Se negli Usa assediare le sinagoghe diventa un diritto Commento di Daniel Mosseri
Testata: Libero Data: 03 febbraio 2022 Pagina: 12 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Negli Usa assediare le sinagoghe diventa un diritto»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/02/2022, a pag. 12, con il titolo 'Negli Usa assediare le sinagoghe diventa un diritto' l'analisi di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Jeffrey Sutton
Prima la beffa: a settembre una corte federale ha stabilito che le proteste inscenate davanti alla sinagoga della Beth Israel Congregation di Ann Arbor, in Michigan, non possono essere limitate in alcun modo perché la libertà dei dimostranti è tutelata dal Primo emendamento della Costituzione americana. Al giudice Jeffrey Sutton non importa che le manifestazioni con cartelli ora antisionisti ora antisemiti si protraggano da 18 anni ogni sabato. O che i querelanti, fra i quali una sopravvissuta allo sterminio nazista, abbiano dichiarato che le dimostrazioni da un lato interferiscono con la preghiera e dall'altro creano stress emotivo. Provate voi ad andare in chiesa ogni domenica con dei manifestanti che vi guardano in cagnesco dall'altro lato della strada per quasi due decenni. Nel depositare le motivazioni della sentenza, ricostruisce US News, il giudice Sutton ha eccepito che il rimedio proposto dalla parte querelante - 305 metri di distanza dalla sinagoga e limiti sui cartelli - violerebbe il Primo emendamento. Poi alla beffa si è aggiunto il danno quando in sede civile il giudice Victoria Roberts ha condannato i due querelanti a pagare 159mila dollari di spese legali dei dimostranti. Persone che per 18 anni hanno disturbato i fedeli ebrei di Ann Arbor con cartelli inneggianti alle mille tonalità dell'antisemitismo e dell'odio per Israele: «Il potere ebraico corrompe», «Il sionismo è razzismo», «Hey Donald, non avevi detto prima l'America?» ma anche «Israele non ha diritto a esistere» e «Basta film sullo sterminio». La giudice Roberts ha riconosciuto che cartelli di questo tipo ostentati «direttamente fuori da una sinagoga frequentata da sopravvissuti all'Olocausto con manifestazioni programmate per coincidere con il loro servizio religioso sono più diretti ai congregati privati che progettati per parlare di questioni di interesse pubblico». Ma poiché l'odio antisemita resta sul marciapiede opposto, l'ebreo insultato deve abbassare la testa e pagare, ha concluso la togata. La legge sarà pure uguale per tutti ma la sensibilità woke che ha pervaso l'America in anni recenti evidentemente no. Almeno non per gli ebrei. I querelanti hanno annunciato ricorso alla Corte Suprema. Il massimo tribunale della magistratura federale negli Stati Uniti dovrà dirimere il conflitto fra la libertà di espressione dei dimostranti e quello dei fedeli, sempre tutelato dal Primo emendamento, di potere pregare in santa pace.
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