L'Occidente invierà armi all'Ucraina aggredita? Cronaca di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 07 marzo 2022 Pagina: 4 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «Varsavia gela gli Stati Uniti: 'Non daremo i Mig a Zelensky'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/03/2022, a pag. 4, con il titolo "Varsavia gela gli Stati Uniti: 'Non daremo i Mig a Zelensky' ", la cronaca di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
«La Polonia non manderà i suoi jet militari in Ucraina né le consentirà di usare i suoi aeroporti ». Il tweet del premier polacco Mateusz Morawiecki è sembrato mettere fine ieri pomeriggio a un giallo che stava montando da giorni, angustiando le cancellerie europee più impegnate a lasciare aperto un canale di dialogo con la Russia. In mattinata il segretario di Stato americano Antony Blinken era sembrato, infatti, confermare indiscrezioni rimbalzate sui giornali e alimentate da un’incauta uscita dell’Alto rappresentante europeo Josep Borrell. «Stiamo lavorando attivamente» perché Varsavia invii all’Ucraina aerei militari, compresi Mig-29 di fabbricazione russa, in cambio di una fornitura di F-16 americani, ha annunciato Blinken. Il capo della diplomazia americana era in Moldavia, tappa di un tour europeo che lo porterà nei Paesi Baltici e a Parigi nei prossimi giorni per continuare a rinsaldare l’unità occidentale nella risposta all’invasione dell’Ucraina. Da tempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky esercita pressioni sugli americani e gli europei perché aumentino i loro sforzi militari, perché dichiarino una no-fly zone in Ucraina – mossa che rischierebbe di scatenare una guerra tra la Nato e la Russia – e perché mandino droni o missili anti-aerei Stinger.
Quella dei jet polacchi sarebbe un’altra operazione rischiosa: anche tra i Paesi europei più falchi come la stessa Polonia c’è la piena consapevolezza che far decollare aerei da Paesi Nato che combattessero contro i jet russi o fornire all’Ucraina velivoli militari di qualsiasi tipo da un partner dell’Alleanza atlantica rischierebbe di essere interpretato dal Cremlino come un attacco diretto. Puntuale, nel pomeriggio è arrivata la conferma: il ministero della Difesa russo ha fatto sapere attraverso il portavoce, Igor Konashenkov, che «l’uso della rete di basi aeree di questi Paesi come base per aerei militari ucraini e il loro conseguente utilizzo contro le forze armate russe può essere considerato come coinvolgimento di questi Stati in un conflitto armato ». Lo scenario, temono a Washington e in Europa, è che la guerra possa durare a lungo. E ormai soprattutto gli americani ragionano anche su come sostenere una eventuale resistenza ucraina, una guerriglia urbana che renderebbe impossibile ai russi di assumere il totale controllo del Paese.
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