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Il Giornale Rassegna Stampa
30.01.2022 Moschee a Milano: ecco la situazione
Cronaca di Alberto Giannoni

Testata: Il Giornale
Data: 30 gennaio 2022
Pagina: 6
Autore: Alberto Giannoni
Titolo: «'Moschee, diritti e sicurezza': le condizioni del centrodestra»
Riprendiamo dal GIORNALE - Milano di oggi, 30/01/2022, a pag. 6, con il titolo " 'Moschee, diritti e sicurezza': le condizioni del centrodestra " il commento di Alberto Giannoni.

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Alberto Giannoni

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Non solo «no». Mentre Palazzo Marino si appresta a varare il nuovo bando sulle moschee, l'opposizione non si limita alla contestazione dei provvedimenti altrui. A dispetto della narrazione avversaria, il centrodestra non ha un atteggiamento di chiusura totale sul tema. Non lo aveva quando era maggioranza, e anche ora - insieme a una ovvia attenzione per gli aspetti «problematici» che la questione presenta - conserva la disponibilità a ragionarne nel merito. «Noi riconosciamo il diritto di culto - spiega Riccardo Truppo, neo consigliere di Fdi, ex presidente della commissione Sicurezza di Zona 2, la più coinvolta dal bando - Daremo battaglia dal punto di vista urbanistico». «L'aspetto principe è evitare di creare ghetti - spiega Truppo, che aveva presentato 18 osservazioni sulla moschea in via Esterle - in via Padova si sta creando una concentrazione eccessiva di luoghi fra regolari e irregolari, mai affrontati come problema. Io mi metto nei panni del sindaco, sono diritti essenziali, non li puoi comprimere, ma ci sono aree più adatte. La moschea accanto alla Fondazione Prada avrebbe più senso». «Poi c'è il tema del coinvolgimento della cittadinanza. I cittadini in via Esterle non ne sanno niente. Si deve avviare un dibattito pubblico». Infine la questione degli interlocutori. «Non ne è stato individuato uno che garantisca requisiti minimi di trasparenza, organizzazione, finanziamenti». Sul tema dei soldi è intervenuta anche Forza Italia.

Il capogruppo Alessandro De Chirico, che si è detto favorevole al bando, spiega: «Credere che i 72mila islamici residenti a Milano siano tutti terroristi è l'errore più grande che possiamo commettere, con il rischio che il radicalismo fondamentalista trovi terreno fertile e dilaghi tra chi si sente escluso. Con i giusti controlli (esempio il registro degli imam) i centri culturali e le moschee sparse sul territorio possono essere l'argine che pongono fine alla violenza. Servono interlocutori rappresentativi e riconosciuti dalle comunità. Vanno intensificati i rapporti con i consolati». Il proliferare dell'islam politico pone problemi di compatibili capogruppo regionale azzurro Gianluca Comazzi ha individuato un documento che potrebbe rappresentare un riferimento: «Le comunità religiose - chiede - sottoscrivano la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue, in cui viene chiesto tra le altre cose di garantire il rispetto per le donne e per le libertà fondamentali degli individui». Sul tema degli interlocutori e dei «diritti» si esercita anche la leghista Deborah Giovanati, che chiede «un gruppo di lavoro che stili un protocollo di interventi a più livelli: giovani, carceri, scuole, luoghi di culto per la prevenzione della radicalizzazione islamica. In diversi paese europei, esempio in Svizzera, vengono condotte anche a livello di scuola e quartiere attività di informazione costante sulla radicalizzazione». Giovanati chiede «un protocollo chiaro» che fornisca «tutti gli strumenti di controllo dei flussi di denaro con Paesi ostili o associazioni indicate sulle black-list in Europa». «Quindi prima di mandare fuori un bando di questo genere - avverte - è necessario fare questo passaggio e questo anche a tutela delle tante comunità islamiche principali "vittime" dell'islamismo politico». «Non è il Comune deputato al controllo del contenuto dei sermoni - precisa - ma deve essere il promotore di tutte le azioni necessarie di controllo».

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