Radici Rai Tre, una vergogna
Commento di Deborah Fait
A destra: Iyas Ashkar
Conduttore Davide Demichelis
6/2/2022
Intervistato Iyas Ashkar, nato a Baka 37 anni fa
Già dalla prima inquadratura del video si può notare l'indecenza di quello che seguirà. Si vede infatti la cartina di Israele completamente attraversata da un nome : PALESTINA. A questo punto ho pensato che avrei fatto bene a prepararmi una tripla camomilla per sopportare quello che sarebbe seguito. Anche l'arabo scelto come guida di Demichelis attraverso le strade di Israele è stato scelto ad hoc: un uomo dal viso tranquillo, dalla voce calma e pacata, dalla lagna istantanea, il buon "palestinese" che soffre ma senza cattiveria, senza la violenza tipica, ma con dolcezza, mai una parola contro l'odiato Israele.
Tanti sottintesi e insinuazioni lamentose ma nulla più. Il tipico uomo che farebbe esclamare "Ma vedi come sono buoni e tranquilli questi palestinesi…" Iyas porta Demichelis nella sua casa di Baka, una bella casa lussuosa, dove vivono i suoi genitori e fratelli. È pronto il pranzo, una lunga tavola imbandita, secondo le parole dell'ospite, con cibi tipici palestinesi, che poi sono comuni nella maggior parte delle case israeliane sia degli ebrei che degli arabi o drusi perché sono i tipici cibi israeliani. La prima e più enorme bugia di Iyas è far credere di essere stato costretto ad andare a studiare medicina in Italia perché "Israele fa selezioni molto severe per gli studenti arabi". Questo significa mentire spudoratamente. Le università israeliane sono strapiene di studenti arabi che entrano senza selezioni, non solo, la maggior parte non deve nemmeno pagare le rette perché proveniente da famiglie numerose. Per entrare a medicina gli studenti di ogni gruppo etnico devono superare un difficile esame di ammissione, non tutti ce la fanno quindi vanno in Italia. Succede anche a molti studenti ebrei. Quindi meno bugie e meno lamenti, un po' di onestà non guasterebbe. Comunque il nostro Iyas non deve aver avuto un grande successo come medico visto che fa il ristoratore a Brescia. E ora veniamo al muro che divide Baka, sia Demichelis che Iyas ne parlano con espressione triste e cupa, il muro della vergogna, dicono. No, nessuna vergogna, la vergogna sono stati i numerosi attentati terroristici fatti dai palestinesi che venivano in Israele per ammazzare. La vergogna è non dire onestamente il motivo per cui Israele è stato costretto a costruire una barriera difensiva. Durante la seconda intifada sono stati ammazzati 1500 cittadini di Israele, di tutte le età, tutti noi correvamo il pericolo di saltare in aria da un momento all'altro, sia sugli autobus che nei mercati, che in ogni angolo delle nostre città. Quasi 10.000 persone sono rimaste ferite più o meno gravemente, alcuni sono rimasti disabili per la vita. E poi vi lamentate per il muro?
Ma vergognatevi e si vergogni chi ha organizzato un documentario così falso, facendo leva sull'abilità degli arabi di usare la Taqiya, l'arte del mentire. Ogni villaggio o città visitati durante il documentario, davano adito alle lamentazioni sulla fantomatica Palestina perduta. A Yafo, Giaffa, Yias non ha trovato più la casa di suo nonno, occhi lucidi e sospiri. Beh, nemmeno io posso più trovare la casa dei miei nonni in Istria e come me tanti che furono cacciati da quelle terre passate alla ex Jugoslavia, ma nessuno è andato a far saltare autobus o ristoranti. Iyas ha anche avuto il coraggio di dire, beata ignoranza, che un tempo gli ebrei della Palestina erano ebrei-arabi. Fandonia gigantesca. Prima del 1948 nel Mandato Britannico di Palestina (regione, non nazione), gli ebrei si chiamavano palestinesi differenziandosi da chi era semplicemente arabo. Naturalmente non poteva mancare la parola Nakba, catastrofe. Gli arabi del 1948, convinti a fuggire da Israele dai paesi che lo volevano distruggere, furono sistemati nei campi profughi dai loro fratelli arabi che rifiutarono di integrarli creando così il problema che ci affligge ancora oggi. Gli arabi palestinesi sono profughi dal 1948, unico caso al mondo, pesando sulle spalle della comunità internazionale e impedendo a Israele di vivere una tanto agognata vita tranquilla. Il desidero di Iyas? Che tutti i profughi vengano a vivere in Israele, uscendo dai paesi arabi che li tengono rinchiusi senza diritti civili, e che la Palestina "torni" ad essere uno stato laico e democratico, (ma se non è mai esistita, come fa a tornare ad essere? E anche democratica poi, scusate se mi viene da ridere) naturalmente dopo aver eliminato Israele. Insomma il buon Iyas, con quel viso di uomo tranquillo e pacioso, con la sua voce pacata, si è smascherato da solo, ha un solo desidero: distruggere Israele. Trovo scandaloso che la RAI che obbliga a pagare il canone, arrivi a rifilare agli italiani una così vergognosa propaganda contro Israele, calpestando l'etica giornalistica, senza il minimo senso del pudore.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"