L'Anpi insiste: no alla guerra. E strumentalizza il 25 aprile Cronaca di Avvenire, commento di Massino Gramellini
Testata:Avvenire - Corriere della Sera Autore: A.Pal. - Massino Gramellini Titolo: «Anpi criticata per manifesto 'anti-guerra' - Il Caffè»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 12/04/2022, a pag.9 con il titolo "Anpi criticata per manifesto 'anti-guerra' " la cronaca a firma A.Pal.; dal CORRIERE della SERA, a pag. 1, "Il Caffè" di Massino Gramellini.
Ecco gli articoli:
A.Pal.: "Anpi criticata per manifesto 'anti-guerra'"
Il manifesto dell'Anpi per il 25 aprile
“L’Italia ripudia la guerra». Anche usare come slogan l'inizio dell'articolo 11 della Costituzione , oggi è una chiara scelta di campo. Non si fermano le polemiche nei confronti dell'Anpi, al centro della bufera in queste ore per il manifesto delle celebrazioni del 25 aprile, pubblicato domenica scorsa. L'illustrazione, disegnata dalla fumettista Alice Milani, raffigura un gruppo di anziani partigiani con il tricolore al collo, seduti in una piazza e intenti a parlare con bambini e ragazzi. Al centro, in bianco, la frase della Carta costituzionale, che è stata interpretata come un'ennesima presa di posizione troppo morbida dell'Associazione dei partigiani nei confronti della Russia. Sui social, sotto la locandina postata dall'Anpi, una pioggia di critiche contro «l'equidistanza» sul conflitto, da parte del mondo partigiano, che non «è concepibile». «Non ci sono più i partigiani di una volta-ha ironizzato il senatore di Forza Italia, Enrico Aimi - l'articolo 11 recita anche altro, e la lettura deve essere completa, se no si rischia di ingenerare un imbarazzante equivoco».
Respinge tutte le accuse al mittente il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, definendole critiche frutto di «pura invenzione». «Chi aveva rapporti con Putin negli scorsi decenni erano le forze della destra - ha continuato - se qualcuno si propone di ragionare, per esempio su cosa è successo in Ucraina dal 2014, viene criticato e ridicolizzato, perché è un problema complesso». L'Associazione nazionale dei partigiani, sin dall'inizio della guerra, si è schierata contro l'invio di armi ai soldati di Zelensky. La pioggia di critiche nei confronti dell'Anpi, però, va avanti da settimane.
A fare scalpore, in particolare, è stato il comunicato diramato dopo la pubblicazione delle drammatiche immagini del massacro di Bucha, lo scorso 4 aprile. Un testo in cui i partigiani affermavano di condannare l'aggressione, «in attesa di una commissione d'inchiesta per appurare cosa davvero è avvenuto». In quel caso anche gruppi di attivisti dell'associazione, come quelli del circolo Anpi di Bologna, presero apertamente le distanze dalla nota. A far scatenare i social, anche le bandiere tricolore disposte in "orizzontale" nel manifesto perla Festa della Liberazione, e più simili ai vessilli ungheresi «il 25 aprile di Orban», ha commentato sui social il deputato di Italia Viva, Luciano Nobili.
Massino Gramellini: "Il Caffè"
Gianfranco Pagliarulo
Nel sacro nome della Resistenza, all'Anpi si è finito per perdonare di tutto. Non solo che i pochi partigiani ancora vivi non vi avessero più da tempo alcun ruolo, ma che l'associazione fosse sempre in prima linea quando si trattava di manifestare contro gli americani. I quali saranno pure il male assoluto, ma combatterono accanto alle brigate partigiane e le rifornirono di armi nella lotta all'invasore nazista. All'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia è stata perdonata anche la neutralità pelosa nella guerra in corso e persino certi arrampicamenti sui muri per distinguere la Resistenza buona da quella cattiva del popolo ucraino. Ma il manifesto del prossimo 25 aprile è imperdonabile e lascia intendere che il problema dell'Anpi sta nel fattore P diventando la sua P di ANPI. Anzitutto nessun cenno all'invasore Putin, che se non è un fascista, di certo gli assomiglia. Poi una citazione monca dell'articolo della Costituzione, «L’Italia ripudia la guerra», dimenticandosi di aggiungere «come strumento di offesa» e arrivando così all'assurdo di ripudiare anche quella di Liberazione. Ultimo tocco d'artista, la gaffe delle bandiere alle finestre: simil-italiane ma in realtà ungheresi, omaggio inconscio a un altro politico di estrema destra, Orbán, amico caro dell'aggressore russo. Alla fine, l'unica cosa azzeccata del manifesto, resta la sigla Anpi, purché la si declini in modo più veritiero: Associazione Nazionale Putiniani d'Italia.
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