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Il Foglio Rassegna Stampa
09.03.2022 Crisi Ucraina, Israele mediatore
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 09 marzo 2022
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Israele mediatore»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/03/2022, a pag. 1, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo 'Israele mediatore'.

Informazione Corretta
Giulio Meotti

זאב אלקין Zeev Elkin - Gruppi | Facebook
Zeev Elkin

Roma. "Eravamo laici, ma loro mi vedevano come un ebreo e mi gridavano ‘Jid’”. Zeev Elkin ricorda quando scopri di essere ebreo a Kharkov, in Ucraina. Poi Elkin iniziò a studiare l'ebraico in segreto. Neanche i genitori lo sapevano. "Era proibito e pericoloso, avrebbero avuto paura per me". A quel tempo, in Unione Sovietica si finiva in prigione per apprendere o insegnare l'ebraico. Poi emissari da Israele gli hanno dato tallit e tefillin ed Elkin ha iniziato a pregare. Sarebbe diventato il primo segretario di Bnei Akiva in Russia. La notte del 4 dicembre nel 1990, Elkin emigra in Israele. Nessuno sceneggiatore avrebbe potuto inventare questo copione. Sabato scorso, all'alba, subito dopo la preghiera mattutina dello Shabbath, il ministro dell'Edilizia e membro del gabinetto israeliano Zeev Elkin esce di casa nel quartiere Pisgat Ze'ev di Gerusalemme. Iniziava il viaggio più segreto della sua carriera. Con il premier Naftali Bennett, violando lo Shabbath, Elkin era diretto a Mosca per parlare con Vladimir Putin. Nello stesso momento in cui stava andando all'aeroporto Ben Gurion, la famiglia di Elkin in Ucraina fuggiva dalle bombe. Cinque ore dopo, Elkin si sarebbe seduto accanto al primo ministro israeliano di fronte all'uomo che stava bombardando suo fratello a Kharkiv. Arrivano messaggi contrastanti da Kiev su Israele. Gerusalemme è stata prima accusato dal governo ucraino di non disegnare il denaro russo "sporco di sangue", accettando pagamenti tramite il sistema russo Mir. Poi, ieri, il presidente ucraino Zelensky ha ringraziato il premier israeliano Bennett per la sua mediazione e "aver discusso la strada per mettere fine alla guerra". Ieri Ben Caspit del Jerusalem Post ha scritto che il viaggio di Bennett a Mosca non aveva lo scopo di mediare. "Piuttosto, il viaggio aveva lo scopo di avere un'idea di quale fosse la posizione di Putin, quale fosse il suo stato d'animo e quali fossero le sue linee rosse, e riferirle all'occidente". Hanno anche parlato di Siria e di nucleare iraniano. Israele non partecipa alle sanzioni occidentali contro la Russia ed è israeliano l'unico capo di stato andato a parlare tre ore a Mosca con Putin (ieri Bennett ha riparlato al telefono con Putin). Ci sono profondi legami fra Ucraina e Israele. Non soltanto Zelensky è ebreo, come 400mila ebrei che vivono nel paese e vengono dall'Ucraina molti padri fondatori d'Israele: primi ministri come Golda Meir, Levi Eshkol e Moshe Sharett, presidenti come Yitzhak Ben-Zvi ed Ephraim Katzir. Ieri il presidente israeliano Isaac Herzog è voltato ad Ankara dal presidente turco Recep Tayip Erdogan, nella prima visita di stato dal 2007. La Turchia è l'altro fronte della mediazione sull'Ucraina. Ma non a tutti piace questo attivismo israeliano. Il ministro della Giustizia Gideon Saar ieri ha detto: "Stiamo aiutando l'Ucraina con aiuti umanitari significativi, stiamo assumendo una posizione politica chiara, compreso il voto nei forum internazionali. Più rifugiati dall'Ucraina sono entrati in Israele la scorsa settimana rispetto a qualsiasi altro paese senza un confine con l'Ucraina... Non c'è motivo per il masochismo nazionale". C'è chi teme una eccessiva esposizione in questo ruolo di mediatore in capo. Dall'inizio della crisi, tutti parlano di Zeev Elkin, il più grande esperto di Putin in Israele. Dal 2009 ha partecipato a tutti gli incontri di Putin con Bibi Netanyahu e la leadership israeliana. Non solo riunioni formali, ma tutte le riunioni limitate, anche a tre. Non aveva bisogno di interpreti, perché Elkin era l'interprete. Ha sentito Putin parlare nella sua lingua per centinaia di ore. Alla riunione di questa settimana del gabinetto degli affari esteri e della sicurezza, Elkin ha pronunciato un appassionato discorso, accusando il governo di cui è membro di non essersi preparato alle conseguenze della guerra in Europa perché non credeva che Putin non avrebbe mai invaso. Il governo non ha elaborato piani di emergenza per districarsi in anticipo dalle popolazioni ebraiche delle quattro principali città ucraine e ora non è in grado di aiutarli a uscirne, ha accusato Elkin. Di Putin, l'ebreo di Karchiv ha detto: "Non sono uno dei suoi seguaci, perché la sua politica ha un prezzo, ma nelle nostre questioni è stato a nostro favore, anche grazie al suo rapporto speciale con Netanyahu". Ora Israele deve fare i conti con il proprio realismo.

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