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La Repubblica Rassegna Stampa
14.02.2022 Ucraina: l'ultimo tentativo dell'Europa per evitare la guerra
Cronaca di Tonia Mastrobuoni

Testata: La Repubblica
Data: 14 febbraio 2022
Pagina: 2
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «L’ultima mediazione per l’Ucraina, Scholz prova a evitare il conflitto»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/02/2022, a pag. 2, con il titolo "L’ultima mediazione per l’Ucraina, Scholz prova a evitare il conflitto", la cronaca di Tonia Mastrobuoni.

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Tonia Mastrobuoni

Ucraina-Russia, ultime notizie in diretta. Steinmeier a Putin: Rischio  guerra- Corriere.it

Gli Stati Uniti si impegnano «a difendere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina»: il presidente americano Joe Biden ha riaffermato in una telefonata con il suo omologo ucraino Volodimir Zelenskij la sua determinazione ad agire «in modo rapido e deciso» contro ogni aggressione russa. La strategia della Casa Bianca, condivisa dal resto dell’Occidente, è «deterrenza e diplomazia». Il colloquio – alla fine del quale Biden è stato invitato a Kiev «nei prossimi giorni» – giunge alla vigilia di due giorni importanti, in cui da Berlino partirà forse l’ultimo tentativo di scongiurare una guerra alle porte dell’Europa. Zelenskij riceverà oggi a Kiev il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che proseguirà domani per Mosca, dove pranzerà con Vladimir Putin. A poche ore dalla data cruciale individuata dalle intelligence occidentali per l’invasione dell’Ucraina, mercoledì. Dalla Germania sono arrivate ieri parole nette verso il Cremlino. Putin ha la «piena responsabilità» per la tensione militare che si sta acuendo ora dopo ora sul confine ucraino, ha tuonato Frank-Walter Steinmeier poco dopo la sua rielezione a presidente della Repubblica: «Putin sciolga il cappio intorno al collo dell’Ucraina ». Parole dure. Che Scholz non ha voluto pronunciare con la stessa cristallina attribuzione di colpe. Ieri il cancelliere ha ribadito le solite formule sulla «reazione dura» in caso di invasione. Ma il socialdemocratico punta a ridurre al minimo gli elementi di frizione con Putin, alla vigilia del mini-tour a Est. Quella di Kiev, intanto, non sarà solo una tappa per segnalare «pieno sostegno e solidarietà» verso l’Ucraina, sottolinea una fonte governativa. A Zelenskij il cancelliere intende strappare concessioni importanti, in vista della giornata clou a Mosca. L’obiettivo è ottenere segnali concreti di de-escalation alla frontiera russo-ucraina. Dunque, sul tavolo del colloquio con Zelenskij ci saranno alcuni punti cruciali rimasti lettera morta da molto tempo. Intanto Scholz garantirà aiuti economici, ma ricorderà a Kiev che già negli anni scorsi la Germania è stata tra i suoi benefattori più generosi, con quasi due miliardi di euro di aiuti. Come dire: basta con le richieste martellanti di armi. Ma il cancelliere cercherà principalmente di strappare a Zelenskij l’impegno su cui l’Occidente si sta rompendo la testa da sette anni: l’implementazione degli accordi di Minsk II.

Crisi Ucraina-Russia, fiato sospeso

Le violazioni non avvengono solo da parte russa, ad esempio sul cessate il fuoco nel Donbass, teatro della guerra a bassa intensità tra truppe locali e milizie russe. E tra gli incidenti che dimostrano queste lesioni e che hanno accelerato il mostruoso dispiegamento di forze russe al confine (130mila secondo gli Usa, non 100mila come si credeva), c’è l’abbattimento di un drone russo Orlan da parte ucraina a ottobre. Poi c’è il mancato riconoscimento di una certa autonomia alle regioni contese, altro impegno che Kiev aveva sottoscritto con le intese favorite, all’epoca, dal quartetto Normandia (Germania, Francia, Ucraina, Russia) e dalla importante mediazione di Angela Merkel. Che sarebbe stata ascoltata da Scholz proprio in vista delle due tappe a Est. Finora Zelenskij ha sempre respinto il rispetto degli accordi di Minsk II perché sottoscritti dal suo predecessore, Petro Poroshenko. Ma dalla fallimentare, ultima riunione a Berlino degli sherpa del quartetto Normandia, i russi sono riemersi furibondi soprattutto con Berlino, per le scarse pressioni esercitate su Kiev. E ora Scholz vuole ottenere una svolta. A Mosca, il cancelliere tenterà dunque di portare anzitutto risultati concreti su questo fronte. E anche se la fonte governativa ricorda che Scholz non ha alcuna intenzione di parlare con Putin di un’eventuale moratoria della Nato sui nuovi ingressi, su Nord Stream 2 le bocche restano cucite. E anche alla domanda se Scholz rifiuterà di farsi il tampone molecolare, come Emmanuel Macron, le stesse fonti rispondono che non è stata ancora presa alcuna decisione. Da Berlino si vuole evitare ogni tensione superflua. Intanto dalla Polonia arriva l’allarme per una presunta “ondata” di profughi in caso di attacco. E da Israele rimbalza un’indiscrezione: su spinta di Zelenskij il premier Naftali Bennett avrebbe proposto un summit tra il presidente ucraino e Putin a Gerusalemme.

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