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Libero Rassegna Stampa
10.02.2022 Accordo Usa-Iran. Ma Israele dice no
Commento di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 10 febbraio 2022
Pagina: 15
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Usa e Iran verso l'intesa sul nucleare. Israele li diffida»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/02/2022, a pag. 15 con il titolo "Usa e Iran verso l'intesa sul nucleare. Israele li diffida", la cronaca di Mirko Molteni.

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Mirko Molteni

ISRAEL – IRAN Israel's military seeking more money for a (possible) war  with Iran

Sono giorni decisivi per le trattative a Vienna fra l'Iran e i Paesi firmatari del patto sul nucleare JCPOA, siglato nel 2015 durante l'amministrazione del presidente americano Barack Obama, e del suo vice Joe Biden, attuale presidente USA, ma poi rotto da Donald Trump. La CNN ha ieri fatto trapelare da funzionari di Washington che «l'amministrazione Biden ritiene d'aver tempo fino alla fine di febbraio per ripristinare il JCPOA, in caso contrario dovrà cambiare linea e lanciare sforzi aggressivi». Dal canto suo, Israele non si fida e continua a prepararsi ad attacchi aerei sulle installazioni nucleari iraniane, in caso di fallimento della diplomazia. L'ambasciatore israeliano in Italia, Dror Eydar, intervistato dal direttore dell'Agi, Mario Sechi, spiega: «Pensare che il regime degli ayatollah onorerà un pezzo di carta che ha firmato a Vienna e fermerà le sue ambizioni non è in linea con le lezioni imparate dalla storia. In Europa 80 anni fa abbiamo imparato a tenere conto delle dichiarazioni dei dittatori e a non liquidarle come parole vuote». A riprova, Eydar ha ricordato il sostegno di Teheran a varie milizie sciite, come Hezbollah o gli Huthi, in molti paesi, dal Libano, allo Yemen, dalla Siria all'Iraq. Il patto JCPOA limitava l'arricchimento dell'uranio iraniano a livelli incompatibili con la costruzione di bombe atomiche, in cambio dell'eliminazione delle sanzioni al paese. Nel 2018 Trump fece uscire gli Stati Uniti dal trattato, le cui altre parti sono Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e UE, perchè non proibiva i missili balistici, e rimise in vigore le sanzioni. Per reazione, l'Iran ha sforato dal 2019 i limiti di arricchimento del suo uranio. Trattative per il rientro degli USA nel trattato, che a sua volta dovrebbe portare al rientro dell'Iran nei limiti in cambio dell'eliminazione delle sanzioni, sono ripresi nel 2021 e sono ora nella fase cruciale. Per la delegazione iraniana, «i Paesi occidentali puntano ancora i piedi sulla revoca delle sanzioni e della massima pressione e sul processo di verifica per la revoca delle sanzioni». Iran e USA non si parlano direttamente, ma tramite mediatori UE. Gli iraniani, però, non aiutano la distensione, presentando in questi giorni un loro nuovo missile, il Kheibarshekan con gittata di 1450 km. Intanto, la speranza di un'intesa fa calare i prezzi del petrolio. A New York, il Wti era ieri sotto 90 dollari al barile. Senza le sanzioni, l'Iran potrebbe riprendere a esportare 1 milione di barili al giorno.

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