L'Italia punta su Paesi arabi e Israele per sostituire il gas russo Cronaca di Sofia Fraschini
Testata: Il Giornale Data: 08 marzo 2022 Pagina: 13 Autore: Sofia Fraschini Titolo: «Arabi e israeliani scalderanno l'Italia»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 08/03/2022, a pag. 13, la cronaca di Sofia Fraschini dal titolo "Arabi e israeliani scalderanno l'Italia".
Naftali Bennett
L'embargo sul petrolio e sul gas russo si fanno sempre più probabili e l'Italia accelera la ricerca di fonti alternative di approvvigionamento: dal Qatar a Cipro (ma il gas è più che altro israeliano), il governo è alle prese con nuove intese per cercare di trovare il più in fretta possibile una soluzione per sostituire quel 40% di gas russo che alimenta l'industria e scalda le case in Italia. E che una volta azzerato farebbe ulteriormente lievitare i prezzi delle bollette. Il premier Mario Draghi ha rassicurato che "l'Italia sta accelerando con la diversificazione", ma qual è la fotografia extra Russia? Il gas arriva in Italia in due modi: tramite gasdotti o grazie alle navi (GNL). Con Transmed, una struttura lunga 2mila km, il gas parte dall'Algeria, attraversa la Tunisia e giunge a Mazara del Vallo in Sicilia. Dalla Libia, invece, il gas arriva attraverso il Greenstream fino a Gela. Altra via per l'oro blu è quella che va dall'Azerbaijan all'Italia con tre gasdotti. Il Scp (South Caucasus Pipeline), che collega Baku alla Turchia. Il Tanap (Trans Anatolian Pipeline) che prosegue il viaggio fino in Grecia. E il Tap (Trans Adriatic Pipeline) che approda dritto in Puglia. Dal Nord Europa il gas scende con il Transitgas e si collega alla rete nazionale in Piemonte, in particolare a Passo Gries. C'è poi il Gnl (gas naturale liquefatto) che può essere stoccato e trasportato via mare: il 13,1% del gas che consumiamo arriva in questa forma, in prevalenza dal Qatar, e per essere utilizzato va rigassificato.
In Italia esistono tre impianti: a Panigaglia (La Spezia), a Livorno e a Rovigo. Riassumendo l'Italia importa gas diverso da quello russo dall'Algeria (27,8%), dall'Azerbaijan (9,5%), dalla Libia (4,2%) e per il 2,9% dal Nord Europa (Norvegia e Olanda). Per quanto riguarda le risorse "interne", si stima che nel sottosuolo italiano siano presenti 350 miliardi di metri cubi di gas naturale. Le riserve certe sono 70-90 miliardi di metri cubi. E secondo le stime Mise riferite al 2021 sono 3,34 miliardi i metri cubi di gas naturale estratto, a fronte di un consumo complessivo di 76,1 miliardi di metri cubi. Questi 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale sono estratti 1.298 pozzi: di questi, 514 sono abitualmente utilizzati per l'estrazione mentre 752 sono attivi solo formalmente, ma non impiegati. Ecco perché una soluzione tampone pensate dal governo è quella di raddoppiare la capacità a 6 miliardi di mc di gas, per salire a quota 10 in un paio di anni. Ovviamente non basterà, per questo sono allo studio nuovi accordi per esportare gas da altri paesi. Le ipotesi riguardano al momento ulteriori accordi con i già partner Qatar e Azerbaijan e una possibile intesa a Cipro. «Stiamo pianificando altre missioni per diversificare ulteriormente le forniture energetiche all'Italia» ha sottolineato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando da Doha, in Qatar, dove ha incontrato l'emiro qatarino, Tamim bin Hamad Al Thani con l'ad di Eni, Claudio Descalzi. «Sono stato in Algeria e Qatar - ha spiegato Di Maio -, e farò altri viaggi. Questi Paesi hanno detto che accresceranno la loro partnership energetica con l'Italia». Nell'immediato è più che altro il Qatar che può avere un ruolo cruciale essendo il terzo produttore di gas naturale al mondo e per l'Italia, al momento, il terzo esportatore di gas naturale dopo la Russia e l'Algeria e il primo di gas naturale liquefatto. Algeri intanto ha già promesso a Roma di aumentare di circa 2 miliardi di metri cubi le sue forniture per arrivare a 30 già nei prossimi mesi. Un'altra via sfruttabile e quella del gasdotto EastMed che trasporterà in Italia, con approdo a Otranto, il gas dei giacimenti israeliani e ciprioti, via Cipro e Grecia con 1.300 chilometri di condotte sottomarine. Il tratto ionico dell'infrastruttura, Igi Poseidon, è una joint venture tra la greca Depa, ed Edison Italia.
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