandiera della Russia. Paolo Berizzi, la Repubblica.
Darwin era umile e modesto esattamente nello stesso modo in cui lo era il tenente Colombo. Sa fin da principio chi è il colpevole e qual è la verità, e preferirebbe che i malvagi si impiccassero da soli con tutta quell’arroganza e quello sfoggio di sicurezza mentre lui se ne va in giro col suo impermeabile, grattandosi la testa e dicendo: «Ah, senta, Reverendo Snodgrass, solo un’altra cosa… Circa quella faccenda della terra vecchia seimila anni…» Adam Gopnik, Il sogno di una vita.
Solo un vero saggio può riconoscere un vero pazzo. Roberto Gervaso.
Diego Gabutti