Roman Abramovich, possibile mediatore tra Zelensky e Putin Cronaca di Antonello Guerrera
Testata: La Repubblica Data: 01 marzo 2022 Pagina: 6 Autore: Antonello Guerrera Titolo: «Spunta il mediatore Abramovich chiesto al tavolo da Zelensky per i legami con gli oligarchi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/03/2022, a pag.6, con il titolo "Spunta il mediatore Abramovich chiesto al tavolo da Zelensky per i legami con gli oligarchi" la cronaca di Antonello Guerrera.
Antonello Guerrera
Roman Abramovich
“Follow the money ”, ma anche Roman Abramovich. Segui il magnate russo e padrone del Chelsea campione del mondo. Perché le ultime mosse sue e della famiglia fanno intendere la preoccupazione degli oligarchi russi per la guerra in Ucraina. E come stiano cercando di salvare la situazione prima che diventi catastrofica. Per tutti, inclusi coloro, come Abramovich, sinora adottati dalla nomenklatura di Putin ma anche da governo, City di Londra ed establishment britannico, che negli ultimi anni hanno divorato quanto più denaro, spesso sporco, dai paperoni di Mosca. Dopo una settimana turbolenta, in cui ha persino mollato la gestione del Chelsea alla sua fondazione benefica, ieri Abramovich ha accettato di partecipare ai colloqui di pace in corso al confine tra Bielorussia ed Ucraina. Sono negoziati che «hanno una scarsissima probabilità di successo », dice una fonte dei servizi occidentali a Repubblica . Eppure “Abra” sarebbe già sul posto, dopo che ieri due suoi aerei sono atterrati a Riga, in Lettonia, e un altro a Mosca. Il 55enne Roman era a bordo? Chissà. In ogni caso, Abramovich ha detto sì. «Non so quanto potrà influenzare l’esito finale. Ma è l’unico che ha accettato e che, dopo la richiesta degli ucraini, è stato approvato anche da Mosca», ha detto il suo amico Alexander Rodnyansky, produttore 61enne ucraino di film di successo come “Leviathan” e creatore della prima tv indipendente di Kiev, “1+1”. È stato Rodnyansky il “broker” che ha portato il suo compagno Abramovich al tavolo: «La delegazione ucraina stava cercando qualcuno che potesse fare da negoziatore », ha rivelato ieri il produttore, «a legarli è la comunità ebraica. Quindi, tramite me, hanno chiesto il suo aiuto. Roman ha accettato». Abramovich ha passaporto israeliano - ma non quello britannico - ed è ebreo, come Rodnyansky e lo stesso presidente ucraino Zelensky. Ma tutta la comunità ebraica ucraina è stata fondamentale per convincere l’oligarca. Abramovich, arricchitosi spaventosamente dopo la caduta dell’Urss, ha un patrimonio di circa 12 miliardi di euro, ed è l’oligarca più politico e carismatico: per Putin molti anni fa ha ricoperto la carica di governatore della remota regione artica di Chukotka. È considerato una figura potenzialmente ideale per trovare un compromesso, vista la sua vicinanza al presidente russo, ma è inviso al Regno Unito. Soprattutto dopo l’avvelenamento dell’ex spia doppiogiochista Skripal a Salisbury per mano dell’intelligence militare russa Gru, che ha innescato una valanga di sospetti e veleni tra lui e il governo di Londra. Da molto tempo, Abramovich non torna oltremanica e se lo facesse potrebbe essere respinto alla frontiera. Ecco dunque la sua grande occasione. Per i critici si tratta di un whitewashing, ossia i colloqui di pace sarebbero un pretesto per rifarsi la reputazione e provare ad evitare quante più sanzioni possibili - il passo di lato il Chelsea va letto così, in attesa di una eventuale cessione. Ma attenzione: l’altro giorno la figlia Sofia ha postato su Instagram un messaggio contro Putin e la guerra. Pare il segnale che, come in altri oligarchi russi, ci sia un crescente disagio, anche in famiglia. Per questo, seguite Roman Abramovich. Dove va lui, potrebbe andare anche la Russia di Putin.
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