La prova che Mosca progettava gli stermini Commento di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 05 aprile 2022 Pagina: 3 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «La prova che Mosca progettava gli stermini»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/04/2022, a pag. 3, con il titolo "La prova che Mosca progettava gli stermini" , la cronaca di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
Sembra un fumetto per bambini, ma è lo schemino per il perfetto genocidio. E la mente malata che lo ha partorito siede a Mosca. Nel fumetto si vede un trattore che scava una buca enorme e la copre con una sostanza chimica. Quando la buca è piena di sacchi di cadaveri, il trattore li nasconde sotto a uno spesso strato di terra. Nell’ultimo disegno, il trattore passa sopra alla fossa comune, schiacciando ben bene i cadaveri e irrorandoli nuovamente con una sostanza liquida. Dopo il massacro di Bucha, il Cremlino continua a negare di aver provocato il peggior eccidio in Europa dai tempi di Srebrenica.
Ma la prova che Vladimir Putin avesse programmato stermini feroci in Ucraina emerge da un documento ufficiale del ministero dell’Industria datato 13 settembre 2021. Ossia, sei mesi dopo che la Russia aveva cominciato ad ammassare truppe al confine con l’Ucraina e in Crimea, quando nella testa di Putin il conto alla rovescia dell’aggressione doveva già essere cominciato. Il documento, corredato del fumetto, è stato rivelato su Twitter dal politologo ed esperto di Est Europa Sergej Sumlenny. Il titolo del testo ufficiale – ancora reperibile sul sito del ministero – è inquietante: “Difesa civile. Sepoltura urgente di cadaveri in tempo di guerra e di pace. Requisiti generali”. E l’ex direttore a Kiev della fondazione tedesca Heinrich Böll (vicina ai Verdi) si dice convinto che il documento dimostri che «la Russia avesse pianificato di prendersi Kiev in tre giorni, costringendo l’Ucraina alla capitolazione», che «l’armata russa sarebbe stata seguita dalla polizia», ma anche che «la Russia abbia comprato 45mila sacchi per cadaveri e abbia trasportato crematori mobili». Per il politologo, quel documento è la prova che Mosca stesse programmando «un genocidio di dimensioni mai viste dalla fine della Seconda guerra mondiale» già dallo scorso autunno. L’autore delle istruzioni per l’uso del perfetto genocidio è un certo Anton Shalayev, ex allievo di una business school di Berlino, la ESMT, poi impiegato in un’azienda tedesca della Renania. E poi, evidentemente, tecnico dei ministeri di Mosca. Sumlenny cita esperti convinti che quegli «standard tecnici russi» per le sepolture di massa «siano pensabili soltanto nel caso di una guerra nucleare o una pandemia» perché descrivono come far sparire fino a mille cadaveri in una fossa comune in soli tre giorni.
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