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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Razza e colore 08/02/2022
Razza e colore
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Whoopi Goldberg travolta dalle critiche per una frase sull'Olocausto
Woopi Goldberg

Nel 2020, dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano che rimase per lunghi minuti sotto il ginocchio di un agente di polizia prima di morire per soffocamento, milioni di americani hanno scandito in coro “Black lives matter”. Questa reazione spontanea e, diciamolo, legittima, che riguardava soprattutto la violenza della polizia contro gli afroamericani, è rapidamente sfociata in scene di tumulti e saccheggi in tutti gli Stati Uniti. La polizia spesso lasciava perdere per non aggravare una situazione già esplosiva. Il movimento ha poi rapidamente varcato i confini e in segno di solidarietà simili proteste hanno avuto luogo in tutto il mondo, soprattutto nell'Europa dell'Est e in Scandinavia, dove il problema è quasi inesistente. Nel contempo, il fenomeno “Woke” incitava a far sentire colpevoli tutti i “bianchi”, non solo per la schiavitù, ma anche per quella macchia originale che hanno solo loro, ovvero il colore della loro pelle; i bianchi dovrebbero quindi compiere un atto di contrizione e di pentimento. Da questo, ad esempio, nasce una folle campagna volta a rivedere la storia attraverso questo prisma per condannare Cristoforo Colombo come “colpevole” di aver introdotto l'uomo bianco nel continente americano e attraverso di lui il flagello della schiavitù. La comunità afroamericana si chiude in una strategia da vittima, di cui esige l’esclusività.   L'attrice, autrice e oggi alta sacerdotessa dell’ideologia “Woke”, Woopi Goldberg, durante un programma sul canale ABC, ha negato l'esistenza di qualsiasi legame tra la Shoah e qualsiasi forma di razzismo sulla base del fatto che le vittime ebree e i loro carnefici nazisti erano entrambi bianchi. Ascoltiamola: “Siamo onesti su questo argomento, perché l'Olocausto non riguarda la razza. Si tratta della disumanità dell'uomo nei confronti dell'uomo. Ecco di cosa si tratta. Ma questi sono due gruppi di bianchi. È il modo in cui le persone si comportano le une con le altre. Sono dei bianchi che lo fanno ad altri bianchi.” Per lei il massacro di sei milioni di ebrei, uomini, donne e bambini è stato solo il risultato della disumanità dell'uomo nei confronti dell'uomo, niente di più o in ogni caso, il risultato di un conflitto tra due gruppi di individui appartenenti alla razza bianca.  Inutile dire che Woopi Goldberg non ha mai letto il Mein Kampf e la teoria della razza al centro della politica di sterminio, e forse non ne ha mai sentito parlare. In sostanza cosa sa lei della soluzione finale, delle atrocità di cui furono vittime gli ebrei, della politica genocida di Hitler?  Le sue dichiarazioni testimoniano una crassa ignoranza piuttosto che una forma di antisemitismo da cui lei si difende. Un'ignoranza che deve estendersi alla realtà dei campi di sterminio; come interpretare altrimenti l'uso di questo cliché che è “la disumanità dell'uomo nei confronti dell'uomo” del tutto privo di emozione. Non l’interessava minimamente il destino degli ebrei; l'importante era preservare il dogma che solo gli afroamericani possono affermare di essere vittime del razzismo. Probabilmente non è l'unica a pensarla così. Non resta che osservare le reazioni indignate dei suoi sostenitori per le due settimane di sospensione che gli studios le hanno inflitto.

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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