Ungheria: Orban vince ancora le elezioni Cronaca di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 04 aprile 2022 Pagina: 13 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «Il trionfo di Orban: 'Ho vinto contro tutti compreso Zelensky'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/04/2022, a pag. 13, con il titolo "Il trionfo di Orban: 'Ho vinto contro tutti compreso Zelensky' ", la cronaca di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
Victor Orban
Viktor Orban ha stravinto le elezioni. A metà dello spoglio, ieri sera, il suo partito Fidesz era dato al 54% dei voti, contro il 33% dell’opposizione guidata da Peter Marki-Zay. «Abbiamo vinto - ha tuonato il premier ungherese - contro il globalismo. Contro Soros. Contro i media mainstream europei. E anche contro il presidente ucraino». Fidesz potrebbe conquistare la maggioranza dei due terzi del Parlamento. «Purtroppo, è una buona notizia per Putin. Siamo diventati il suo cavallo di Troia in Europa. E ci stiamo trasformando sempre di più in un’autocrazia asservita alla Russia ». A lanciare l’allarme è Marton Gyongyosi, vicepresidente di Jobbik, il partito di destra, per anni alleato di Orban. In serata parliamo con l’europarlamentare della forza politica che ha cambiato campo per allearsi con altri cinque partiti dell’opposizione per battere il premier più filorusso e filocinese d’Europa. «Adesso - conclude amareggiato Gyongyosi - i nostri unici amici saranno la Serbia e la Russia. Persino i Paesi Visegrad e in particolare la Polonia, storica alleata, ci hanno voltato le spalle. Siamo sempre più soli. In Europa e nella Nato». Oltretutto, nei giorni in cui a Budapest tutti parlano dell’ultimo scandalo del governo Orban: da anni il ministero degli Esteri magiaro è penetrato da spie russe. «Vuol dire che i documenti, i segreti che dividiamo con la Ue e la Nato sono nelle mani di Putin», spiega Gyongyosi. La ‘neutralità’ di Orban sull’invasione dell’Ucraina, le sue insolenze sugli ucraini che “non possono chiederci di andare contro i nostri interessi”, non sono riuscite a smuovere il Paese neanche nelle ore drammatiche della scoperta dell’eccidio di Bucha. E neanche dopo un ultimo appello diretto che il presidente ucraino Zelensky ha rivolto agli ungheresi per cacciare «l’unico che sostiene Putin». Su molti ungheresi sembra aver fatto breccia la propaganda bugiarda del premier, che ha accusato l’opposizione di voler trascinare l’Ungheria in guerra. Ma la sconfitta dell’alleanza guidata da Peter Marki-Zay si spiega anche con una legge elettorale che rende quasi impossibile battere Orban. Per conquistare la maggioranza dei seggi, l’opposizione avrebbe dovuto superare di 5-6 sei punti Fidesz. E poi ci sono i sospetti brogli, le schede bruciate trovate in Romania: la polizia ne ha attribuito molte all’opposizione. «Ci auguriamo che la nostra vittoria non dipenda da questi voti, perché potrebbero causare una crisi costituzionale», ha avvertito Marki-Zay. Oltretutto i brogli potrebbero riguardare anche collegi ungheresi: Hungarian Civil Liberties Union ha denunciato che a Hortobagy il governo locale avrebbe organizzato autobus per portare la gente a votare. Ma Orban ha anche sfruttato un’altra arma che controlla come pochi in Europa: la stampa. «Ormai sono 500 i media in mano governativa ». La battaglia è stata dura anche a Budapest, ci racconta la vicesindaca Kata Tutto. Per l’esponente socialista è questa una delle chiavi del lungo regno di Orban. «Il premier controlla ormai quasi tutta la stampa locale e nazionale, oltre ai media pubblici». Sugli schermi scorrono le immagini del sito “Partizan”, una delle pochissime realtà indipendenti sopravvissute all’epurazione. «Da oggi - conclude amara - rischiamo di perdere per sempre la nostra democrazia».
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