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Il Mattino Rassegna Stampa
22.12.2002 Una articolo incompleto e scorretto
Il giornalista, Giorgio Raccah, viene meno ai suoi doveri di giornalista

Testata: Il Mattino
Data: 22 dicembre 2002
Pagina: 1
Autore: Giorgio Raccah
Titolo: «ANCORA SCONTRI IN MEDIO ORIENTE, TRISTE NATALE A BETLEMME»
Il giornalista scrive:

L’esercito israeliano ha di nuovo diviso ieri in tre settori la striscia di Gaza - dove una bambina di 11 anni è stata uccisa dal fuoco dei soldati- reagendo così, come già altre volte in passato, all’uccisione di un colono il giorno prima in un insediamento nell’area.


L'introduzione è scorretta: bisogna illustrare i fatti così come si sono svolti anziché presentare subito le conseguenze dell’accaduto.
I coloni sono persone. Omettendo di spiegare come sono andate le cose, mettendo solo in risalto il ruolo "vendicativo" di Israele, Giorgio Raccah viene meno ai suoi doveri di giornalista.

La misura dovrebbe essere temporanea. La divisione della striscia è stata ottenuta interrompendo le arterie stradali che collegano il sud col nord della striscia per mezzo di sbarramenti di vario tipo. La striscia è stata grosso modo così divisa: la prima fascia va dal confine con Israele fino a sud della città di Gaza; la seconda dai campi di Nusseirat ed El Bureij fino a sud di Deir El Balah; la terza da nord di Khan Yunis fino al confine con l'Egitto. L’impossibilità di spostarsi in automobile da una fascia all’altra è completa.
Perchè l'adozione di tali misure?
Un portavoce militare ha detto che la divisione della striscia è stata imposta al fine di impedire lo spostamento di uomini armati e traffici di armi e munizioni.
E' dunque chiaro il motivo. Data l’impossibilità, sempre più evidente, da parte della sicurezza israeliana di far fronte a dei terroristi che, con ogni mezzo, cercano di infiltrarsi nelle città per far fuori gli abitanti israeliani, le misure di sicurezza sono il minimo. Ma per il giornalista questa cosa non sembra molto importante.

Comunque è bene ricordare che:

Lo spostamento di automezzi imposto da necessità umanitarie, ha assicurato, non sarà ostacolato.
Intanto, una bimba di 11 anni, Abu Sibta, è stata uccisa in un mitragliamento israeliano alla periferia nord di Rafah mentre camminava su una strada vicino all’insediamento di Moraq. Sembra che da una postazione dell'esercito sia stato aperto il fuoco per motivi ignoti contro alcune abitazioni di Rafah, colpendo la bambina.
"Sembra che..", "per motivi ignoti.." e termini simili sono tutt’altro che esempio di corretta informazione giornalistica: in questo caso, per esempio, il giornalista non si preoccupa di domandarsi per quale motivo e in quali circostanze l’esercito israeliano avesse aperto il fuoco.
Due giorni fa era stata uccisa un’altra bimba della stessa età, Nada Madi, colpita dal fuoco dei soldati mentre era affacciata a una finestra della sua abitazione nel rione di Shabura, nella zona nord di Rafah.
Nemmeno qui le dinamiche sono chiare; non ci è nemmeno dato sapere se la bambina fosse stata uccisa per errore o che dietro alla vittima ci fossero dei terroristi nascosti. La cosa, infatti, è risaputa: i bambini palestinesi sono da sempre usati come scudo per i terroristi, pur di dare l’immagine di Israele "aggressore" e senza pietà.
Inoltre fonti militari hanno comunicato che due attivisti della Jihad islamica,

Se non sono "attivisti" cosa sono? "passivisti"? Essendo la Jjhad islamica un’organizzazione terroristica che ha come obiettivo la distruzione di Israele, perchè non chiamarli con il loro vero nome e cioè: terroristi?

che avrebbero ammesso di aver ucciso venerdì il rabbino Yitzhak Arameh della colonia di Nezer Hazani, sono stati arrestati a Deir El Balah e le loro case sono state distrutte.
Che l’avessero ammesso non significa che reputassero l’uccisione del rabbino un’azione gravissima. È’ anche importante notare che questi terroristi sono stati arrestati e non uccisi, come invece avviene nella "giustizia" palestinese. Inoltre, se le loro case sono state distrutte, c’è sicuramente un motivo. Armi terroristiche nascoste, per esempio
E mentre continuano gli scontri la città di Betlemme, isolata e sotto occupazione militare,

Due parole sbagliate: la città non è isolata dal momento si può benissimo entrare ed uscire; e il coprifuoco serve solo a garantire sicurezza all’interno della città. E "occupazione" è un altro termine scorretto: l’esercito israeliano si trova nella città per motivi difensivi e di sicurezza, pertanto non si tratta di conquistare nuovi territori: non è certo questo lo scopo di Israele.

a pochi giorni dal Natale resta immersa in un clima funereo e lo spirito festivo che in anni passati aveva sempre animato la città appare questa volta completamente assente. Le strade sono prive di luminarie e di decorazioni natalizie e nella Piazza della Mangiatoia non c'è il tradizionale albero di Natale. In seno alle Chiese, stando a fonti informate, starebbe emergendo la decisione di limitarsi ai soli riti religiosi, rinunciando a ogni manifestazione esterna di festa per non differenziare Betlemme - dove peraltro solo il 35% degli abitanti sono cristiani - dal resto delle città palestinesi.
Purtroppo non è possibile fare altrimenti: gli ultimi terroristi kamikaze provenivano proprio da questa città. Però, ribadiamo, nulla è stato ostacolato nei confronti della Chiesa, dal momento che le funzioni religiose sono sempre state regolari.
Sul piano politico, l'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha criticato gli Stati Uniti sia per aver posto ieri il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che condannava Israele per la recente uccisione di tre dipendenti delle Nazioni Unite,
Ricordiamo che l’assemblea generale dell’ONU ha, nella sua maggioranza, molti paesi arabi, pertanto è logico che ogni azione compiuta da Israele venga criticata e condannata.

sia per il rinvio della presentazione della cosiddetta «road map» (tracciato stradale) di un piano di pace destinato a portare alla nascita di uno Stato palestinese nel 2005.

La presentazione della Road Map è stata rinviata su decisione di Sharon e accolta da Bush, dal momento che è controproducente ritirare le truppe israeliane dalle zone ad alto rischio terroristico. Finchè il terrorismo continua a prosperare, costituire un piano per la pace Israele-Palestina è praticamente impossibile.
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