Putin comincia l'assalto al Donbass Cronaca di Daniele Raineri
Testata: La Repubblica Data: 10 aprile 2022 Pagina: 4 Autore: Daniele Raineri Titolo: «Mosca avvia la fase due. In 10mila sul fronte Est per l’assalto al Donbass»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/04/2022 a pag.4 con il titolo "Mosca avvia la fase due. In 10mila sul fronte Est per l’assalto al Donbass" la cronaca di Daniele Raineri.
Daniele Raineri
Vicino al piccolo centro di Lupareve diventa impossibile proseguire oltre. Un soldato ucraino con le lacrime agli occhi ferma la macchina appena arrivata vicino al fronte, poggia le mani sul cofano, compie fisicamente il gesto di spingerla indietro mentre urla di andare via. La zona è quella della costa sud ucraina poco lontano da Kherson, la prima città a essere occupata dai soldati russi. La linea del fronte si sposta avanti e indietro di continuo, tratti di strada che erano pericolosi diventano sicuri e viceversa nello spazio di poche ore. Adesso quell’area è diventata poco sicura, per colpa dei cecchini e dell’artiglieria russa – «vuol dire che stanno risalendo» dice il guidatore della macchina, anch’egli un militare ucraino preso di sorpresa. «Vedono i segnali dei telefoni, se ce ne sono tre o quattro nello stesso posto cominciano a sparare con i cannoni» dicono gli altri soldati. Questa visita vicino al fronte in teoria doveva essere di segno opposto e mostrare che gli ucraini si stanno avvicinando da almeno due direzioni a Kherson e che le voci che danno per imminente la riconquista della città sono vere o perlomeno verosimili. Ma almeno per adesso l’operazione, che sarebbe senz’altro una notizia importante per l’Ucraina, non è in quella fase. Un dettaglio significativo: in questa zona della costa c’è un contingente di volontari stranieri che combatterebbe in prima linea, ma è tenuto con cura fuori dalla vista dei giornalisti. Del resto i russi giovedì hanno centrato con tre missili una caserma ucraina vicino al mare di Odessa perché, sostengono, serviva da scalo per i combattenti internazionali. Tolto il fronte di Kherson e l’assedio di Mariupol, entrambi a sud, quello che conta adesso succede altrove. La strage di sfollati con missili balistici sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk apre la seconda fase della guerra, quella che si combatterà a est, dopo che la prima fase attorno alla capitale Kiev è finita con il ritiro delle truppe russe. Adesso ci si aspetta un peggioramento rapido lungo tutto il fronte del Donbass, nella parte orientale del Paese. «Sarà un combattimento all’arma bianca, molto sanguinoso e molto brutto», ha detto l’ufficiale del Pentagono che ogni pomeriggio tiene un briefing ai giornalisti americani sull’andamento della guerra in Ucraina. In queste settimane le analisi della Difesa americana si sono rivelate corrette e già si vedono i segni che preannunciano questo peggioramento – oltre al bombardamento dei civili in fuga con missili come è successo giovedì. Le truppe russe nella zona contano già diecimila soldati in più rispetto alla settimana scorsa. I russi spingono in avanti nei piccoli centri di Barkinkove, Popasna e Rubizhne, e bombardano le più grandi Severodonetsk e Sloviansk. Su questo grande spostamento della guerra verso est incombe il desiderio del presidente russo Vladimir Putin di ottenere risultati concreti entro il 9 maggio, data simbolica perché è la Giornata della Vittoria “contro il nazifascismo occidentale”. Far coincidere quella data con un qualche annuncio di vittoria sul campo sarebbe una coincidenza magnifica per il presidente, che per ora non può ancora parlare di risultati concreti. Gli ucraini in questi giorni prendono in giro quest’ansia putiniana di far collimare le celebrazioni a Mosca con una vittoria militare in Ucraina e quando brindano dicono den peremohy: “alla giornata della Vittoria”. Si intende, quella dell’Ucraina contro la Russia. Per ottenere risultati i russi devono trasferire verso il Donbass i reparti che hanno combattuto attorno a Kiev, inclusi quelli accusati di avere commesso crimini di guerra, e tuttavia secondo gli analisti occidentali non è possibile gettare di nuovo in battaglia gli stessi uomini e gli stessi mezzi dopo una pausa così breve – non hanno avuto il tempo di tornare al livello di preparazione richiesto da una campagna di guerra. Per ora «i tentativi dei russi di sfondare per pochi chilometri nel Donbass anche se ancora non possono schierare tutte le forze necessarie potrebbero essere una tattica per saggiare la tenuta delle nostre linee», dice al telefono un ufficiale ucraino che desidera restare anonimo.
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