Dal blitz in tv alle dimissioni a catena ora il pacifismo contagia i media russi Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 16 marzo 2022 Pagina: 13 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Dal blitz in tv alle dimissioni a catena ora il pacifismo contagia i media russi»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 16/03/2022, a pag.13, con il titolo "Dal blitz in tv alle dimissioni a catena ora il pacifismo contagia i media russi", la cronaca di Rosalba Castelletti.
Rosalba Castelletti
Aleksej Navalnyj
“Gde Marina? ”, “Dov’è Marina?”, si chiedevano ieri attivisti e legali. Dopo la sua clamorosa irruzione durante il tg della sera più seguito in Russia con un cartello che denunciava le «balle» della propaganda dei media statali sull’offensiva russa in Ucraina, di Marina Ovsyannikova non si è saputo più nulla per ore. «Non avevo il diritto di parlare con i miei familiari, né avevo accesso all’assistenza legale», ha spiegato in serata quando è riemersa dalla stazione di polizia di Ostankino di Mosca. «L’interrogatorio è durato 14 ore. Ora devo riposarmi», si è poi congedata la nuova paladina dei pacifisti russi che con la sua coraggiosa azione ha bucato seppure per pochi minuti la propaganda del Cremlino e scoperchiato una serie senza precedenti di dimissioni nei media di Stato. Ovsyannikova ieri se l’è cavata con una semplice ammenda da 30mila rubli (circa 250 euro) per un reato amministrativo, “organizzazione di un evento pubblico vietato”, ma la parte più difficile potrebbe ancora arrivare. L’udienza di ieri era dedicata a un video che aveva diffuso sui social prima della sua improvvisa apparizione davanti alle telecamere. «Purtroppo negli ultimi anni ho lavorato facendo propaganda per il Cremlino e me ne vergogno molto», diceva spiegando il suo rifiuto di vedere Russia e Ucraina come Paesi nemici perché suo padre è ucraino e sua madre russa. «Mi vergogno di aver permesso che si dicessero bugie dallo schermo della tv. Mi vergogno di aver permesso che i russi fossero zombificati. Siamo rimasti in silenzio nel 2014, quando tutto questo era appena iniziato», ha poi aggiunto riferendosi all’annessione russa della Crimea e al sostegno ai separatisti filo-russi nell’Est Ucraina.
La protesta in diretta tv di Marina Ovsyannikova
«Non siamo andati alle proteste quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo semplicemente osservato in silenzio questo regime disumano. E ora il mondo intero si è allontanato da noi. Sta a noi fermare questa follia. Andate alle manifestazioni. Non abbiate paura di niente», esortava infine. Per il suo blitz durante il tg delle 21 su Pervyj Kanal (Primo Canale), di cui è produttrice, Marina rischia invece fino a 15 anni di carcere per aver diffuso “notizie false” sull’esercito russo ai sensi della legge approvata il 4 marzo che proibisce il semplice uso della parola “guerra” per descrivere quella che il Cremlino chiama “operazione militare speciale” in Ucraina. Mentre Ekaterina Andreeva, conduttrice del programma che va in onda dall’era sovietica ed è seguito da milioni di spettatori in tutto il Paese, stava lanciando un servizio sulle relazioni con la Bielorussia, Ovsjannikova si è presentata in studio con un poster che recitava: «Non credete alla propaganda. Qui vi stanno mentendo». La giornalista “dissidente” è poi riuscita a pronunciare giusto qualche parola in russo, prima che il canale staccasse frettolosamente sul filmato di un ospedale. Un blitz clamoroso per un media di Stato che manda quotidianamente in onda una realtà parallela dove gli ucraini sono nazisti e i russi liberatori. Tanto che il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov lo ha definito atto di “teppismo”, la stessa accusa mossa nel 2012 contro le Pussy Riot incarcerate per la loro performance nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Mentre i propagandisti di Rt , ex Russia Today , hanno invocato «il carcere per tradimento». Il coraggio di Ovsjannikova, lodato persino dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dall’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell, non è tuttavia isolato. Noti personaggi tv sono “andati in vacanza” dopo essersi pronunciati sui social per la pace, a partire da Ivan Urgant, noto in Italia per lo show di Capodanno Ciao2020 . Mentre Lilija Gildeeva, volto dal 2006 del programma di notizie Segodnja (Oggi) del canale televisivo Ntv ieri ha raccontato al blogger Ilija Varlamov: «Prima me ne sono andata via, perché temevo che non mi avrebbero lasciata partire. Poi mi sono dimessa». Anche il giornalista Vadim Glusker ha lasciato Ntv , mentre l’ex corrispondente da Parigi Zhanna Agalakova si è dimessa da Pervyj Kanal , ha poi annunciato il veterano della tv Roman Super anticipando una serie di eclatanti dimissioni presso la compagnia statale di radio e tv Vgtrk: dal produttore del cosiddetto “dipartimento Putin” di Vesti al presentatore televisivo Serghej Brilev. «L’umore di chi resta è pessimo. “Se non fosse per il mutuo, mi licenzierei”, dicono», scrive Super. Non sono le uniche crepe. Nei giorni scorsi, durante il programma Una serata con Vladimir Soloviov , il presentatore considerato il “propagandista-in-capo”, lo studioso Semiond Bagdasarov aveva persino osato paragonare il “pantano ucraino” a un «altro Afghanistan ».
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