Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/03/2022, a pag.21, con il titolo "Putin studia da Stalin ma vuole superarlo" l'intervista di Antonello Guerrera.
Antonello Guerrera
Catherine Merridale
«La Russia è stata e sarà sempre tra noi. Ma una cosa è certa: siamo in una fase assolutamente nuova ». Catherine Merridale è una dei più grandi esperti di Russia nel Regno Unito. Pluripremiata professoressa di storia al King’s College, scrive per London Review of Books , Guardian e New Statesman , ed è autrice di molte ed acute opere sulla Russia, vedi Cremlino per Utet.
Professoressa, uno dei suoi primi libri è sull’ascesa di Stalin. L’Economist parla di “stalinizzazione della Russia” per mano di Putin. Lei è d’accordo? «Di certo li accomuna un’infanzia difficile e la gioventù nei servizi segreti, ma forse ancor più l’aver ereditato un Paese in dissoluzione economica, sociale, ideologica e identitaria. Dopo Eltsin e Gorbaciov, Putin ha voluto ricostituire una nuova grande Russia e per questo invoca costantemente la “Grande guerra patriottica” contro il nazismo. Inoltre, da tempo Putin vuole far passare Stalin come un brav’uomo e ha soppresso l’associazione che ricordava i suoi crimini, seppellendoli sempre più in profondità. E poi c’è Pietro il Grande, di San Pietroburgo come il presidente, altro “riformatore” modello per Putin. C’è poi un altro parallelo».
Putin allo specchio: ecco Stalin
Quale? «Come Stalin, Putin è un leader che si è isolato molto negli anni, e ciò influisce sull’affidabilità delle informazioni che riceve. Se fossi un ufficiale del governo russo, avrei molta paura di ammettere errori o sbagli delle politiche del presidente, perché verrei punito. Dunque, come con Stalin, oggi molti dei suoi non gli dicono che le cose vanno male. E così Putin prende decisioni sbagliate».
Quindi Putin è un nuovo Stalin? «Non credo. Nonostante l’ispirazione, Putin pensa di essere completamente altro. O almeno una versione di Stalin. Per esempio, oggi i russi conoscono bene il mondo e viaggiano tanto, nonostante la censura, a differenza del passato. Sinora hanno avuto accesso a Internet e un migliore status economico, cose impossibili con Stalin, ma ora rischiano di perdere queste conquiste. Ciò potrebbe provocare un grande cambiamento».
Per esempio una rivolta popolare? «Le vecchie generazioni provano la nostalgia imperiale che Putin vuole riesumare. I più giovani no. Il “patto sociale” russo è stato cedere libertà in cambio di ricchezza e opportunità. Presto, non ci saranno più nemmeno queste ultime».
E dunque ci sono le condizioni per una “rivoluzione” russa contro Putin? «La repressione della polizia è sempre più brutale. Molti sono terrorizzati e molti altri hanno sempre meno informazioni sugli eventi in Ucraina. Ma certo, con l’economia a rotoli, la situazione potrebbe diventare sempre più tesa. In ogni modo, penso che i veri pericoli per Putin provengano dall’interno della sua nomenklatura, e non dall’esterno. Ossia, se i suoi fedelissimi lo scaricassero. Nessuno può durare per sempre al potere».
È la vera paura di Putin? «Lui teme l’invecchiamento e il declino fisico. In ogni caso, al momento è molto saldo al potere».
Nessuno sa se Putin sia davvero impazzito. Ma sembra avere ossessioni, forse accentuate dal Covid, per esempio i tavoli lunghissimi per gli ospiti, no? «Anche Lenin aveva una stanza di “decontaminazione”. Ma il Cremlino è così. È tutto enorme per intimorire gli ospiti, sminuirli, travolgerli. Fa caldissimo dentro. E se devi incontrare il presidente o qualche politico, lo staff ti fa fare la strada più lunga nel palazzo».
Perché? «Per farti stancare».
Quanto è cambiato Putin negli anni? «Oltre a una vita trascorsa nella polizia segreta, è sempre stato un corrotto. Sempre. Sin dagli inizi della carriera a San Pietroburgo. Forse è cambiato solo il suo volto, magari per il botox».
Qual è il vero obiettivo di questa “campagna di Ucraina” di Putin? «Vedere fino a dove può spingersi. Per questo è importante fermarlo adesso. Anche la sua propaganda surreale e orwelliana è proprio questo: un esercizio del potere. Testare i limiti».
Putin è sempre stato così crudele? «Certo. Il Putin democratico non è mai esistito. Questa è sempre stata una fantasia dell’Occidente: ci faceva piacere pensare che potessimo trovare accordi con questo uomo giovanile e dinamico. Un po’ come capitava con Gorbaciov e Eltsin, un ubriacone che ha lasciato la Russia in pessime condizioni. Ci sbagliavamo».
Gorbaciov oggi non sta bene, ma chissà cosa pensa di quanto stia accadendo in Russia. La sua voce sarebbe importante. «Ma no. Gorbaciov è estremamente impopolare tra i russi, ed è un vero peccato. È un uomo intelligentissimo, un riformista. Ma ha dissolto l’impero sovietico, le sue riforme sono state spesso un disastro per la popolazione, a un certo punto ha vietato persino l’alcol ai russi. La gente lo odiò per questo e iniziò a chiamarlo “Segretario Minerale”».
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