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Sandro Semsey
Gentile Sandro, Gli ebrei europei potevano fare ben poco per difendere le loro comunità perché, oltre alla furia nazista, erano circondati dalle popolazioni locali che li volevano tutti morti. Erano in genere povera gente, da sempre costretta a vivere isolata, non erano guerrieri, erano molto religiosi. Nonostante questo non mancarono le rivolte, ricordiamo quella del ghetto di Varsavia dove gli ebrei, nonostante le difficoltà, vivendo e muovendosi sottoterra e nelle fognature, riuscirono ad organizzare un'armata di autodifesa nota con il nome di Organizzazione Combattete Ebraica (ZOB). Per più di un mese riuscirono a resistere tenendo i tedeschi fuori dal ghetto ma alla fine questo fu bombardato, raso al suolo e tutti furono uccisi. Vi furono altre rivolte nei ghetti di Bialystok e Minsk e nei campi di sterminio di Treblinka e Sobibor, tutte finite nel sangue ma non per questo meno eroiche. Il caso dei fratelli Bielski che riuscirono a creare una vera e propria comunità nei boschi è epico ma non è giusto pensare che gli ebrei si lasciarono sterminare senza mai tentare una rivolta. Nel dopo guerra gli assassinii di ebrei continuarono, quelli che tentarono di ritornare nelle loro case furono uccisi, nessuno più li voleva, erano raminghi per l'Europa rincorsi da chi li voleva ammazzare. Quelli, e furono molti, che volevano andare in Erez Israel venivano bloccati e arrestati dagli inglesi. Insomma non fu una passeggiata. Per quanto riguarda il comportamento degli ebrei inglesi contro Smotrich, sono d'accordo con lei. È un estremista, ha le sue idee che io non trovo sempre del tutto sbagliate, ma arrivare a cacciarlo in quel modo la ritengo una vergogna. Gli ebrei vivono ancora nella paura e molti attribuiscono l'antisemitismo che sta attraversando tutto l'occidente a Israele e al suo rifiuto di farsi eliminare per diventare Palestina. Spesso mi indigno contro quel tipo di ebrei super assimilati, poi penso che non tutti nascono coraggiosi e che, di fronte alla vita comoda e sicura, preferiscono affondare Israele. Non sanno che se questo accadesse loro diventerebbero null'altro che carne da macello. Un cordiale shalom
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Gentile Deborah, pur essendo da sempre abituati alle retoriche strumentali che in Italia ci vengono sempre propinate da destra e da sinistra, si ha l'impressione che la discussione di questi giorni su Foibe e Shoah sia una gara di ipocrisie contrapposte. La destra paragona l'atroce strage delle foibe alla Shoah , negando l'unicita' della Shoah ,cercando in questo modo di attenuare le colpe della destra fascista che non si puo' dire abbia fatto mai i conti con la propria storia. La sinistra afferma che le foibe non sono paragonabili alla Shoah ( e su questo io concordo pienamente ), ma lo fa per attribuire irrilevanza ai massacri di tanti italiani per mano dei comunisti iugoslavi. Del resto , e' la stessa sinistra che tutti gli anni insulta la Brigata Ebraica il 25 aprile ( con buona pace di qualche deputato pd ). La sinistra nega ancora perfino il vergognoso episodio( da lei citato ) di avere rifiutato a Bologna il latte ai bambini che ,profughi dall'Istria, cercavano rifugio in Italia. NB . Tragica coincidenza della storia: un certo numero di quei profughi istriani fu sistemato in emergenza nel campo di raccolta di Fossoli , che qualche anno prima era usato dai nazisti per sistemarvi ebrei prigionieri che poi venivano mandati nei lager con i treni della belva Eichmann. Mi auguro ( ma con scarsa fiducia ) che destra e sinistra facciano i conti una volta per tutte con la propria storia o almeno con la propria coscienza. Saluti
Dante D
Gentile Dante, Temo che il suo augurio resterà vano perché, se non è accaduto finora, e son passati quasi 80 anni, destra e sinistra mai faranno i conti con la propria coscienza. La sua analisi è perfetta. La destra ricorda la tragedia delle foibe per cancellare le colpe del fascismo, dimostrando che il comunismo non era certo migliore. La sinistra le ha negate per mezzo secolo e oggi ricorda con riluttanza i massacri dei comunisti italiani e yugoslavi nelle terre italiane di Istria e Dalmazia. Siamo arrivati all'assurdo che chi rivolge un pensiero doloroso alle foibe e alla pulizia etnica in quelle terre, viene considerato fascista. Il paragone con la Shoah è semplicemente vergognoso e purtroppo abbiamo letto in questi giorni che è stato fatto anche da un funzionario del Ministero dell'Istruzione, cui il ministro Bianchi in persona ha cercato, in fretta e furia, di mettervi una toppa. La confusione è grande, le giustificazioni, sia da una parte che dall'altra, sono indegne di una società civile. I morti, purtroppo, restano e spesso vengono uccisi due volte. Un cordiale shalom
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Cara Deborah, si sta concludendo questa settimana in cui si e' celebrata la memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano-dalmata. So che Lei e la Sua famiglia avete vissuto di persona questa pagina dolorosa non solo della Storia d'Italia, ma dell'Umanita' intera, e a Lei rivolgo il mio pensiero affettuoso. Come ogni anno, non sono mancate le voci di tanti "intellettuali di sinistra", addirittura un rettore di universita' (sic!), che vogliono minimizzare questo evento, riducendolo ad una "comprensibile reazione" dei titini alle crudelta' precedentemente subite ad opera dei fascisti in Istria e Dalmazia. Grazie ad alcune letture su IC, ho scoperto che tali "pulizie etniche" erano ivi iniziate gia' del lontano 1848 ad opera dell'imperatore Francesco Giuseppe... Ma io non desidero qui fare alcuna analisi storica (non ne ho le competenze) e non e' questo il motivo di questa mia lettera. Il fatto e' che questi "intelletuali", che si indignano quando, in un mercatino domenicale di periferia, trovano un busto alto un palmo del Duce (che, beninteso, non mi comprerei mai!), ebbene, questi raffinati "intellettuali", paladini della classi oppresse, al contempo, fanno bella mostra, nei sontuosi salotti, dei ritratti di Lenin, Stalin, Tito (appunto), Mao, Kim-Il-SUng, Pol-Pot, Ceaucescu, Castro (e, chi piu' ne ha, piu' ne appenda)... E poi si dimenticano, ogni santo giorno dell'anno -- e di cio' ne danno prova, in particolare il 25 aprile, fischiando la Brigata Ebraica -- che il Gran Mufti' di Gerusalemme, lo "zio" di Arafat, era andato piu' volte da Hitler a Berlino per pianificare la pulizia etnica degli Ebrei di Palestina, e che avevano concordato insieme la istituzione della Waffen-Gebirgs-Division der SS "Handschar", costituita prevalentemente da musulmani bosniaci, ed i cui fini genocidari sono ben evidenti a tutti. Voila', c'est tout ! Un cordiale Shabat Shalom,
Tullio Ceccherini-Silberstein
Gentile Tullio, Il suo cognome mi ricorda quello di una eccezionale e giovanissima pianista russa che ho avuto il piacere di ascoltare al Conservatorio Monteverdi di Bolzano. Si chiamava Lilia Zilberstein. Alla fine del concerto le sono andata vicino e le ho detto solo "Shalom", lei mi ha guardata con stupore, sicuramente non si aspettava si essere salutata in quel modo, in quella lingua, proprio a Bolzano. Poi ha sorriso, ha risposto "Shalom" e mi ha abbracciata. Credo che l'emozione sia passata da me a lei anche se eravamo spintonate da altri spettatori che volevano complimentarsi perché aveva vinto il primo premio. Tornando alle foibe e a tutto quel che ne è seguito, la sua lettera dice tutto. in questi giorni sul web, mi trovo a discutere proprio di questo. Chi scrive che le foibe furono una vendetta per l'orrore che i fascisti avevano lasciato dietro di sé in ex Yugoslavia, dimenticando quanto sloveni, serbi e croati odiassero gli italiani da molto tempo prima della guerra e dell'invasione di quel paese da parte dei nazifascisti. Le foibe furono l'esplosione di quell'odio, è stato come liberare delle belve che si scagliarono, per sbranarle, contro persone innocenti che rispondevano solo al nome di "talianski", a loro non interessava altro. Basterebbe leggere i libri di Pupo Raoul, di Enzo Bettiza, di Fulvio Tomizza o le poesie di Umberto Saba per capire quanto fossero innocenti e semplici quelle persone che finirono nelle foibe o sui treni dell'Esodo, quanto fossero innamorate della loro terra. Una poesia di Lina Galli mi ha sempre profondamente commossa:
Strappati alla loro terra
che sfilava con le coste bellissime
verso un domani ignoto.
E a Venezia una turba li accoglie
con grida ostili e rifiuta loro il cibo;
e a Bologna il treno non può fermarsi,
causa la folla nemica.
I bambini guardano intorno smarriti.
I genitori non hanno più niente da dare a loro.
II domani è un incubo.
Non li sentono fratelli gli Italiani,
ma gente da rigettare, esuli.
Mai nessuno di loro si è vendicato, nessuno ha cercato di andare a riprendersi le case e le terre. Sono emigrati e hanno donato, pur annientati dalla nostalgia, la loro nuova vita alle terre che hanno voluto accoglierli mentre l'Italia li rifiutava gridando loro fascisti mentre, come scrive Jan Bernas, erano solo italiani. Un cordiale shalom |
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