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Il Foglio Rassegna Stampa
23.03.2022 Che cosa ci insegna la guerra scatenata da Putin in Ucraina
Analisi di Claudio Cerasa

Testata: Il Foglio
Data: 23 marzo 2022
Pagina: 1
Autore: Claudio Cerasa
Titolo: «Un virus dalla Cina, una guerra dalla Russia e un vaccino che spetta sempre all'occidente. Cosa insegna Zelensky alle nostre democrazie»
Riprendiamo oggi, 23/03/2022, dal FOGLIO, a pag. 1, con il titolo "Un virus dalla Cina, una guerra dalla Russia e un vaccino che spetta sempre all'occidente. Cosa insegna Zelensky alle nostre democrazie", l'analisi di Claudio Cerasa.

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Claudio Cerasa


Volodymyr Zelensky

Lo schema è sempre lo stesso: un virus che arriva dalla Cina, una guerra che arriva dalla Russia, un vaccino che arriva dall'occidente. E oggi come ieri il problema è sempre quello: cosa siamo disposti a fare per aggredire i virus nemici della nostra libertà? Il discorso offerto ieri alle Camere da Volodymyr Zelensky conteneva una sfumatura du f ferente rispetto agli interventi consegnati dal presidente ucraino al Parlamento britannico, a quello canadese, a quello tedesco e a quello israeliano. In ciascuna di queste occasioni, Zelensky ha cercato di rafforzare l'empatia con il proprio popolo attraverso l'evocazione di uno storico trauma patito dal popolo rappresentato dal Parlamento ospitante. In Inghilterra, ha evocato l'ora più buia di Winston Churchill, provando a creare una simmetria tra la guerra contro la Russia e la guerra contro il nazismo.

In Germania, ha evocato il Muro di Berlino, provando a creare una simmetria tra la divisione dell'Europa creata dall'Unione sovietica e quella voluta dalla Russia Negli Stati Uniti, ha citato Pearl Harbor e l'11 settembre, provando a creare una simmetria tra la guerra combattuta in Ucraina e "il male che cercò di trasformare le città americane in un campo di battaglia". In Israele, ha citato l'Olocausto, provando a creare una simmetria tra lo sterminio degli ebrei e quello degli ucraini In Italia, invece, Zelensky ha scelto di andare al sodo, evitando di riaprire ferite del passato, niente evocazione della Resistenza, concentrandosi su un messaggio preciso, forte, altrettanto dirompente, che potremmo provare a sintetizzare casi: amici italiani, grazie del vostro sostegno, non lo scorderemo mai, ma anche a voi devo chiedere se pensate che sia sufficiente ciò che state già facendo per difendere la libertà che Putin ha scelto di aggredire con la forza della violenza. Da questo punto di vista, il tour di Zelensky nei parlamenti delle grandi democrazie ha offerto due sensazioni diverse e contrastanti Da una parte ha spinto i governi a chiamare le cose con il loro nome, a mettere da parte ogni titubanza contro il putinismo e a riconoscere quali sono i confini da difendere per proteggere le nostre democrazie. Dall'altra parte, però, Zelensky ha ricordato ciò che le società aperte possono fare, e che non hanno ancora voluto fare, per combattere fino infondo una guerra che hanno deciso di delegare ad altri. Inviare subito altri armi, per esempio. Chiedere a tutte le aziende che lavorano in Russia di non lavorare più in Russia Isolare Putin anche a costo di pagare un prezzo. Smetterla di finanziare la guerra di Putin acquistando ancora il suo petrolio e il suo gas. Smetterla di temporeggiare, come ha chiesto ieri anche Mario Draghi, di fronte alla richiesta dell'Ucraina di entrare a far parte dell'Unione europea E non aver paura di mettere M campo ogni possibile soluzione complementare all'uso delle armi, compreso l'invito a Papa Francesco a Kyiv, che potrebbe sporgere la Russia a non sondare la sua lama "Oggi-ha detto ieri Mario Draghi replicando alla Camera al discorso di Zelensky-l'Ucraina non difende soltanto se stessa difende la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza".

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In due anni, il mondo libero, compresa l'Italia, si è ritrovato a combattere contro un virus venuto dalla Cina e contro una guerra venuta dalla Russia In entrambi i casi, il vaccino giusto è quello che arriva dall'occidente. Con il primo virus, abbiamo messo in campo tutta la nostra forza Con il secondo virus, possiamo dire lo stesso? Gli applausi a Zelensky per non essere ipocriti hanno bisogno di essere accompagnati da altri fatti E un paese come l'Italia avrebbe il dovere di intestarsi un'altra battaglia: per esempio, lo stop totale dell'importazione di petrolio e gas russo (le esportazioni dall'Ue alla Russia, intanto, sono scese da miliardi di febbraio ai 650 milioni della scorsa settimana). La guerra si vince con le armi e con la diplomazia Ma per evitare di perderla non finanziare gli eserciti nemici potrebbe non essere una cattiva idea.

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