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Macron e il ‘ritorno' dell'antisemitismo
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
Ma guarda un pò! La questione ebraica diventa un fattore della campagna presidenziale. Il presidente Emmanuel Macron, che a detta di tutti sta per annunciare ufficialmente la sua candidatura ad un secondo mandato, ha appena dichiarato di rammaricarsi del fatto che la lotta all'antisemitismo sia, queste le sue precise parole, “purtroppo tornata di attualità, perché i venti cattivi soffiano di nuovo.” Siamo certi che gli ebrei stessi si rammaricano per il fatto che lui non se ne sia reso conto prima. E soprattutto, devono anche chiedersi cosa intendesse dire esattamente. “Tornata di attualità”, questa lotta? Ma allora significa che ormai apparteneva al passato? Che era diventata irrilevante? In pratica superata, come se l'antisemitismo fosse scomparso durante il quinquennio che sta per concludersi? Comunque sia, è poco probabile, vista la costanza se non l'aumento di “incidenti” e di “inciviltà”, per non parlare delle violenze di natura antisemita. Segno dei tempi, mercoledì 26 gennaio, il quotidiano Le Parisien mette in prima pagina il seguente titolo: “Antisemitismo, vivere ogni giorno nella paura” e dedica due pagine all’inchiesta della molto rispettabile IFOP (Società francese di sondaggi d’opinione, fondata nel 1938), pubblicata lo stesso giorno, che rivela la portata dell'antisemitismo in Francia. Un'indagine dal titolo evocativo: “Radiografia dell'antisemitismo in Francia – 2022.” che si può leggere cliccando sul seguente link: https://www.fondapol.org/etude/radiographie-de-lantisemitisme-en-france-edition-2022/
Il candidato Macron ha trovato il tempo di leggere questo sondaggio che sicuramente i suoi servizi gli hanno comunicato? È d'accordo con le sue conclusioni? Per il 48% dei francesi in generale e per il 45% degli ebrei francesi, le “idee islamiche” sono una delle due principali cause dell’antisemitismo. Non vi è niente di sorprendente. Se lui verrà rieletto, si impegnerà su questo punto più di quanto abbia fatto durante i cinque anni del suo primo mandato? Una gestione più controllata degli istituti islamici? Controllo e, se necessario, blocco di decine, persino centinaia di canali e di radio islamiche che riversano i loro messaggi di odio giorno e notte? Fare lo stesso con i sermoni infiammati del venerdì nelle migliaia di moschee e luoghi di culto clandestini disseminati nel territorio? Come minimo rafforzare il monitoraggio delle persone sospettate di far parte di gruppi che potrebbero minare la sicurezza dello Stato, e che sono registrate nei cosiddetti FILE S? Un insieme di queste azioni combinate? Ma veniamo a quella che, secondo questo sondaggio, è per il 62% di tutti i francesi l'incredibile, la sorprendente prima causa dell'antisemitismo: il rifiuto di Israele . E innanzitutto, questo laureato delle grandi scuole che è il presidente francese, si chiederà come mai si sia potuto arrivare a questo? Qual è stato, qual è il ruolo del Quai d'Orsay, che non perde occasione di puntare il dito contro lo Stato ebraico e sotto la cui guida, la Francia vota regolarmente le risoluzioni presentate contro Israele in tutte le istanze internazionali? E come corollario, in quanto Capo di Stato negli ultimi cinque anni, qual è la sua quota di responsabilità? Potremmo allora azzardarci a pensare che i “rimpianti” espressi per questo presunto “ritorno”dell'antisemitismo, alla ribalta di una scena che purtroppo non ha mai abbandonato, siano legati a delle mere considerazioni elettorali, e ad un'altra lotta, quella che contrappone i veri candidati a quelli presunti per la medaglia d'oro della lotta contro questi “venti cattivi che soffiano di nuovo”?
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