Ucraina: la mediazione è possibile? Cronaca di Paolo Rodari
Testata: La Repubblica Data: 31 marzo 2022 Pagina: 7 Autore: Paolo Rodari Titolo: «Il Papa incontrerà il patriarca Kirill. Spunta la mediazione del Vaticano»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 31/03/2022, a pag. 7, con il titolo "Il Papa incontrerà il patriarca Kirill. Spunta la mediazione del Vaticano", il commento di Paolo Rodari.
Papa Bergoglio
L’incontro avverrà entro quest’anno, si dice addirittura prima dell’estate, con ogni probabilità in territorio neutro. Non a Roma e nemmeno a Mosca, quindi. La notizia viene di fatto confermata dall’ambasciata russa presso la Santa Sede che rilancia un articolo di “Ria Novosti” nel quale il metropolita Hilarion, responsabile delle relazioni internazionali del patriarcato di Mosca, dice che «si sta lavorando » a un incontro fra il patriarca ortodosso Kirill e Papa Francesco anche se a causa dello sviluppo degli eventi in Ucraina i due leader spirituali hanno già avuto bisogno di comunicare a distanza. L’annuncio non è da poco. Soprattutto per il momento in cui è stato dato. «È un segnale importante», confermano non a caso Oltretevere. Fino a oggi la Santa Sede non ha potuto mediare per il “no” di Mosca. Ma la mossa di Kirill, vicinissimo a Putin, dice che forse uno spiraglio si sta aprendo e che le cose potrebbero cambiare fattivamente nei prossimi giorni. Del resto, appena prima che il conflitto scoppiasse, era già stato l’arcivescovo cattolico di Mosca monsignor Paolo Pezzi a dire a Repubblica che «anche se è una strada non facile da percorrere, l’ipotesi della mediazione non è assolutamente astratta». E ancora: «Basta ricordare che cosa ha fatto il Papa e che cosa ha fatto la Santa Sede per incrementare i processi di pace, ad esempio in Sud Sudan, quando ha invitato i due leader del Paese in Vaticano e, rompendo il protocollo, ha baciato loro i piedi. O quanto ha fatto per il Centrafrica, l’incontro in Vaticano con Shimon Peres e Abu Mazen, il lavoro per la fine del conflitto in Colombia». Hilarion dice che «è stato molto importante» l’incontro avvenuto in video il 16 marzo scorso tra Kirill e Papa Bergoglio. Già in quell’occasione i due hanno parlato diffusamente della crisi in Ucraina. Francesco ha detto che non spetta alla Chiesa una mediazione politica e ha manifestato la necessità di fare di tutto per promuovere percorsi di pace. Eppure, la disponibilità a mediare da parte sua resta, come rimane la disponibilità a compiere un viaggio lampo a Kiev dopo l’invito di Zelensky se le condizioni dovessero permetterlo. «È necessario compiere ogni sforzo affinché le divergenze si risolvano pacificamente», avevano convenuto i due nella conversazione. Ma «la Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù», aveva spiegato in una nota la Santa Sede. In Vaticano c’è molta preoccupazione per gli sviluppi del conflitto. La Segreteria di Stato tiene aperte tutte e porte, ma al momento uno scambio reale e fattivo con Mosca non c’è. I veri interlocutori sono gli ortodossi e insieme l’ambasciata russa presso la Santa Sede guidata dall’amico del Papa Alexander Avdeev. Ci sono rapporti con la Chiesa ortodossa ucraina ma i dissapori di quest’ultima con Kirill non permettono di costruire ponti importanti. Francesco da Casa Santa Marta segue giorno dopo giorno gli sviluppi del conflitto con particolare attenzione. Fra due giorni partirà per un viaggio a Malta da dove con ogni probabilità non mancherà di parlare ancora una volta della necessità di raggiungere una tregua. Le sue parole in queste settimana sono state sempre più importanti ed allarmate in merito. Ancora ieri, al termine dell’udienza generale ha rivolto «un saluto particolarmente affettuoso» ai bambini ucraini ospitati dalla Fondazione “Aiutiamoli a vivere”. «E con questo saluto ai bambini torniamo a pensare a questa mostruosità della guerra e rinnoviamo le preghiere perché si fermi questa crudeltà selvaggia che è la guerra», ha detto.
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