Gli amici di Putin falsificano la storia
Analisi di Antonio Donno
A destra: Vladimir Putin
Una delle più vergognose giustificazioni che circolano anche in Italia sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è che la responsabilità di tutto ciò che sta avvenendo sia soprattutto della NATO. Secondo tale squallido ragionamento, la NATO, spingendosi troppo ad Est, costituisce un pericolo per la Russia di Putin, al quale non è rimasto altro da fare che invadere e conquistare l’Ucraina, impadronendosi di un ampio cuscinetto territoriale e politico che si inserisce, insieme alla Bielorussia, ormai divenuta una satrapia di Mosca, tra i Paesi dell’Est che fanno parte da tempo della NATO. Così, lo scacchiere dell’Europa orientale subisce un’importante modificazione, permettendo a Putin, con la conquista dell’Ucraina, di minacciare gli altri Paesi aderenti alla NATO e direttamente confinanti con la Russia-Ucraina.
Ma l’adesione di molti Paesi dell’Europa Orientale alla NATO è da far risalire proprio al timore di questi ultimi di essere oggetto del revanscismo russo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la conquista dell’indipendenza di molte parti del suo impero. Per questi Paesi, assoggettati al comunismo sovietico o facenti direttamente parte dell’Unione Sovietica (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania) era una necessità imprescindibile sviluppare la propria indipendenza e la propria economia in stretto rapporto con l’Occidente avendo le spalle protette dalla possibile ripresa del revanscismo russo, che è lo strumento ideologico di Putin per rinnovare l’antica potenza dell’Impero russo. Questo è stato il motivo della loro adesione alla NATO, un motivo assolutamente credibile, visto ciò che oggi sta avvenendo a spese dell’Ucraina. Se l’Ucraina avesse per tempo aderito alla NATO, sarebbe stato impossibile per Putin invadere e conquistare l’Ucraina: ne sarebbe scaturita una guerra micidiale con la NATO e con l’Occidente, con esiti imprevedibili per la Russia.
Quindi, è inaccettabile sostenere che la colpa degli avvenimenti presenti è da attribuire all’“invasione” della NATO nei Paesi dell’Europa Orientale. Questi Paesi hanno visto nella NATO un punto di riferimento politico, militare e strategico indispensabile per difendersi dal revanscismo di Mosca. L’invasione dell’Ucraina, non aderente alla NATO, ne è stata la drammatica dimostrazione. A questo punto, l’altro obiettivo “libero” da ogni tipo di adesione è la Moldavia, piccolo Paese poverissimo e indifendibile, che comunque permetterebbe a Putin di conquistare un altro piccolo tassello territoriale ai confini dei Paesi NATO.
La mossa di Putin non può essere compresa se non facendo riferimento all’approvazione data a Mosca dalla Cina di Xi. La Cina ha due obiettivi strategici di immensa importanza: Il Medio Oriente e il Pacifico. L’avanzata attuale della Cina verso il Mediterraneo attraverso una nuova “Via della seta” ha bisogno del controllo politico e strategico del Mar Nero e del Mar d’Azov da parte della Russia. Il possesso dell’Ucraina da parte di Mosca favorisce i piani della Cina. Cina e Russia hanno in comune l’obiettivo di conquistare l’egemonia nelle relazioni internazionali.
Tornando al problema ucraino, l’unità dell’Occidente contro l’impresa di Putin è un fatto di enorme importanza e lo sarà ancor più se la Cina dovesse puntare ad annettere Taiwan. I movimenti politici dei due giganti asiatici rappresenteranno nei prossimi anni la questione centrale delle relazioni internazionali, cui gli Stati Uniti non potranno sottrarsi. Se oggi Russia e Cina sono predominanti sulla scena globale, ciò accade perché gli Stati Uniti, a partire a Obama in poi, hanno progressivamente rinunciato a porsi come leader del mondo, lasciando campo libero alle risorgenti forze del totalitarismo. Occorre tenere presente che l’invasione e la probabile annessione dell’Ucraina è il primo passo del progetto putiniano di ricostruzione dell’Impero zarista, come ha dimostrato la presenza della bandiera dei Romanov posta alle spalle del dittatore russo durante una sua apparizione televisiva di qualche giorno fa. Gli Stati Uniti, a questo punto, hanno il dovere di porsi nuovamente a capo del mondo libero, così come fecero negli anni della guerra fredda, divenendo il punto di riferimento della libertà dei popoli.