Raccontare travisando la realtà Come un fatto raccontato faziosamente e parzialmente priva il lettore del suo diritto all'informazione per poter giudicare
Testata: Il Mattino Data: 24 dicembre 2002 Pagina: 3 Autore: un giornalista Titolo: «Due palestinesi uccisi dai soldati di Tel Aviv»
Come si legge nell'articolo, non si tratta di due comuni palestinesi, bensì di terroristi, pertanto l'omissione nel titolo di tale termine è scorretta e induce chi legge solo il titolo e non il pezzo a trarre valutazioni errate.
Anche nei giorni di Natale le città palestinesi rimangono sotto coprifuoco e strette nelle morsa dell'esercito israeliano.
Il coprifuoco è necessario in seguito ai recenti attentati suicidi i cui complici e mandanti provenivano da quelle città ora sotto stretta sorveglianza. Inoltre sono proprio gli israeliani a rimanere "stretti nelle morsa" del terrorismo palestinese: il loro intervento militare è dettato unicamente dalla difesa e dalla sicurezza dello Stato d'Israele contro gli attentati terroristici.
Ieri pomeriggio due palestinesi, militanti di organizzazioni armate,
più che militanti è corretto definirli terroristi
sono stati uccisi da una unità speciale israeliana a Burqin, nei pressi della città di Jenin. Testimoni hanno riferito che i due palestinesi - Shuran Suboh, di 28 anni, e Mustafa Kash, 27 anni
Quando si tratta di israeliani uccisi i loro nomi e generalità non vengono mai menzionati.Già, perchè ? E poi, di quali testimoni parla il giornalista?
erano alla guida di un trattore agricolo nella vallata di Burqin quando sono stati raggiunti dalle raffiche sparate da uomini a bordo di una automobile apparsa all'improvviso nella campagna. Entrambi sono stati raggiunti da numerosi colpi e sono morti all'istante.
Le dinamiche dei fatti, comunque scarse, non spiegano il titolo che cita i "soldati di Tel Aviv": chi sono e che cosa c’entra Burgin con la città menzionata dal titolo? Trattandosi di terroristi,e non di due operosi contadini, come vediamo di seguito, è lecito presumere che siano dediti a compiera attentati ai danni della popolazione israeliana.
Shuran Suboh era noto come un capo locale di «Ezzedin Al-Qassam», il braccio armato del movimento islamico Hamas,
in altre parole: movimento terroristica in stretto contatto con l’ANP di Arafat
ed era ricercato da tempo dall'esercito israeliano. Il secondo ucciso invece non figurava, secondo fonti locali, nella lista dei ricercati.
se non era un terrorista, allora era un complice, altrimenti non sarebbe andato in giro con il capo locale del gruppo terroristico. Ma da come i fatti vengono raccontati il lettore viene portato a dare un giudizio severo nei confronti di Israele, privo di tutti gli elementi per giudicare.
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