Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Allarme antisemitismo Grazie alla propaganda araba siamo tornati agli anni '30 nelle università inglesi e americane
Testata: L'Opinione Data: 04 gennaio 2003 Pagina: 2 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «RAPPORTO SULL'ANTI SEMITISMO NEL MONDO DEL WORLD JEWISH CONGRESS»
Non bastavano le sinagoghe bruciate in Francia e Germania e gli attentati kamikaze in Medio Oriente? Ci hanno pensato i docenti filo arabi in università e licei francesi, inglesi e americani insieme a uomini politici di sinistra e a pacifisti a senso unico di marca no global a guidare l'assalto propagandistico anti israeliano più infame che la storia ricordi dagli anni '30 in poi . Mentre dai siti internet favorevoli ai palestinesi si leggeva di tutto: dall'invito a boicottare i prodotti israeliani alle teorie giustificazioniste sulle azioni degli "shaid" palestinesi. Un anno che, secondo il World Jewish Congress, ha riportato indietro l'Europa e l'America agli anni '30, quando il solo fatto di essere ebreo faceva sentire in colpa i giovani studenti universitari e braccati tutti gli altri. E adesso, con il 2003 alle porte, la più grande organizzazione sionista mondiale corre ai ripari organizzando viaggi in Israele, seminari universitari e siti internet per contrastare le balle della propaganda filo araba.
IL NEMICO IN CASA
Gli episodi più sconcertanti sono quelli avvenuti lo scorso anni nelle università inglesi e americane, ben infiltrate di elementi filo arabi o meglio filo fondamentalisti. il nemico ormai è in casa. A marzo un giovane ebreo studente della Duke University in North Carolina progettò di partecipare a una marcia che denunciava la perdita di vite umane in Medio Oriente. Quale la sua sorpresa quando si accorse che tutti i partecipanti che lo circondavano scagliavano slogan contro Israele e gli ebrei. E che dire di quando lo scorso giugno gli studenti ebrei della San Francisco State University furono fisicamente attaccati dopo aver protestato a seguito di una manifestazione "Pace in Medio Oriente". Furono pestati per essersi opposti a slogan tipo "Hitler non ha finito il lavoro" e "Tornatevene in Russia". Alla fine gli studenti ebrei dovettero essere messi in salvo e scortati dalla polizia di San Francisco. In Inghilterra, sempre nel 2002, i sentimenti anti-israeliani alle università di Manchester e York hanno avuto come effetto, secondo un leader studentesco, "la persecuzione e vittimizzazione degli studenti ebrei nel campus". A Montreal, questo settembre, gli studenti della Concordia University hanno bruciato le bandiere israeliane e paragonato il Magen David alla svastica. A Detroit, sempre lo scorso autunno, quelli dell' unione degli studenti della Wayne State University, hanno tappezzato il compus di poster su cui era scritto che "gli israeliani sono assassini di innocenti" e che "le tasse USA per massacrare i palestinesi devono cessare". E che dire della stupefacente decisione del Colorado College che aveva invitato la portavoce di Arafat, Hanan Ashrawi, come speaker ufficiale della giornata di commemorazione dell'11 settembre. Solo dopo pubbliche critiche il college è stato costretto ad affiancarle il professor Daniel Pipes come contro-relatore.
Non si contano poi le mostre itineranti a favore della Palestina, sul tipo di quella promossa da Medici senza frontiere a Roma e in mezza Italia nelle librerie Mondadori . In America in una di queste, gli studenti arabi hanno sistemato un finto blocco stradale all'ingresso di molti edifici. Alla University della California a Berkeley, un dipartimento del corso d'inglese intitolato "La politica e la poetica della resistenza palestinese" ha invitato un mese orsono gli studenti a discutere "la brutale occupazione militare israeliana della Palestina occupata sin dal 1948" e ha ammonito dal seguire i corsi nella classe quegli studenti che "pensatori conservatori, sono incoraggiati a cercare altre sezioni". Nel Regno Unito la situazione se possibile è anche peggiore: due accademici israeliani sono stati recentemente rimossi dal posto di editorialisti da due giornali di facoltà, The Translator e Translation Studies Abstracts. La proprietaria dei giornali, Mona Baker, ha spiegato di non aver nulla di personale contro gli israeliani, ma di "deplorare lo Stato d'Israele". Nell'aprile del 2002, 120 accademici universitari di 13 Paesi europei, in primis gli italiani, hanno fatto appello per il boicottaggio d'Israele, compresa la ricerca e gli accordi culturali. Alcuni hanno preso il boicottaggio molto sul serio. Ad esempio quando a maggio il Goldeyne Savad Institute di Gerusalemme ha richiesto un campione di clone DNA alla Norwegian Veterinary School con la quale era in corso una cooperazione di routine tra ricercatori, i ricercatori israeliani sono rimasti sorpresi nel ricevere un diniego. Su quale base? La professoressa Ingrid Harbitz ha spiegato a Oslo che l'attività israeliana nella West Bank rendeva "impossibile per me consegnare qualunque genere di materiale a una università israelitica ".
ANNO NUOVO VITA NUOVA Adesso la sfida si sposta nell'anno futuro e per non compiere gli errori di sottovalutazione del passato "The Foundation for Jewish Campus Life", la più grande organizzazione ebraica studentesca negli Stati Uniti, si è unita con altri gruppi per l'addestramento alla difesa d'Israele degli studenti ebrei . La "World Union of Jewish Students" ha anche realizzato un manuale sulla difesa d'Israele, e lavora a stretto contatto con gli studenti ebrei delle università da Parigi a Sydney . Molte comunità ebraiche locali hanno approfondito i propri legami con i leader studenteschi dell'area e lavorano strettamente su una strategia che sia allo stesso tempo puntuale e abbastanza attraente da interessare studenti di college. E all'inizio dell'anno, la "Jewish Students Organization" della Germania, che si occupa anche degli ultimi immigrati dall'ex-Unione Sovietica in Israele, ha organizzato una conferenza sull'educazione degli studenti ebrei sul Medio Oriente. Basterà tutto ciò a contrastare decenni di mistificazione anti israeliana? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio plauso alla redazione dell'Opinione. Cliccando sul link sottostantre si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.