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Libero Rassegna Stampa
07.01.2003 Lettera Aperta ai direttori di TG1,TG2,TG3 Rai
Rai di destra ma tiggì filopalestinesi

Testata: Libero
Data: 07 gennaio 2003
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Rai di destra ma tiggì filopalestinesi»
Riportiamo un articolo di Angelo Pezzana pubblicato su Libero martedì 7 gennaio 2003 in prima pagina.
Egregi direttori, mi rivolgo a voi a nomi unificati, visto che i servizi da Israele sono più o meno comuni sui vostri telegiornali, essendo comune il corrispondente Paolo Longo.
Poichè è di lui che vi voglio parlare, entrerò subito in argomento.
Non è che quanto sto per dirvi sia particolarmente nuovo. La Rai ha una lunga tradizione in quanto a posizione anti-israeliana. I telespettatori di buona memoria non avranno sicuramente dimenticato il "caso Cristiano ", che costrinse la Rai a richiamare il suo corrispondente che l'aveva seriamente messa sotto accusa con il suo comportamento. Per chi non lo ricordasse vale forse la pena ricordare l'accaduto.
Il 20 ottobre 2000, a Ramallah, due soldati israeliani entrati per errore nella città, venivano circondati da una folla inferocita di palestinesi, trascinati in un posto di polizia, e lì fatti a pezzi,letteralmente. Con le mane intrise ancora nel sangue delle due vittime, si erano affacciati dalle finestre dell'edificio per mostrare alla folla i corpi dei due soldati prima di scaraventarli in strada dove sarebbero stati ridotti a un mucchio di carni sanguinanti.
Un solo reporter riprese l'accaduto, una giornalista del TG 4, incurante del pericolo, ma evidentemente cosciente del suo dovere professionale, registrò quell'orrore. Un film che fece il giro di tutte le televisioni del mondo, fra le proteste del signor Arafat, al quale un simile spettacolo di "giustizia palestinese" non faceva certo comodo.
Ma la ripresa di quell'orrore non fu solo merito della coraggiosa reporter di TG 4. Bisogna dire,per completezza di informazione, che anche altre TV avrebbero potuto dare la notizia. Ma non lo fecero. Per paura, per vigliaccheria, oppure per qualcosa di più sporco, come il "caso Cristiano" ha ben evidenziato.
Dopo che le immagini orribili del massacro apparvero sul piccolo schermo, l'autorità palestinese, confondendo Mediaset con Rai, protestò con l'allora corrispondente Riccardo Cristiano per la diffusione di quelle immagini.
E qui viene il bello, anzi il marcio. Cristiano, con un gesto alquanto imprudente, scrisse una lettera ad un amico giornalista palestinese, nella quale spiegava che "mai e poi mai la Rai avrebbe mandato in onda simili immagini, che danneggiavano la causa palestinese, anche per via del patto che esisteva tra Rai e autorità palestinese". Lettera che invece di rimanere ben nascosta, fu pubblicata su un giornale palestinese di Gerusalemme, forse con l'intenzione di scagionare Rai e Cristiano per l'accaduto. Purtroppo per Rai e Cristiano quella pubblicazione ha segnato l'inizio dei guai. Da più parti fu chiesto alla Rai di spiegare queli erano questi patti e se era compatibile con il servizio radiotelevisvo di stato un corrispondente agli ordini di Arafat invece che del pubblico italiano.
La Rai se la cavò richiamando a Roma Cristiano, che continua a svolgere il suo "mestiere" come se nulla fosse accaduto.Certo, non è più a Gerusalemme, e questo è già positivo, e inoltre dovrà spiegare,insieme alla Rai, il prossimo 24 marzo di fronte al tribunale di Roma in cosa consistessero quei patti tra Arafat,la Rai e lui stesso, perchè un gruppo di cittadini italiani ha citato la Rai con l'accusa di avere sistematicamente disinformato i telespettatori nei suoi servizi da Gerusalemme.
Che è poi quanto sta avvenenndo anche dopo l'era Cristiano. Non si sa di altri patti sottoscritti, ma la sostanza non cambia con le corrispondenze di Paolo Longo. Qual'è la sua tecnica per indurre il telespettatore a farsi un'idea pregiudiziale contro Israele ?
Prendiamo ad esempio i servizi di domenica 5, dopo il massacro alla vecchia stazione degli autobus di Tel Aviv. E' ovvio che Longo non poteva dare diversamente la notizia da come era avvenuta. Ma Longo, e qui sta la sua tecnica usata da quando si trova in Israele, non si limita a fare come fanno tutti i giornalisti (si vedano i TG su Mediaset della stessa sera) a dare la notizia. No, lui aggiunge subito, o a volte addirittura premette, che "l'esercito israeliano è entrato in tutte le città palestinesi", "i soldati d'Israele hanno ucciso decine di leader palestinesi", " le città palestinesi sono sotto coprifuoco e assedio", la vera notizia del massacro viene così ad occupare meno spazio delle notizie aggiunte, per far capire al telespettatore che sì, il terrorismo esiste e uccide, ma che le motivazionui all'accaduto ci sono eccome. Tant'è che il telespettatore,alla fine del servizio, non può che fare lo stesso ragionamento che tutta l'informazione antiamericana ha diffuso dall'11 settembre in poi, beh, se l'è meritato. Con Israele funziona lo stesso parametro.
Solo che qui, egregi direttori, questa informazione manipolata arriva attraverso le reti della televisione di stato, ed io mi chiedo se questo sia lecito. Lo chiedo a voi che siete i direttori dei tre TG Rai. O siete d'accordo con Paolo Longo, e la sua propaganda contro Israele, oppure non svolgete appieno il vostro dovere di direttori.
Come telespettatore ho il diritto di chiedervelo e di pretendere un risposta.
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