Testata: La Repubblica Data: 12 marzo 2022 Pagina: 11 Autore: Anais Ginori Titolo: «La rincorsa europea in Nord Africa con la partenza dei mercenari di Putin»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/03/2022, a pag.11, con il titolo 'La rincorsa europea in Nord Africa con la partenza dei mercenari di Putin', il commento di Anais Ginori.
Anais Ginori
Un soldato russo
La Russia che decide di reclutare e inviare miliziani stranieri in Ucraina suona come un terribile déjà vu per i militari francesi. La ritirata dell’esercito tricolore in Mali, annunciata meno di un mese fa da Emmanuel Macron, è stata provocata dall’insorgenza di questa variabile impazzita, che cambia la natura del conflitto e delle forze in campo. «I mercenari sono un potenziale fattore di destabilizzazione oltre ad essere completamente slegati dal rispetto del diritto internazionale» osserva una fonte diplomatica francese. Negli ultimi mesi l’intelligence di Parigi ha tracciato aerei russi atterrati a Bamako per scaricare mercenari presi in Libia e Siria. Le stesse scene potrebbero riprodursi nei prossimi giorni in Ucraina, con decine di siriani già pronti ad arruolarsi. E non è escluso che il flusso dei miliziani al soldo della Russia orientato verso l’est Europa possa in qualche modo cambiare gli equilibri nella battaglia d’influenza che si gioca tra Sahel e Libia dove i mercenari sono stati usati da potenze come Russia e Turchia. Al momento la campagna di reclutamento di Wagner e altri contractor russi sembra concentrarsi in diverse province siriane. «È ancora presto per dirlo», osserva la fonte diplomatica che però vede l’appello di Mosca ai combattenti stranieri come una prova di debolezza dell’esercito russo. Con il rischio di veder aumentare eccidi e abusi contro civili in tutta impunità. È quello che ha convinto Macron a partire dal Mali quando è diventato chiaro che i miliziani della famigerata compagnia Wagner erano diventati gli interlocutori principali della giunta militare a cui - secondo informazioni francesi - vengono versati 1,5 milioni di euro al mese. «È inconcepibile che l’esercito francese sia direttamente o indirettamente legato a Wagner» spiegava uno sherpa all’Eliseo. «Non è un partner come un altro. È un gruppo che si comporta come una milizia e lavora con regole d’ingaggio che non hanno nulla a che vedere con le nostre». Non ci sono ancora segnali che la guerra in Ucraina cambi il “riposizionamento strategico” degli europei nella regione del Sahel, deciso a febbraio durante il vertice Ue-Africa. Ci vorranno mesi alla Francia per smobilitare le migliaia di uomini e le tanti basi della missione Barkhane, lanciata nel 2013, costata la vita a più di cinquanta soldati francesi. La Francia dovrà anche ricalibrare le sue forze perché vuole avere un ruolo attivo nel rafforzamento a est della Nato.
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