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La Repubblica Rassegna Stampa
12.04.2022 Alexander Stubb: 'Finlandia pronta a entrare nella Nato'
Intervista di Tonia Mastrobuoni

Testata: La Repubblica
Data: 12 aprile 2022
Pagina: 9
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «Stubb: 'Lo zar ci fa paura la Finlandia entri nella Nato'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/04/2022, a pag. 9, con il titolo "Stubb: 'Lo zar ci fa paura la Finlandia entri nella Nato' " , l'intervista di Tonia Mastrobuoni.

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Tonia Mastrobuoni

Alexander Stubb - Wikipedia
Alexander Stubb

La Finlandia si prepara a entrare nella Nato. Per l’ex premier Alexander Stubb, leader del Partito di coalizione nazionale - lo stesso del presidente Sauli Niisto che avrà un ruolo fondamentale nel processo di adesione - è il traguardo di una vita. E il politico conservatore che dirige la Scuola di governance dell’Istituto universitario europeo di Firenze, spiega a Repubblica cosa ha determinato il cambiamento d’umore dei finlandesi, quali saranno i tempi dell’ingresso nell’Alleanza atlantica e perché la “finlandizzazione” è un capitolo orribile della storia del suo Paese che non andrebbe più inflitto a nessuno, tantomeno all’Ucraina.

Direttore, perché in Finlandia il clima verso la Nato è cambiato? «Io sono sempre stato a favore di un’adesione alla Nato ma sono sempre stato in minoranza. La svolta, per la Finlandia, è arrivata il 24 febbraio, il giorno che la Russia ha attaccato l’Ucraina. Siamo sempre stati al 50% contrari e al 20% a favore. Nell’ultimo sondaggio, il 68% dei finlandesi vuole l’adesione alla Nato e solo il 12% è contrario. E quando la decisione sarà presa, io penso che i favorevoli saliranno all’80%. La ragione è molto semplice: paura razionale. Se Putin è in grado di massacrare i suoi fratelli ucraini, figuriamoci noi finlandesi. Non vogliamo mai più essere soli».

NATO - Wikipedia

Che tempi prevede per l’adesione? «Se ne discuterà nelle prossime settimane, quindi direi tra fine aprile e maggio. Penso che dopo il vertice Nato a Madrid di giugno comincerà il processo di ratifica. E non vedo ostacoli: penso che tutti saranno d’accordo sul fatto che siamo un asset per la Nato, per la preparazione e la dimensione del nostro esercito, quasi senza eguali nell’Alleanza».

Perché i finlandesi non hanno voluto così a lungo aderire alla Nato? In fondo la neutralità l’avevano già conquistata negli anni Novanta, dopo la fine del Patto di Varsavia. «Esatto, lei cita un malinteso che gira molto, quello che saremmo neutrali. Durante la Guerra Fredda lo eravamo stati perché avevamo perso la guerra contro l’Urss. Ma dopo la caduta del Muro di Berlino abbiamo rinunciato alla nostra neutralità già aderendo alla Ue e poi cominciando una stretta collaborazione con la Nato. E ora la guerra ha fatto il resto».

Lei ha fatto una battaglia contro la “finlandizzazione” come soluzione per l’Ucraina. Perché? «Perché limita la tua libertà di manovra, la tua indipendenza e la tua sovranità. Durante la Guerra Fredda significò tre cose. Primo, i limiti enormi alla nostra autonomia. Non abbiamo potuto aderire nel 1960 all’Efta, all’Associazione europea di libero scambio, ad esempio. Secondo, ha limitato la nostra libertà di parola e di stampa. Non potevamo dire cosa pensavamo dell’Unione sovietica, non potevamo pubblicare libri come “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzenicyn. Terzo, i russi si immischiavano nella politica interna. Il nostro presidente Urho Kekkonen è stato in carica per 24 anni anche grazie al sostegno di Mosca. La “finlandizzazione” è stata una limitazione della nostra democrazia. Non è una soluzione per nessuno, tantomeno per l’Ucraina. Chi gliela propone, non ha capito la Russia».

Cosa c’è da capire della Russia? «È un mistero avvolto in un enigma, come disse Churchill. Ha due problemi: l’enormità delle sue risorse naturali che la condanna a rimanere sempre indietro rispetto ad altri Paesi sviluppati. E quello della narrazione testarda di un Paese isolato, circondato da aggressori: i mongoli, i nazisti, adesso la Nato. I russi sono convinti di aver salvato l’Europa da Napoleone o da Hitler. Sono paradossalmente molto insicuri, sulla loro sicurezza».

Non teme un attacco della Russia, durante il processo di adesione? «Non sono preoccupato. Ci sono piccoli segnali di intimidazione. Ma non fanno altro che rafforzare la convinzione dei finlandesi a voler entrare nella Nato».

Questa settimana il governo dovrebbe presentare un “Libro bianco” al Parlamento sull’adesione alla Nato. E poi? «Quello che si cerca di fare ora è garantirsi il pieno sostegno della popolazione, del Parlamento e delle leadership politiche. Il presidente e il governo vogliono che il Parlamento ne discuta liberamente e voti. In questo modo si raggiungerà quello che definirei un “consensus finlandese”. E poi saremo pronti».

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