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Libero Rassegna Stampa
02.02.2022 Francia: Roubaix, da capitale della bici a capitale dell'islam
Commento di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 02 febbraio 2022
Pagina: 12
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Dalle bici alla mezzaluna Roubaix capitale islamica»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/02/2022 a pag.12, con il titolo 'Dalle bici alla mezzaluna Roubaix capitale islamica', il commento di Mauro Zanon.

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Mauro Zanon

Un élu français : « Dès que l'on parle de l'Islam, notre pays devient fou »
Per le strade di Roubaix

Dici Roubaix e pensi subito alla "regina delle classiche" del ciclismo su strada, alla Parigi-Roubaix, ai pavé, al fango, all"'inferno del Nord" da cui escono soltanto gli eroi, come l'italiano Sonny Colbrelli, attuale detentore del titolo. Ma negli ultimi tempi quando si parla di Roubaix, comune di 96mila abitanti situato a nord di Parigi, si pensa anche ad altro, ossia all'islamismo che si sta diffondendo a macchia d'olio in molti quartieri della città. II documentario realizzato dalla trasmissione "Zone Interdite", e intitolato "Face au danger de l'islam radical, les reponses de l'État", ha sbattuto in faccia a tutta la Francia la realtà dell'islamizzazione di Roubaix, dove trovare una macelleria tradizionale francese è ormai un miraggio perché quasi tutte sono halal e nei negozi si vendono bambole e pupazzetti senza volto, come l'orsacchiotto Hamza, il preferito dei bambini musulmani, perché ti insegna i versetti del Corano in maniera ludica (l'islam rigorista vieta la rappresentazione di creature umane o animali). «Per mostrare la verità siamo costretti ad utilizzare la telecamera nascosta», ha dichiarato ieri su Cnews la regista del documentario, Michaëlle Gagnet, prima di a: ungere: «Avrei preferito che un salafita potesse esprimersi, ci dicesse perché crede nell'islam rigorista (...) ma nessuno ha accettato».

LO SCANDALO Da quando è stato diffuso sul canale M6, domenica 23 gennaio, Roubaix è sulla bocca di tutti. Si parla del ristorante Le Familial, dove le donne mangiano in spazi separati dagli uomini (dopo la diffusione del documentario, è stato chiuso temporaneamente per ordine del prefetto), delle ragazze velate che pregano negli edifici pubblici nascondendosi sotto le scale, delle librerie islamiche dove si vendono libri che inneggiano al jihad, delle sette moschee, una delle quali è apertamente salafita e continua a predicare l'odio verso i "kouffars", gli infedeli, nel silenzio assordante del governo. Ma si parla anche dell'associazione Ambitions et Initiatives pour la Réussite (Aair). Finanziata dal sindaco Guillaume Delbar, sostenuto dalla République en marche (il partito di Macron), l'Aair, dedicata al sostegno scolastico, fa in realtà proselitismo islamista e dispensa corsi di Corano. «Da parte del sindaco, c'è una volontà politica di non agire. Per clientelismo. C'è l'80% di astensionismo a Roubaix. Gli eletti devono essere esemplari», ha dichiarato al Figaro Amine Elbahi, giovane giurista attivo nel sociale e nella lotta contro la radicalizzazione da quando la sorella, nel 2014, è partita a fare il jihad in Siria (attualmente è in una prigione curda). Elbahi, nel documentario, guida le telecamere di Zone Interdite per le strade di Roubaix, mostrando le conseguenze dell'islamizzazione rampante e puntando il dito anche contro l'intera comunità musulmana francese che non fa abbastanza per contrastare queste derive: «Dobbiamo essere franchi. Non possono essere solo i francesi bianchi a parlare di questo tema, i musulmani di questo Paese devono svegliarsi». Questo ragazzo di 25 anni, dalla scorsa settimana, riceve sul suo telefono e sui social minacce di decapitazione per aver partecipato al documentario, ed è attualmente sotto scorta. Sotto protezione della profezia è finita anche la presentatrice della trasmissione Zone Interdite, Ophélie Meunier. «Senza una reazione, non ci sarà più nessun reportage né inchiesta sull'islam radicale», ha tuonato Richard Malka, storico avvocato di Charlie Hebdo. «Senza sostegno, quale animatore televisivo, quale canale, un domani, accetterà di affrontare nuovamente questi temi? Quale testimone coraggioso oserà parlare a volto scoperto come ha fatto il signor Elbahi in questo reportage? Quest'uomo, che difende una visione umanistica dell'islam, dovrebbe essere sostenuto all'unanimità. E invece si ritrova solo al mondo», ha aggiunto.

ZEMMOUR Secondo Eric Zemmour, candidato di Reconquête alle presidenziali, «questo è ciò che succede quando mostri al popolo francese l'islamizzazione del nostro Paese». La scorsa settimana, sul Figaro, ha pubblicato una lettera aperta per dire che i talebani e l'Afghanistan sono molto più vicini di quanto si possa pensare, sono «a due ore da Parigi». «La verità sta avanzando a gran velocità - afferma Zemmour - e smascherando il negazionismo dei censori, dei media, degli ideologi e dei professionisti del politically correct, di tutti coloro che rifiutano di vedere».

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