Inghilterra: antisemitismo islamico e antisionismo nelle università Commenti di Daniel Mosseri, Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 11 febbraio 2022 Pagina: 14 Autore: Daniel Mosseri - Carlo Nicolato Titolo: «La studentessa non è antisionista: esame da rifare - Il record di antisemitismo va ai musulmani inglesi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/02/2022, a pag. 14, con il titolo 'La studentessa non è antisionista: esame da rifare' l'analisi di Daniel Mosseri; con il titolo "Il record di antisemitismo va ai musulmani inglesi", il commento di Carlo Nicolato.
Ecco gli articoli:
Daniel Mosseri: "La studentessa non è antisionista: esame da rifare"
Daniel Mosseri
Danielle Greyman
Bocciata per le sue gravi lacune in antisionismo militante, una competenza imprescindibile per una brillante carriera universitaria. E la storia di Danielle Greyman, studentessa britannica iscritta alla Facoltà di Sociologia all'Università di Leeds. Al giornale Jewish Chronicle (JC), la giovane donna dal libretto universitario impeccabile ha spiegato che sta valutando di denunciare l'Università per violazione della legge sull'eguaglianza e per negligenza. Greyman ha lamentato come la sua tesi sui crimini commessi da Hamas contro i palestinesi sia stata respinta perché non c'erano abbastanza passaggi in cui si attribuiva la colpa a Israele. Eppure, ha ricordato la giovane, il contenuto della tesi era stato concordato con il relatore. Eppure, ha osservato, la natura criminale delle attività di Hamas è molto ben nota, e Hamas è riconosciuto come gruppo terrorista. Invece, là dove ha scritto che Hamas usa i civili di Gaza come scudi umani, ha trovato la correzione "e il crimine di guerra israeliano di ucciderli?". E quando ha ricordato che Hamas nasconde le armi nelle scuole della Striscia e che diversi insegnanti sono stati accusati di insegnare l'odio per gli ebrei, il commento è stato: «Adesso il caso di sette insegnanti costituisce un'ondata di antisemitismo?». Commenti impropri secondo David Hirsh, un docente di Sociologia alla Goldsmiths University di Londra consultato dalla giovane, perché «non prendono la forma di un feedback costruttivo ma di un impegno polemico». Intanto Greyman ha dovuto ripetere il modulo.
Carlo Nicolato: "Il record di antisemitismo va ai musulmani inglesi"
Carlo Nicolato
Il 2021 non è stato solo il secondo anno della pandemia o della Brexit, quello scorso in Gran Bretagna è stato anche e soprattutto l'anno dell'antisemitismo, esploso in grande stile senza che peraltro in pochi, se non i diretti interessati, se ne accorgessero. Tra questi ovviamente quello che gli anglosassoni chiamerebbero il "watchdog" dell'antisemitismo, cioè il Community Security Trust (CST), ente che dal 1984 monitora gli episodi violenti che si manifestano contro la comunità ebraica locale e i loro componenti, e che appunto lo scorso anno ha registrato 2.255 incidenti, record assoluto in Gran Bretagna e perfino in Europa. Giusto per fare un confronto in Francia, dove la popolazione ebraica conta 446mila individui, ovvero quasi il doppio di quella britannica (292mila unità), il principale gruppo di sorveglianza ha registrato nello stesso periodo 589 episodi.
ATTACCHI Gli attacchi, come dicevamo, si sono verificati senza che la gran parte dei media schierati a sinistra, perlopiù anti-israeliani e particolarmente sensibili alla causa islamica, vi abbiano dato troppo peso. Enigmatico è stato ad esempio un episodio verificatosi a dicembre scorso su un autobus a Oxford Street, quando un grupPo di ebrei che in quei giorni celebravano l'Hanukkah, e quindi era vestito per l'occasione, è stato insultato e minacciato da alcuni individui poi risultati di fede musulmana. La Bbc aveva raccontato l'episodio sottolineando, senza prova alcuna, che questi ultimi erano stati a loro volta attaccati con insulti anti-islamici, salvo poi ritrattare e chiedere scusa di fronte alle proteste della comunità ebraica. La Bbc, come altri media, ha preferito dare più risalto alla notizia di quel 12enne poi accusato di terrorismo che aveva creato un gruppo neaonazista che si riprometteva di "gasare" gli ebrei, impiccare i gay e di voler «far esplodere le loro sfilate». Significativo piuttosto che questo ragazzino nelle sue fantasiose elucubrazioni pseudopolitiche facesse riferimento a una "jihad" bianca che facesse piazza pulita degli ebrei sulla Terra. L'antisemitismo in Gran Bretagna è infatti un problema più che altro legato alla presenza di oltre 3 milioni di islamici, molti dei quali connotati da posizioni estremiste, ma anche a certe frange dichiaratamente antisioniste del Labour Party.
MOTIVAZIONI L'ex leader Jeremy Corbyn è stato fatto fuori dal partito proprio per le sue posizioni antisemite messe in luce tra le altre cose da un'inchiesta della Commissione britannica sui diritti umani che accusava il vertice laburista «di discriminazioni e vessazioni» nei confronti di membri e iscritti ebrei. Quando nel 2018 la Brexit ancora stentava e Corbyn sembrava potesse seriamente proporsi come premier, il 40% degli ebrei residenti nel Regno Unito aveva dichiarato di essere pronto a emigrare in Israele. L'antisemitismo britannico dunque non è un problema politico di destra come magari la Bbc e il Guardian vorrebbero, è piuttosto l'ennesima prova del fallimento del multiculturalismo esaltato dalle sinistre e giustificato dai nuovi dogmi politically correct. Non è un caso che il picco degli episodi sia stato toccato proprio a maggio, mese in cui il conflitto in Medio Oriente si è intensificato: il CST ha registrato 661 incidenti, mentre altri 210 sono stati registrati a giugno. Sono questi in giorni in cui un corteo di auto che esponeva bandiere palestinesi si addentrava nei quartieri ad alta concentrazione ebraica di Londra e di altre città gridando oscenità attraverso altoparlanti, tra cui «fuck gli ebrei, violentate le loro figlie». Anche quando gli episodi sono stati accompagnati da "motivazioni di destra", cioè quei 502 incidenti segnalati in cui responsabili hanno usato discorsi legati al nazismo e all'Olocausto, si tratta perlopiù di islamici che hanno celebrato il genocidio del popolo ebraico o hanno espresso il desiderio che accada di nuovo. In almeno 120 di questi incidenti, ricorda il CST, «sono state fatte osservazioni esplicitamente antiebraiche insieme alle richieste di distruzione dello Stato di Israele». In generale più di un terzo di tutti gli incidenti registrati lo scorso anno facevano esplicito riferimento al conflitto in Medio Oriente o dimostravano motivazioni antisioniste insieme all'antisemitismo. Ancora più preoccupante e significativo è il fatto che l'antisemitismo dalle famiglie è arrivato anche nelle scuole coinvolgendo studenti e insegnanti. Negli istituti britannici sono stati segnalati 182 episodi, ma si teme che siano molti di più quelli non denunciati per paura di ritorsioni. Il CST sostiene di aver aiutato diversi alunni e perfino insegnanti «che si sentivano isolati e temevano di tornare al loro posto».
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