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Il Foglio Rassegna Stampa
08.04.2022 Governo in Israele: e adesso che cosa succede?
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 08 aprile 2022
Pagina: 4
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Knesset e tradimenti»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/04/2022, a pag. 4, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo 'Knesset e tradimenti'.

Informazione Corretta
Giulio Meotti


Benjamin Netanyahu

Roma. Le forze di sicurezza d'Israele hanno sventato quindici attacchi terroristici in Cisgiordania e in Israele, ha rivelato il primo ministro Naftali Bennett durante una visita al quartier generale dell'esercito in Giudea e Samaria alla periferia di El Bireh. Il premier lo ha detto all'indomani dei tre attacchi terroristici - uno da parte di un terrorista palestinese e due da parte di arabo-israeliani - che hanno causato undici vittime, nella peggior ondata terroristica per intensità e letalità dalla Seconda Intifada. Ma intanto Israele si è ritrovato di nuovo nell'incertezza politica, comprese eventuali nuove elezioni anticipate. A rischio dunque il governo Bennett composto da destra religiosa, destra nazionalista, centro, sinistra e musulmani conservatori. Una convivenza difficile durata soltanto dieci mesi e che ora mette la coalizione a rischio di urne e defezioni. A Bennett bastava perdere un parlamentare per veder cadere la sua maggioranza alla Knesset. Idit Silman, presidente della coalizione e parlamentare del partito di destra Yamina, passa con il Likud dell'ex premier Benjamin Netanyahu, che ora organizza manifestazioni chiedendo il ritorno al voto.

Netanyahu vuole tornare al voto
Silman si è scontrata con il ministro della Salute, Nitzan Horowitz, che ha incaricato i funzionari del suo ministero di dare seguito a una sentenza della Corte Suprema e permettere ai pazienti di portare pane lievitato negli ospedali durante Pesach, la Pasqua ebraica. Silman è contraria alla norma perché in contrasto con la Legge ebraica, la Halakà: "Ho lavorato per l'unità con tutta me stessa, battendomi per il bene comune", ha detto Silman. "Ma non posso aiutare la dissoluzione dello Stato d'Israele e l'identità religiosa del popolo ebraico". A Pesach c'è il divieto di fare uso di pane lievitato in ricordo di quella precipitosa fuga dall'Egitto che impedì agli ebrei di aspettare che il pane avesse il tempo di lievitare e cuocere. Perciò nelle settimane che precedono Pesach nelle case ebraiche si fa una rigorosa pulitura per eliminare ogni traccia di prodotto lievitato: la ricerca del "chametz". La stretta osservanza vuole che si usi vasellame apposito, che non sia mai venuto in contratto con alcunché di lievitato. Ieri un altro parlamentare di Yamina, il partito di Bennett, Nir Orbach, ha presentato al primo ministro un ultimatum per rimanere nel governo: l'annullamento del piano di cancellare i sussidi per gli asili nido per gli studenti della yeshiva, le scuole ebraiche, e approvare quattromila nuove case per gli insediamenti ebraici in Cisgiordania. "Senza una soluzione a questi problemi, non posso rimanere nella coalizione", ha detto Orbach. La defezione di Silman dalla coalizione ha scatenato una raffica di speculazioni sul fatto che anche altri membri del piccolo partito di destra del primo ministro starebbero cercando di abbandonare la nave. Il ministro delle Finanze, il falco laico Avigdor Liberman, aveva spinto per porre fine ai sussidi per gli studenti religiosi. Si ipotizza che anche il ministro della Difesa, l'ex capo di stato maggiore Benny Gantz, sia in procinto di passare con il Likud per porre fine all'attuale governo e formarne uno nuovo. Ma Netanyahu ha bisogno di altre sette defezioni per poter avere la maggioranza alla Knesset. Non sarà facile per il Likud formare dunque una maggioranza alternativa a quella di Bennett. C'è anche l'ipotesi di un nuovo governo guidato dall'attuale ministro degli Esteri e primo ministro vicario, Yair Lapid, fresco di successo per aver ospitato Marocco, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto al vertice del Negev, e che due giorni fa ha espresso la condanna più forte contro la Russia (su Bucha, Lapid ha accusato Putin di crimini di guerra).

Le relazioni con la Russia
Sull'incertezza politica pesano, infatti, le relazioni con la Russia nei fronti siriano e ucraino (Bennett si è speso molto nei colloqui con Vladimir Putin). Netanyahu si è congratulato con il primo ministro ungherese Viktor Orbán per la sua rielezione e imprimerebbe una svolta ancora più realista alla politica estera israeliana. Ma l'Iran potrebbe vedere la confusione politica in Israele come un'opportunità sui fronti che interessano a Israele, dal Libano con Hezbollah a Gaza, dove finanzia e arma Hamas e Jihad islamico.

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