Come si fabbrica l'antisemitismo: il caso di Gil Ofarim
Analisi di Ben Cohen
(traduzione di Yehudit Weisz)
Gil Ofarim
Lo scorso ottobre avevo scritto un articolo sullo strano caso di Gil Ofarim, un popolare cantante ebreo tedesco che aveva denunciato un dipendente del Westin Hotel di Lipsia, in Germania, di aver avuto nei suoi riguardi un atteggiamento antisemita. Il caso suscitò l'interesse giudiziario da parte dei media tedeschi e lunghe riflessioni tra i politici tedeschi sui livelli di antisemitismo nel loro Paese. A quanto pare, e come molti temevano all'epoca, le accuse di Ofarim erano del tutto false. Giovedì scorso, la Procura di Lipsia ha annunciato che non solo sono state ritirate le accuse contro l'impiegato dell'albergo accusato di antisemitismo, ma lo stesso Ofarim è stato incriminato con l'accusa di calunnia e di diffamazione, accuse che potrebbero comportare una pena detentiva se venisse condannato. La conclusione è stata raggiunta dopo mesi di minuziose indagini che includevano un'attenta visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza della reception dell'hotel, diversi interrogatori degli inquirenti con Ofarim e persino una minuziosa ricostruzione del fatidico scontro che il cantante sosteneva avesse avuto luogo.
La saga di Ofarim ha avuto inizio il 5 ottobre dello scorso anno quando il cantante stava facendo il check-in al Westin dopo un'esibizione a Lipsia. Un emozionante video su Instagram che è diventato rapidamente virale, presentava il cantante seduto sui gradini fuori dall'hotel, mentre mostrava la collana con Stella di David che diceva di portare sempre sul petto. Come aveva detto, era rimasto bloccato in fila al check-in, diventando sempre più frustrato nel vedere, così ha affermato, che altri ospiti avevano ricevuto le chiavi della loro stanza prima di lui. Quando Ofarim ha chiesto perché fosse stato ignorato, un impiegato gli avrebbe detto “Metti via la tua stella se vuoi fare il check-in.” Per quanto brutto sarebbe stato un incidente come questo se fosse realmente accaduto, non sarebbe stato in alcun modo il peggior esempio di antisemitismo in Germania, che spesso comporta aggressioni violente e invettive antiebraiche molto più crude di quelle citate da Ofarim. Tuttavia, forse a causa della celebrità locale di cui godeva Ofarim e del fatto di essere figlio del cantante pop israeliano Abi Ofarim, il caso ha infiammato i media tedeschi. Politici e leader della comunità ebraica si affrettarono a condannare l'incidente. L'allora Ministro federale dell'Interno, Heiko Maas, aveva affermato che la presunta esperienza di Ofarim dimostrava la necessità per tutti i tedeschi di combattere tutti uniti contro l'antisemitismo. Felix Klein, il Commissario federale tedesco incaricato di combattere l'antisemitismo, si era dichiarato “sconvolto dal fatto che una persona venga discriminata e attaccata in modo antisemita in pubblico nell'atrio affollato di un hotel.” Il capo della comunità ebraica tedesca, Josef Schuster, aveva osservato che Ofarim aveva incontrato “l'antisemitismo quotidiano a cui gli ebrei sono ripetutamente esposti” in Germania.
Felix Klein
Alcuni politici arrivarono addirittura a chiedere il licenziamento del dipendente dell'hotel identificato da Ofarim. Karin Prien (CDU), Ministro dell'Istruzione nel Land dello Schleswig-Holstein, aveva sollecitato l'immediato licenziamento dell'impiegato accusato, mentre Katja Meier, Ministro della Giustizia in Sassonia, dove si trova Lipsia, aveva scritto: “Questo esplicito anti-semitismo all'Hotel Westin di Lipsia è indicibile e insopportabile. Deve avere delle conseguenze e le scuse non sono sufficienti.” Questi sentimenti erano, per lo più, nobili e benaccetti (appellarsi al licenziamento di qualcuno senza regolare processo, però, non è certo un comportamento leale). Le accuse di Ofarim avevano anche portato una maggiore attenzione sul vero problema che riveste l'antisemitismo in Germania. Tuttavia, nel giro di due settimane dal presunto incidente, nella sua storia iniziarono ad apparire delle incongruenze. Le riprese delle telecamere a circuito chiuso dalla hall dell'hotel rese pubbliche nei notiziari tedeschi hanno mostrato che Ofarim non indossava, almeno visibilmente, la collana con la Stella di David che, secondo lui, aveva scatenato il commento antisemita dell'impiegato. È emerso inoltre che l'impiegato dell'albergo accusato di antisemitismo, aveva intentato una causa per diffamazione contro Ofarim proprio il giorno dopo il presunto incidente. Nelle interviste ai media, Ofarim era diventato molto vago sui dettagli, in un'occasione rispondendo alla domanda se avesse indossato la collana in hotel, rispose con disinvoltura: “Chiunque mi conosca sa che indosso sempre il Magen David.” Inoltre, secondo quanto riferito, diversi colloqui con la polizia hanno rivelato incongruenze nel resoconto di Ofarim su ciò che era accaduto, o meno. In una dichiarazione accuratamente formulata una volta conclusa l'indagine, il Pubblico Ministero di Lipsia ha affermato che era chiaro che l'incidente descritto da Ofarim “non è effettivamente accaduto.” Invece, è lo stesso Ofarim ad essere ora accusato del grave reato di aver inventato un atto di discriminazione. C'è un'ingiusta assurdità in questa situazione. L'anno scorso, c'è stato un aumento del 30 per cento delle offese antisemite in Germania, con più di 3.000 incidenti segnalati, probabilmente solo una frazione del numero totale, dato che studi successivi hanno dimostrato che molte vittime di molestie antisemite in Germania non presentano una denuncia alle autorità. Alcuni di questi incidenti erano legati alle teorie del complotto COVID-19 che sono circolate in Germania, mentre molti altri si sono verificati lo scorso maggio, quando il conflitto di 11 giorni tra Israele e Hamas a Gaza è stato accompagnato da un'ondata di fermento e di violenza antisemita. Inoltre, nell'ultimo decennio, gli incidenti antisemiti sono aumentati di anno in anno, dimostrando senza ombra di dubbio che la terra della Shoah non è riuscita a estirpare l'odio più antico. Niente di tutto ciò giustifica l’atto squallido di Ofarim.
La consapevolezza dell'urgente necessità di combattere l'antisemitismo in Germania non dovrebbe renderci ciechi di fronte alla pura e semplice ingiustizia di accusare una persona innocente di un tale vile pregiudizio, come sembra abbia fatto Ofarim. E in un mondo guidato dalle chiacchiere sui social media, Ofarim ha fornito un impulso importante alla narrativa secondo cui gli ebrei esagerano sull'antisemitismo odierno, così come parlano troppo della Shoah di 80 anni fa. Ofarim ha reso molto più difficile il lavoro di coloro che in Germania lavorano diligentemente per combattere l'antisemitismo. Qui c'è però anche un'importante lezione di cautela, perché con il senno di poi, nessun politico tedesco avrebbe dovuto pronunciarsi in modo così definitivo senza un'adeguata indagine sulle accuse di Ofarim. Per non parlare del fatto che la prossima volta che qualcuno denuncia un incidente del genere, in particolare quello che coinvolge i lavoratori dei servizi in un hotel o in un ristorante o in un aeroporto, l'esempio di Gil Ofarim potrebbe incoraggiare l’archiviazione troppo frettolosa di una tale denuncia. Possiamo solo sperare che i colpi di scena e le giravolte delle notizie vadano rapidamente oltre questa spiacevole vicenda. Quanto a Gil Ofarim, farebbe bene a non aprire più bocca in pubblico, a meno che non stia cantando.
Ben Cohen, esperto di antisemitismo, scrive sul Jewish News Syndicate