Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 03/03/2022, a pag.2 con il titolo "I morti ammazzati se la sono cercata. Potevano arrendersi", il commento di Diego Gabutti.
Diego Gabutti
Sono tornate le bandiere arcobaleno, e con loro il segreto di Pulcinella del pacifismo italiano: l’amore per il tiranno. Questi va sempre perdonato, e comunque compreso: se aggredisce l’inerme è perché l’Occidente lo ha provocato, o perché ha avuto un’infanzia difficile. Non ha colpe: la colpa è della Cia, dell’Unione Europea, della Nato, di Hollywood, della Regina d’Inghilterra, in una parola «del sistema» o, come si diceva un tempo, «della società». Chi non ha ragioni da accampare ma colpe da scontare è il paese aggredito. Perché gli ucraini hanno votato un comico? Come si permettono Ucraina e Crimea d’affacciarsi sul Mar Nero senza pagare pegno alla Federazione Russa? Idem il Tibet, oppure il Kuwait, per cambiare epoca e continente: quei pozzi di petrolio convengono a noi – e poi basta, finis, con tutte quelle ruote di preghiera. Agli occhi del pacifondaio occidentale la guerra è poco più d’una parola in maiuscolo sui cartelli da struscio militante. Nessuno di loro prende le parti degli aggrediti, o spende una parola per i morti ammazzati, che se la sono cercata: potevano arrendersi, evitando così di finire sotto le bombe, e invece no, si sono opposti all’aggressore, hanno risposto al fuoco, bombe Molotov, missili anticarro, mitra e pistole.
Chi è il vero violento, allora? Non l’aggressore, che volentieri eviterebbe ogni violenza, e che preferirebbe annettersi il paese, per esempio l’Ucraina, senza colpo ferire, per così dire gandhianamente, con la dolcezza. È l’aggredito, diciamolo, che ricorre alla violenza – con la scusa di volersi difendere, d’amare la libertà più della vita degli aggressori, e di non volere padroni – quando dovrebbe piuttosto porgere ai Putin o Saddam l’altra guancia e, all’occorrenza, anche l’altra chiappa. Prego, entrate. Gradite un caffè? C’è questa speciale Weltanschauung dadaista dietro le bandiere arcobaleno recuperate in qualche vecchio baule polveroso ideologico mai più aperto dai primi anni del millennio. È il mondo alla rovescia, il mondo in cui l’odio è amore, la guerra pace, la schiavitù libertà. Pacifisti, gli agitatori di bandiere arcobaleno, che per il momento ancora timidamente e tuttavia sempre più rumorosamente schiamazzano nelle nostre strade, tifano per i guerrafondai contro gl’inermi, e fanno dell’aggressore un modello di virtù mentre l’aggredito, poiché accoglie il nemico a fucilate, è causa del proprio mal, e ha quel che merita: una severa lezione, e se la resistenza continua, un bagno di sangue. «Porta tutto questo alla sua conclusione logica» – diceva George Smiley, il masterspy di John Le Carré – «e Gerald, la talpa, ci spingerà a strangolare i nostri figli nella culla».