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Il Mattino Rassegna Stampa
08.01.2003 La disinformazione del Mattino
Il Mattino si ricorda solo della reazione israeliana mentre "dimentica" l'attacco terroristico palestinese

Testata: Il Mattino
Data: 08 gennaio 2003
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Rappresaglia di Israele con missili e divieti»
Rappresaglie, attacchi israeliani, divieti, vendette..
Ecco un esempio di come Il Mattino faccia della disinformazione. Non importa che due kamikaze palestinesi si siano appena fatti saltare in aria nelle vie di Tel Aviv; quello che importa è sempre e comunque la risposta israeliana.
La promessa dura reazione di Israele ai due attentati suicidi a Tel Aviv, in cui oltre ai due kamikaze sono state uccise ventidue persone, è giunta puntuale sia sul piano militare sia su quello politico e ha anche aperto un'aspra polemica con la Gran Bretagna.

Una promessa che suona come una minaccia: sta diventando sempre più un luogo comune: i giornalisti lo scrivono ad ogni nuovo attentato terroristico. Ma Israele come dovrebbe reagire?
Sul piano militare, l’altra notte, poche ore dopo gli attentati, elicotteri d'attacco hanno colpito con razzi nella città di Gaza due fonderie che, secondo l'esercito, sarebbero state in realtà fabbriche di armi. Nell'attacco sono stati feriti cinque palestinesi - tra i quali una bambina - mentre ieri sera altri undici, in gran parte ragazzi, sono rimasti feriti in scontri con l'esercito nella casbah di Nablus, in Cisgiordania.
Israele reagisce agli attacchi palestinesi e lo fa dando la caccia ai terroristi, ai loro rifugi e alle loro fabbriche di armi. Non è vendetta.
Per quanto riguarda le vittime palestinesi perchè una bambina si trovava in un luogo di scontri armati? E come sono andate veramente le cose? Perchè Israele ha attaccato? Una ragione ci sarà ma i lettori del Mattino non lo sapranno mai visto che il giornalista non dà certo una spiegazione più esauriente dell’accaduto.

È stato inoltre irrigidito ancora di più l'isolamento delle città palestinesi ed è stata limitata la libertà di movimento e di viaggiare dell’intera popolazione palestinese. È stata imposta infine la chiusura di tre centri universitari islamici e gli studenti costretti a tornare a casa.

Misure necessarie per evitare ulteriori infiltrazioni nelle città di altri nuovi terroristi i quali, nonostante i numerosi attentati sventati, insistono sulla loro strada. Tutte queste operazioni compiute da Israele hanno una motivazione in comune che il giornalista non reputa importante sottolineare: la difesa della popolazione dal terrorismo.
Israele ha inoltre deciso di impedire ai palestinesi di partecipare alla riunione del Consiglio centrale dell'Olp (Oraganizzazione per la Liberazione della Palestina) di cui Arafat è leader, convocato per giovedì a Ramallah per approvare la nuova costituzione palestinese.

Come si può parlare della nuova costituzione palestinese se è ormai chiaro a tutti che il terrorismo, solo a parole condannato dall’autorità palestinese, non incontra alcun ostacolo da parte della leadership palestinese? E perchè Arafat si rifiuta di indire le elezioni ? Una domanda che il Mattino potrebbe porsi.

Il seguito dell’articolo riguarda il rapporto Palestina-Londra-Israele: al divieto israeliano della partecipazione palestinese alla conferenza di Londra del prossimo 14 gennaio per discutere della pace del Medio Oriente, Raccah sembra dare più importanza ai "battibecchi personali" fra ministri coinvolti ,piuttosto che alla natura di questa conferenza e al ruolo di ogni paese che vi parteciperà. Non una spiegazione, non un'osservazione, non un commento per tutto il resto dell'articolo.
Insomma, più parole spese per i dissidi di natura politica fra Gran Bretagna e Israele e neanche una parola sugli attentati kamikaze palestinesi.
Ed infine una frase che si commenta da sola:

Gli attentati, secondo il capo dell'ufficio ricerche dell'intelligence militare Yosi Kuperwasser, sarebbero stati attuati da una cellula di Tanzim - organo paramilitare di Al Fatah - di Nablus. A suo parere sull'utilità degli attacchi suicidi in Israele è in corso una forte disputa in seno ai membri di Al Fatah.
Ancora una volta un promemoria che ci potrà ritornare utile in futuro: Al Fatah è sotto direzione di Arafat
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