India, il no al velo islamico scatena le proteste Commento di Stefano Vecchia
Testata: Avvenire Data: 13 febbraio 2022 Pagina: 14 Autore: Stefano Vecchia Titolo: «Il no all'hijab scatena le musulmane»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 13/02/2022, a pag.14 il commento di Stefano Vecchia dal titolo "Il no all'hijab scatena le musulmane".
Le pressioni dell'induismo militante come pure l'azione di chi vi si oppone, ricordando le fondamenta laiciste dello Stato indiano, avranno un punto focale domani nel grande e popoloso Stato meridionale del Karnataka. Qui si è attivata a da qui si è estesa in tutte le grandi città indiane e anche all'estero la reazione dei musulmani alla decisione ufficiale di proibire negli istituti superiori l'uso del velo islamico, l'hijab, per le studentesse. Nel mirino il governo dell'induista Bharatiya Janata Party di Narenra Modi. Un provvedimento che non ha alcun fondamento legale ma che è stato giustificato come necessario per evitare tensioni interreligiose e che invece viene visto dai musulmani e altri che ne condividono le ragioni come un nuovo atto discriminatorio verso una comunità che si trova sulla difensiva a quasi otto anni dal ritorno al potere dei nazionalisti filo-induisti del Bjp. Non i soli, ovviamente, perché anche i cristiani vedono peggiorare la loro situazione sotto la spinta degli estremisti indù che puntano alla loro riconversione e al loro rientro alla tradizione religiosa, da cui in maggioranza sono storicamente usciti, oppure alla loro espulsione dall'India. Soprattutto verso i cristiani sembra indirizzato un secondo provvedimento che riguarda il Karnataka: la discussione alla Camera alta del Parlamento locale e la possibile approvazione finale del progetto di una legge anti-conversione sulla falsariga di quelle già applicate in otto Stati dell'India. Una prospettiva che ha sollevato forti resistenze da ogni settore della società civile indiana, dalla politica al cinema, dalle forze armate all'attivismo ambientalista. Perché, come ricorda nella petizione promossa per chiedere la sospensione del cammino della legge il National Solidarity Forum, coalizione di movimenti nato come reazione ai gravi atti persecutori anti-cristiani del 2007-2008 nello Stato di Orissa, «ovunque sia stata approvata una legge anti-conversione ironicamente ufficialmente chiamata "Legge perla libertà di religione", è diventata la giustificazione per la persecuzione delle minoranze e di altri gruppi emarginati ed è stata usata come uri arma per colpire la dignità dei cristiani e dei musulmani».
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