Patrick Zaki
Gent.ma Deborah, Da 2 anni sono abbonato a IC per poter leggere i suoi articoli che danno tanta soddisfazione. Quello del 22.03.22 :"il discorso di Zelensky alla Knesset" era il massimo !Sostengo parola per parola ! Vorrei solo aggiungere 2 cose : 1)tutti i talk show televisivi e la stampa considerano Israele di poter mediare tra Russia e Ucraina perché il 20% della popolazione è formata da ebrei provenienti da questi due paesi e che questi sono molto legati ai loro paesi d'origine. Si dimentica che questi sono in Israele anche perché scappati dall' l'antisemitismo . La parola pogrom uguale devastazione deriva dal russo. 2)Vorrei sapere dove erano Zelensky e l'Ucraina un anno fa quando 4500 missili piovevano su Tel Aviv. distinti saluti
Ilan Bension
Gentile Ilan, Innanzitutto la voglio ringraziare per i complimenti che, inutile negarlo, fanno sempre tanto piacere. Vorrei precisare che i talk Show, almeno quelli italiani che ascolto regolarmente, hanno tutti, o quasi tutti, una linea di condotta molto ipocrita e asservita a ordini superiori quindi vanno presi con le pinze. Riguardo all'antisemitismo in Russia , il professo Jonathan Sarna della Brandeis University, esperto in storia del popolo ebraico. scriveva nel 1986:" Ogni vita ebraica a Mosca è condotta sottoterra. Lo studio dell'ebraico è dichiarato illegale, la maggior parte dei raduni ebraici sono vietati, la sinagoga corale (l'unica sinagoga ufficialmente autorizzata nella capitale) è affollata di spie e i rappresentanti più importanti del popolo ebraico sono dichiarati criminali e hanno fretta di lasciare Madre Russia per sempre ”. Dal 2000 in poi le cose sono cambiate e oggi la vita ebraica in quel paese è molto più libera anche se non si sa esattamente quanti ebrei vivano in Russia anche perchè il loro numero diminuisce gradualmente. Si pensa che attualmente il loro numero sia di 158.000, pochi se si pensa all'immensità del paese, ma bisogna capire che molti, pur essendo ebrei, continuano a nascondere la loro identità memori delle persecuzioni subite da parte del governo sovietico e, prima ancora dall'impero degli Zar. Giustamente lei ricorda la tristemente famosa parola russa: pogrom, devastazione. Dalla Russia vi furono diverse emigrazioni verso Israele, e prima verso la Palestina, la primissima aliyah di massa risale al 1881 e dagli anni 80 del XX secolo arrivarono in Israele più di un milione di ebrei russi ( in verità non tutti erano ebrei) che tuttora mantengono forti legami con la patria d'origine. Quando nel maggio scorso, tutta Israele fu colpita da 4500 missili di Hamas, non solo l'Ucraina, nessun paese europeo, si scompose per risvegliarsi improvvisamente solo quando Israele rispose ai missili. Purtroppo questa è la realtà dei fatti. Adesso però, Ilan, l'Ucraina è sotto attacco, la Russia sta facendo una sporca guerra contro i civili, e noi ebrei, che ricordiamo sempre ma che, nello stesso tempo, non portiamo rancore, e lo dico con orgoglio, abbiamo il dovere di aiutarli. Un cordiale shalom
***
Leggo l’assurdo commento di Patrick Zaki circa l’invasione di Putin dell’Ucraina. Paragonare Israele alla Russia e i palestinesi agli ucraini dimostra che il ragazzo è davvero confuso, chi non lo sarebbe dopo i mesi di detenzione in Egitto. Ma mi ero già accorto che non fosse proprio brillante: dopo mesi a Bologna non parla neanche una parola di italiano.
Andrea Jarach, Milano
***
Evidentemente il signor Zaki (signor si fa per dire) fa un po' di confusione. Forse sarebbe stato meglio che rimanesse ancora un po' in carcere in Egitto. Mi vien voglia di dire all'Egitto: "Lo volete indietro? Ve lo regaliamo".
Mario Salvatore Manca di Villahermosa
Gentili amici, Il commento di Zaki, il suo paragonare quanto avviene in Ucraina a Israele e ai palestinesi è assurdo e immorale. Del resto non è che la conferma che il ragazzo, oltre ad essere poco sveglio, e, il non conoscere l'italiano dopo più di un anno di università a Bologna, lo dimostra, è anche ignorante, non solo confuso. Se l'Egitto alla fine lo ha liberato è la dimostrazione di quanto questa persona sia insignificante persino per quel paese. Un cordiale shalom