Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 09/02/2022, a pag.23, con il titolo 'Che vergogna il convegno di Montanari' l'analisi di Gian Micalessin.
Gian Micalessin
Tomaso Montanari
“La persecuzione, gli eccidi efferati di massa - culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe - l'esodo forzato degli italiani dell'Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell'Europa». Basterebbero le parole pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella il 9 febbraio 2020 per seppellire nella vergogna un personaggio come Tomaso Montanari, ispiratore a Siena di un convegno che punta a dimostrare come l'istituzione del Giorno del Ricordo risponda ad un «uso politico della memoria» e sia frutto del «revanscismo fascista». Ma il problema qui non è la dissestata scorciatoia ideologica disegnata da Montanari per conferire dignità scientifica ad un negazionismo di infimo rango. Il problema è che Montanari è il Rettore di un'istituzione statale come l'Università degli Stranieri di Siena.
Ora qualcuno, a partire dal ministero dell'Istruzione in su, dovrebbe chiedersi se il Rettore di un'università statale non sia tenuto a trasmettere e rispettare, oltre alla cultura e alla lingua italiana, anche il senso delle istituzioni e i principi della Repubblica. E se gli sia permesso denigrare una celebrazione votata, discussa e approvata dal Parlamento. Una celebrazione giudicata doverosa e legittima non solo da Mattarella, ma da tutti i Presidenti il cui settennato è coinciso con il Giorno del Ricordo. Azeglio Ciampi, il primo a celebrarlo ufficialmente nel 2005, ricordò «coloro che perirono in condizioni atroci nelle Foibe» e sancì che «questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni».
Nel 2007 Giorgio Napolitano, arrivato al Quirinale dopo 50 anni ai vertici di un Pci centrale nel garantire, almeno fino a metà anni 90, il silenzio sugli eccidi del dopoguerra, è stato ancora più esplicito nell'affermare «che si consumò - nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe - una delle barbarie del secolo scorso». Montanari, storico dell'arte ed esperto dell'eta barocca, farebbe bene, dunque, a chiarire a quale titolo si permetta di contraddire il Parlamento e tre Presidenti della Repubblica. Ma dovrebbe anche spiegare un'ideologia dell'odio dai tratti a dir poco abominevoli. Delegittimare la celebrazione del «Giorno del Ricordo» solo perché approvata e istituita durante una legislatura di centro-destra equivale, in termini di dignità morale, al disprezzo di chi giustifica l'oblio delle foibe sostenendo che in fondo ci finirono dentro solo i fascisti. Tesi peraltro falsa visto che servirono ad eliminare partigiani bianchi, innocenti uccisi per vendetta personali e anche stranieri, come croati e sloveni, non allineati con Tito. Una svista, o una menzogna, ancor più imperdonabile se a sostenerla è il Rettore di un'università per stranieri.
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