Ucraina: l'odissea dei profughi Cronaca di Dorella Cianci
Testata: Avvenire Data: 05 marzo 2022 Pagina: 4 Autore: Dorella Cianci Titolo: «L'odissea dei profughi: il nemico non è la Russia ma il suo dittatore»
Riprendiamo oggi 05/03/2022, da AVVENIRE, a pag. 4, con il titolo "L'odissea dei profughi: il nemico non è la Russia ma il suo dittatore", la cronaca di Dorella Cianci.
Al confine fra Russia e Ucraina si racconta che i morti, anche fra i soldati russi, potrebbero essere molti di più dei numeri ufficiali e le famiglie cercano disperatamente notizie, provando a utilizzareTelegram, dove aumentano i video pubblicati da parte degli ucraini. Per questi ultimi, la frontiera rappresenta la salvezza, anche se essa passa per drammatiche separazioni, per saluti strazianti, per code interminabili. A Medyka per loro si trova sempre dell'acqua e un panino già pronto, ma anche qualche gioco per i bimbi. Qualcuno è stupito perché nei sacchi degli aiuti umanitari, insieme a molte cose di prima necessità, come cappotti e coperte, si trovano dei libri. Poco più in là dei bustini, però, fra chi dorme sui marciapiedi in attesa di salire su un autobus, quasi mescolate nelle lunghe file di gente, si vedono due ragazze che leggono, sedute su due grandi pietre gelide, nella sera di un villaggio affollato, dove la temperatura va a zero gradi. Che cosa si legge in mezzo all'orrore e alla desolazione, sfogliando difficilmente le pagine coi guanti? Viene naturale chiederselo. Nadiya, giunta da un paesino vicino Leopoli, tiene fra le mani un libro di fiabe, di un autore dal nome strano, a suo dire: "Esopo".
La traduzione è in lingua russa, ma Nadiya risponde: «La lingua russa ci appartiene, così come la loro cultura. Si sta sbagliando a raccontare, in Occidente, una lotta fra mondi. Qui non c'è la Russia intera contro i valori occidentali e nel mezzo l'Ucraina da abbattere. Non è così. C'è un signore che sogna di annientarci, che sognai confini della Russia zarista, che ama ribadire le differenze religiose fra i greco—ortodossi e gli ortodossi russi —. C'è un signore che non mette dentro la parola "nazismo" i veri significati storici e antropologici di questa parola, ma la stravolge fino al suo contrario, considerando il nazismo non un pericoloso totalitarismo, bensì un "assurdo" desiderio di democrazia. Pensa questo e ci considera neonazisti. Per lui non esiste il valore della resistenza, ma esistono mercenari pronti a morire in guerra per soldi e per lasciar soldi alle famiglie. Nella realtà le cose non stanno così. Lo scontro di civiltà è solo nella mente di questo dittatore e pochi altri, che hanno interpretato, a loro modo, i fatti della Siria...E lì, Putin è intervenuto, quando, secondo il suo giudizio, era il momento; mostrando, come sempre, tutta la sua violenza». Mikhaylyna, sentendo parlare la sua migliore amica e collega di facoltà, lascia il suo libro, un testo inglese di storia naturale, e dice: «Sono orfana di padre. Orfana di un padre che morì nel Donbass, quando non faceva notizia. Il programma di Putin era chiaro sin dal 2007. Ora tutti si stupiscono, ma noi ucraini no. Ricordiamo le sue parole a Monaco e già lo temevamo... Tuttavia Mosca, e i pochi fedelissimi di Putin, non avevano considerato che, in fondo, l'Ucraina esiste davvero e non solo in geografia: esiste nella sua solidarietà, nella sua letteratura, nel suo cinema e anche nei suoi errori. Esiste quando ci siam messi in preghiera, lungo la strada, dopo aver saputo del bombardamento sul cimitero delle vittime dell'Olocausto. Quella storia legata al nazismo di Hitler non ci appartiene più, così come non appartiene a voi quell'identità nazifascista della Seconda Guerra Mondiale. In Ucraina ci sono degli esaltati verso quel passato, ma si contano su una mano. Conosco la storia contemporanea, è la mia materia di studio in Università, ed è proprio per questo che trovo ridicoli i parallelismi con quell'Ucraina vicina a Hitler. C'era la guerra mondiale, il mondo anche allora, sembrava impazzito e la guerra, come si sa, è sempre una buona alleata dell'irrazionalità. Putin non sa dare un vero senso storico agli anni del nazismo. Noi ucraini, invece, abbiamo condannato fermamente quel momento tragico». Mikhaylina e Nadiya sono dirette a Varsavia e da lì a Milano. Per ricongiungersi con le loro madri.
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