Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 10/03/2022, a pag.7 con il titolo 'Gli ucraini come i partigiani contro Hitler. Vogliono restare liberi, non si piegheranno' l'intervista di Giovanni Serafini.
Daniel Cohn-Bendit
«Arrendersi per evitare il massacro della popolazione? Solo gli Ucraini possono decidere sul loro futuro, ma sono convinto che non renderanno mai le armi, che non si piegheranno, che non lasceranno il loro Paese nelle mani di Putin senza combattere». Da Francoforte, dove lo intervistiamo telefonicamente, Daniel Cohn-Bendit risponde con voce piena di sdegno e di rabbia. «Putin sarà condannato davanti al tribunale dei diritti umani. Quello che sta facendo è un'infamia che resterà nella Storia». L'ex leader del Sessantotto parigino che innalzò le barricate a Saint-Germain ha effettuato una bella svolta ideologica aderendo al liberalismo economico, ma il temperamento non è cambiato. Dany le Rouge diventato Dany le Vertè stato per vent'anni eurodeputato dei Verdi tedeschi e non ha mai smesso di far politica.
Vladimir Putin
Zelensky dovrebbe rinunciare alla lotta armata per salvare il suo popolo? Molti se lo chiedono in Occidente. «Chi si pone questa domanda dimentica la lezione morale di tanti partigiani che combatterono contro Hitler e Mussolini. Arrendersi oggi significherebbe per l'Ucraina ammettere che le sofferenze, i feriti e i morti sono stati inutili. Gli ucraini non cederanno, vogliono restare un Paese libero».
Ma l'esercito di Putin li stringe in una tenaglia, le città sono assediate, la sproporzione militare è enorme. «Le cose possono cambiare. Putin si sta rendendo conto che occupare e controllare l'Ucraina, un territorio immenso, è impossibile. Per farlo dovrebbe mandare sul campo mezzo milione, forse un milione di soldati».
Nel 2008 Bush chiese di far entrare Kiev nella Nato: è stato un errore dirgli di no Intanto però ci sono tanti morti, vecchi, donne, bambini. E due milioni di persone in fuga. «Certo. Ma come reagiremmo noi se fossimo al loro posto? È il problema con cui si sono confrontati tutti coloro che hanno resistito al nazismo. Se decidi di resistere sai che puoi morire, è evidente».
Per difendere il futuro, oltre al presente, bisogna combattere? «Ogni popolo decide per se stesso. La Storia ci mostra che le risposte possono essere diverse. Diversi Stati europei accettarono il regime del Reichskommissariat e collaborarono con Hitler. Altri si opposero. Altri ancora, che non erano minacciati in prima persona, decisero di prendere le armi. Chi glielo faceva fare agli americani che vivevano in Texas o nel Minnesota di andare a morire sulle spiagge della Normandia?».
Il primo ministro inglese Chamberlain e il francese Daladier firmarono gli accordi di Monaco del 1938 che portarono all'annessione dei Sudeti alla Germania. Speravano di garantirsi la pace, ma un anno dopo la guerra scoppiò comunque. «Chamberlain sapeva che l'Inghilterra non era pronta per la guerra. E l'Inghilterra non era affatto un territorio occupato. E i Sudeti, a differenza dagli Ucraini, decisero di non combattere. Certo gli accordi di Monaco furono un grande errore, ma errori altrettanto gravi sono stati compiuti anche in tempi recentissimi. George W. Bush aveva ragione nell'aprile 2008 quando disse che bisognava accettare la candidatura alla Nato di Ucraina e Georgia. Se Germania e Francia lo avessero ascoltato, oggi l'Ucraina non sarebbe esposta alle mire di Putin».
Che fastidio dà l'Ucraina a Putin? «Ha paura di un popolo libero alle sue frontiere. Non vuole che l'Ucraina diventi la finestra aperta su un mondo libero e democratico».
Che aria si respira in Germania? Cosa si pensa di questa guerra? «Tutti dicono che la politica iniziata da Schroder e continuata dalla Merkel per tenersi buono Putin è stata un clamoroso fallimento. La dipendenza energetica dalla Russia, poi, è stata una scelta davvero assurda».
La Germania è pronta a far parte di un esercito europeo? «Senza alcun dubbio. E al vertice di Versailles voluto da Macron contribuirà a posare la prima pietra della Difesa europea».
Che cosa può mettere in difficoltà il dittatore russo? «Molte cose. Ha perso la bussola: pensava di fare una guerra lampo e di neutralizzare Zelensky senza difficoltà, ed è accaduto il contrario. Non basta: ad ogni giorno che passa aumentano le diserzioni nel suo esercito mentre si rafforza la resistenza ucraina. Ci sono già molti civili che lasciano la Russia per andare in Occidente. Ci sono migliaia di dissidenti russi che scendono in piazza pur sapendo di rischiare 15 anni di galera. E ci sono migliaia di madri russe che piangono e piangeranno la morte dei loro figli. Potrebbero innescare tensioni molto forti nel paese. Queste prime crepe già evidenti potrebbero allargarsi enormemente e far cadere Putin: anche l'Urss sembrava inattaccabile e crollò invece di colpo, in una notte, il 9 novembre di 32 anni fa».
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