gentile Deborah, Ho letto le bellissime lettere del 30.1 che mi trovano ovviamente pienamente d'accordo. A questo punto c'e' poco da aggiungere: i giovani israeliani prima delle loro idee politiche, devono essere pronti a difendere il proprio Paese, anche a costo della vita. Non devono dimenticare che se hanno un posto dove vivere in sicurezza lo devono a tutti i combattenti che sono morti dal 1948 in poi e pertanto degni del massimo rispetto. Mi conforta comunque, (non se ne parla mai, perche' ?) che le bellissime soldatesse israeliane sono piu' entusiaste ad arruolarsi, anche nei gruppi di combattimento, di tanti maschietti che forse preferiscono il benessere del mondo occidentale (piu' che legittimo, sia chiaro) ma rischiando poco o niente. Mi auguro di sbagliarmi. Con stima
Sandro Semsey
Gentile Sandro, Fare la Zavà (l'esercito) è sempre il dovere principale di ogni ragazzo o ragazza israeliani anche se oggi qualcuno tentenna perché tre anni sono lunghi e molti vorrebbero andare subito all'università e farsi una vita, come tutti i giovani del mondo occidentale. È normale e comprensibile ma la maggior parte sente ancora fortemente il richiamo dell'esercito e il dovere di difendere la patria. Per quanto riguarda le ragazze sono entusiaste, è vero, anche perché è da qualche anno che diventare "combattenti". Prima dovevano stare nelle retrovie per ovvi motivi: essere prese prigioniere, torturate, stuprate da un nemico spesso molto barbaro. Quando la legge è cambiata e hanno avuto il via libera si sono lanciate col massimo entusiasmo. Si, molte sono bellissime ma sono soprattutto molto brave, determinate e coraggiose. Un cordiale shalom