La ragazza con lo zaino verde
Elisa Castiglioni
Il Castoro euro 13,00
“Quanti passi bisogna compiere per arrivare alla libertà?”
Raccontare ai giovanissimi l’Italia fascista, le Leggi Razziali e le dolorose conseguenze per gli ebrei è un dovere irrinunciabile per ogni educatore, oggi ancor più che nel passato, ma non è un compito facile: occorrono toni, parole adeguate e una sensibilità che nasce dalla convinzione che far conoscere alle nuove generazioni la Storia di quegli anni che non hanno vissuto sia il modo migliore per renderli consapevoli di quale privilegio sia vivere in un paese libero, democratico e in pace con le altre nazioni. Per questo l’arrivo in libreria dell’ultima opera di Elisa Castiglioni, docente di Lingua e Cultura Italiana presso il centro IES Abroad di Milano, “La ragazza con lo zaino verde”, un appassionante romanzo storico per ragazzi, è un’occasione per avvicinare attraverso la narrativa i più giovani a un pezzo della nostra Storia raccontandone gli eventi drammatici, ormai distanti nel tempo, che hanno visto coinvolti tanti loro coetanei ebrei, vittime inconsapevoli e innocenti della brutalità del regime fascista. La storia è ambientata in un paesino vicino a Varese nel 1938, un anno che vede l’avvento delle leggi razziali e la preparazione alla Seconda Guerra Mondiale; l’impero fascista prospera, si studiano le vittorie e il Duce, una figura carismatica che ispira ai più fiducia, appare come una persona da prendere a esempio senza interrogarsi troppo sul suo operato.
Fra questi c’è Alida Aspesi una ragazzina di quattordici anni, orgogliosa di essere italiana, di partecipare alle parate e di seguire le direttive del Duce. Immersa nella propaganda di regime che le viene instillata a scuola (”…ci hanno messo in guardia verso i sabotatori della Rivoluzione Fascista, ci hanno detto che si insinuano ovunque, anche nelle nostre case”) Alida è inconsapevole di ciò che sta realmente accadendo nel paese. Partecipa alla prima vacanza in colonia poi si reca ospite dei nonni benestanti nella villa sul lago dove trascorre giorni spensierati in compagnia dei cugini. Il ritorno a scuola è un brusco risveglio e il suo mondo di certezze comincia a incrinarsi. Nel nuovo Istituto Magistrale che frequenta, dove le viene richiesto di prestare giuramento di fedeltà e obbedienza al Duce, Alida si accorge che la sua amica, Miriam, che aveva conosciuto in colonia in estate non è presente a scuola. Scoprire che gli studenti ebrei non possono più frequentare la scuola è un primo impatto con una realtà fino a quel momento inimmaginabile. Inoltre, a casa assiste alle discussioni del padre con l’adorata zia Isabella con la quale ha un legame molto speciale, una donna emancipata e indipendente che manifesta senza timore le sue opinioni critiche verso le politiche del regime. L’equilibrio che ha caratterizzato la sua vita di adolescente si spezza definitivamente quando scopre che il padre frequenta un gruppo clandestino in una canonica cui partecipa anche Pietro, amico e fratello di una sua compagna di scuola, e quando la zia Isabella sparisce misteriosamente senza dare più notizie di sé dopo averle lasciato un misterioso libro da custodire gelosamente. Alida, la cui fiducia nel Duce è ormai minata, si interroga su quanto accade, imbastisce riflessioni, cerca soluzioni e a poco a poco trova le risposte giuste per riscoprire se stessa. L’amore per la famiglia, la determinazione nel salvare la zia dal manicomio dove si scopre era stata internata per la sua opposizione al regime, l’amicizia con Miriam che insieme alla famiglia fuggirà in Svizzera per salvarsi dalle persecuzioni fasciste e, soprattutto, il tenero sentimento che la lega a Pietro, un giovane impegnato politicamente nella difesa dei diritti dei più deboli, saranno la bussola che le consentirà di imboccare una strada di giustizia e libertà. “Come ogni romanzo questa storia – spiega l’autrice nella nota storica – è un’invenzione per raccontare una verità”. L’idea di scrivere un romanzo sul fascismo centrato sul percorso interiore che ha portato Alida, la giovane protagonista, a ribellarsi alle imposizioni del regime nasce dalle parole contenute nel diario di nonno Pietro che condivide il nome e le esperienze con uno dei personaggi. Nei suoi scritti il nonno dell’autrice scrive che “il dilemma di noi giovanissimi cresciuti con il Fascismo è capire quale è la vera patria, quella di Mussolini o quella di Gramsci?” Scriveva che la sua ribellione inizia con un tradimento verso se stesso. Ancora adolescente vive la prima incrinatura rispetto al Fascismo attraverso i libri e l’incontro con il sacerdote partigiano Don Giuseppe Oldrati, medaglia d’oro della Resistenza al quale la figura di don Giuseppe del romanzo si ispira.
Nonno Pietro diventa una delle figure di riferimento della Resistenza e il 28 ottobre del 1943 si unisce al gruppo Cinque Giornate e combatte la battaglia di San Martino, una delle prime azioni organizzate dalla Resistenza partigiana. “Per mio nonno – ricorda l’autrice – scrivere era terapeutico e ho trovato liste di nomi che ho scoperto essere preti e compagni morti durante la battaglia di San Martino. Del suo diario mi impressiona anche il fatto che fu un partigiano cattolico e faceva giuramento di ribellarsi “facendo il minor danno possibile”. Nel romanzo un ruolo importante ce l’ha anche lo zaino verde che dà il titolo al libro e che ritroviamo nelle ultime pagine del libro: uno zaino che è esistito veramente perché è quello con cui nonno Pietro soleva passeggiare nei boschi del lago Maggiore e che l’autrice ha ritrovato mentre scriveva il romanzo. (“Sapevo che c’era, ma quando l’ho trovato la mia storia ha cominciato a vivere”).
Con una scrittura semplice e fluida l’autrice si avvicina con il giusto approccio ai giovani e attraverso una protagonista forte e coraggiosa ci mostra il fascino pericoloso della dittatura, la scoperta delle menzogne dietro cui si celano i regimi tirannici e nel contempo le dinamiche che ogni individuo, giovane o vecchio, può mettere in campo per ribellarsi all’oppressione, combattere le ingiustizie e abbracciare la strada della libertà e del rispetto dell’Altro. Mai come oggi risuona forte il monito di nonno Pietro “Per la libertà si combatte ogni giorno e non solo quando c’è una guerra”.
Giorgia Greco