Pagliarulo: dimettiti Le parole del presidente Anpi sull'Ucraina
Testata: La Repubblica Data: 11 marzo 2022 Pagina: 39 Autore: Gianfranco Pagliarulo Titolo: «Il no alle armi firmato Anpi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/03/2022, a pag. 39, con il titolo "Il no alle armi firmato Anpi" la lettera di Gianfranco Pagliarulo.
Gianfranco Pagliarulo
Luigi Manconi contesta il dissenso espresso dall’Anpi sull’invio di armamenti in Ucraina e si chiede quale sia la differenza tra l’invio di armi degli Alleati ai partigiani e l’invio di armi alla resistenza ucraina dal nostro Paese. La differenza è molto semplice: mentre gli Alleati erano in guerra da anni col blocco nazifascista, l’Italia non è in guerra con la Russia. Ciò non cambia di una virgola la legittimità e la necessità della resistenza ucraina, ma rende questo paragone pericolosissimo perché l’invio di armi in Ucraina potrebbe essere letto come un atto di cobelligeranza. La domanda da porsi, nell’ambito degli aiuti da inviare ai resistenti ucraini, è quale sia la linea rossa da non superare, oltre la quale c’è il rischio di un’espansione della guerra. Questa linea rossa può essere l’invio di armamenti e ciò metterebbe in pericolo la sicurezza dell’Italia (e dell’Europa).
Da tutti i sondaggi emerge che, in difformità dalla scelta del parlamento, la maggioranza degli italiani non condivide l’invio di armi all’Ucraina. Manconi, a proposito di vie diplomatiche, aggiunge: “tentato tutto questo, perché mai non dovremmo sostenere anche attraverso la fornitura di armi gli ucraini?”. Perché purtroppo non è stato tentato affatto. La via negoziale è in mano a Putin e Zelensky, con meritori tentativi diplomatici di Macron e Scholz. Ma l’Unione Europea in quanto tale è assente. Noi pensiamo che l’avvio di un negoziato con un ruolo positivo anche dell’Ue sia l’unica strada per sventare il rischio di un’estensione della guerra. Nel dramma che attraversa oggi l’Ucraina e nel pericolo, sia pur lontano, che scoppi – parliamoci chiaro – la terza guerra mondiale, dovremmo avere cuore caldo e mente fredda, e dovremmo chiedere a tutti il massimo di responsabilità e di ragionevolezza e il minimo di propaganda.
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