L'Unione europea finanzia il terrorismo islamico Commento di Gianluca Veneziani
Testata: Libero Data: 16 febbraio 2022 Pagina: 15 Autore: Gianluca Veneziani Titolo: «L'Europa finanzia i terroristi islamici»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/02/2022, a pag. 15, con il titolo "L'Europa finanzia i terroristi islamici", il commento di Gianluca Veneziani.
Gianluca Veneziani
Da oggi Ue diventerà l'acronimo di Unione d'Eurabia. Sarebbe opportuno il cambio di nome vista la quantità di finanziamenti a pioggia a beneficio di associazioni islamiche vicine a gruppi estremisti e favorevoli alla sharia e all'introduzione del velo. Il piano di contributi è consistente e sistematico, come risulta grazie all'interrogazione alla Commissione da parte dei gruppi di Identità e Democrazia e dei Conservatori e Riformisti (tra i firmatari ci sono gli europarlamentari leghisti Silvia Sardone, Gianantonio Da Re e Susanna Ceccardi). Alla richiesta di saperne di più sui presunti legami tra le istituzioni europee e i Fratelli Musulmani, una delle più discusse espressioni dell'islam politico, la Commissione ha messo nero su bianco cifre e nomi degli enti islamici foraggiati dall'Europa.
Il quadro è inquietante: si scopre ad esempio che tra 2013 e 2019 il Femyso, Forum dei giovani e degli studenti musulmani, ha beneficiato di 170mila euro, di cui 125mila per «programmi di istruzione dell'Ue» e 45mila per due progetti nell'ambito del programma REC (Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza), inseriti nell'iniziativa We Can For Human Rights Speech. Vale la pena ricordare come il Femyso, già battezzato dalla ministra francese Schiappa «lo pseudonimo dell'islamismo», sia considerato la succursale dei Fratelli Musulmani, organizzazione messa al bando in diversi Paesi, tra cui Russia, Emirati Arabi Uniti e Austria, e definita «terroristica» da Trump. Nonché nota, come ricordano gli europarlamentari autori dell'interrogazione, per fare «apologia degli attentati suicidi» e «incitare all'omicidio degli omosessuali». Ma non è tutto: del Femyso fa parte la Fioe (Federazione delle organizzazioni islamiche d'Europa) che ha creato il Consiglio europeo per la fatwa e la ricerca, incaricato di far pressione sulle autorità europee per applicare la sharia al contesto locale. Lo stesso progetto We Can For Human Rights Speech, finanziato dalla Commissione, presenta molte criticità. Come avverte l'europarlamentare Emmanouil Fragkos, «è una campagna online per incoraggiare a indossare il velo hijab in Europa». Finanziamenti europei sono riversati anche a vantaggio di enti islamici dalla fama più torbida. Come rivela la Commissione, a godere del sostegno Ue è stato a lungo il Collettivo contro l'islamofobia in Francia, sciolto dopo l'assassinio nell'ottobre 2020 del prof Samuel Paty da parte di un estremista islamico, in quanto «chiaramente coinvolto» nella vicenda, come aveva detto il ministro dell'Interno francese Darmanin. Ebbene, fino a poco prima il Collettivo è stato a libro paga dell'Ue, ottenendo oltre mezzo milione: «Il Collettivo contro l'islamofobia in Francia», scrive la Commissione, «ha beneficiato di due sovvenzioni, la cui erogazione si è conclusa rispettivamente nel 2014 (importo di 484.254,50 euro) e nel 2019 (importo di 36.958,71)». A ciò bisogna aggiungere i soldi Ue per il Collettivo contro l'islamofobia in Belgio, «beneficiario di una sovvenzione di 53.119 euro». Nonché i contributi di cui gode l'Enar (Rete europea contro il razzismo), anch'essa vicina ai Fratelli Musulmani, che ha ricevuto solo nel 2020 oltre 800mila euro dalla Commissione. In generale, fa sapere il sito Gateway Pundit, tra 2014 e 2019 i finanziamenti europei a gruppi islamisti sarebbero pari alla cifra monstre di 36,5 milioni. Di fronte a questo scenario la Lega si indigna: «Con i nostri soldi si finanziano gli estremisti e i loro amici?», si chiede l'eurodeputata Ceccardi. «È inaccettabile. Chiederemo approfondimenti alla Commissione: il fondamentalismo si combatte, non si finanzia con fondi Ue». Più che sindrome di Stoccolma è sindrome di Bruxelles: la capacità di amare il proprio aguzzino riempiendolo di soldi.
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