Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/03/2022, a pag.15, con il titolo " 'La patria va difesa sempre'. Segre scuote l’Anpi equidistante" la cronaca di Concetto Vecchio.
Liliana Segre
«C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones ». L’inno anti Vietnam di Gianni Morandi risuona nel salone del Palacongressi di Riccione. L’Anpi può iniziare il suo congresso più tormentato. «Come stai?» chiede Enrico Letta al presidente dei partigiani Gianfranco Pagliarulo. «Ora che ti vedo meglio », è la risposta. Viste da vicino le due sinistre divise dalla guerra non sembrano poi così lontane. Per il leader pd selfie e strette di mano. Poi Pagliarulo dal palco ribadisce il no all’invio di armi ma ricorda, con tono piccato, che «non siamo una caserma. Tra di noi, per fortuna, sussistono opinioni diverse». Il riferimento è alle polemiche sorte dopo il distinguo del presidente onorario, Carlo Smuraglia, 98 anni, che in contrapposizione alla linea ufficiale dell’associazione ha equiparato la resistenza ucraina a quella italiana del 1943-1945. Interviene con un messaggio video Liliana Segre. Applauditissima, addirittura gente in piedi. Eppure ricorda che «non è concepibile nessuna equidistanza, se vogliamo essere fedeli ai nostri valori dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione». Cita l’articolo 52 della Costituzione: «La difesa della patria è sacro dovere del cittadino ». Ed è la posizione che riecheggia dal messaggio inviato dal Presidente Sergio Mattarella, secondo cui l’attacco russo colpisce le idee fondanti della Liberazione. Il popolo della sinistra è spaccato su come salvare Kiev, ma non vuole che il filo della discussione si spezzi. Pagliarulo dice che «le ragioni originarie della Nato sono venute meno, perciò è ragionevole una progressiva dismissione delle strutture».
Gli risponde Andrea Cuccello, segretario confederale della Cisl: «Perché dovremmo uscire dalla Nato? Io la vedo come un elemento di garanzia». Lo fischiano. Eppure lo stesso concetto lo usò Enrico Berlinguer nella famosa intervista a Giampaolo Pansa nel giugno 1976. Cuccello insiste: «Il popolo ucraino lo lasciamo senza armi?» Mormorii. «Mi avevate detto che qui era possibile esprimere posizioni diverse». La sala si rasserena. Nessuno vuole davvero rompere. Non adesso. Sembianze di un vero congresso di partito, quelli di una volta.
Gianfranco Pagliarulo
Pagliarulo, 72 anni, già senatore cossuttiano, parla per un’ora e quaranta minuti (ventuno cartelle), interrotto più volte dagli applausi dei quattrocento delegati presenti in rappresentanza dei 135mila iscritti. Numerose le citazioni, su tutte Papa Bergoglio. I partigi ani fecero la Resistenza con le armi contro il nazifascismo, anche aiutati militarmente dagli alleati: può il po polo ucraino fare diversamente ora? «Non è in discussione la condanna irreversibile dell’invasione russa, le violenze imperdonabili e la piena e concreta solidarietà col popolo ucraino e il suo diritto alla resistenza», scandisce Pagliarulo. Ma allo stesso tempo contesta quella che definisce - attaccando i giornali - «la militarizzazione del dibattito pubblico». Ovvero, a suo dire, «il misto di fake news e aggressioni verbali a chiunque si permetta di contraddire il loro verbo. Il contrario della difesa dei valori occidentali di cui si dicono vessilliferi». Menziona Eschilo: «La prima vittima della guerra è la verità”. Invece «dobbiamo cercare di capire le cause e il contesto». È un errore «ignorare o minimizzare la recente storia ucraina, da Maidan alle formazioni naziste ucraine». Quindi sì alle sanzioni, «ma intelligenti », no al sostegno militare, perché «si può interpretare da parte dello Stato invasore come un atto di cobelligeranza che alza ulteriormente il livello della tensione internazionale ». E che «l’Ucraina da tempo sia stata riempita di armi dalla Nato lo sanno tutti». «Pd e Anpi saranno sempre nella stessa parte del campo, quello dell’antifascismo», dice Letta. Ovazione per don Luigi Ciotti che si domanda: «Dove sei Europa? Dove sei Onu?”, dopo aver esordito con un: “Cari compagni...di viaggio”. In sala risuona anche Bella ciao . Strano a dirsi, ma in fondo è una piccola contraddizione.
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