Come la finanza islamica cambia gli equilibri in Europa Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 25 gennaio 2022 Pagina: 4 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Dai sauditi sul Ft al miliardo del Qatar: i soldi della Umma»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/01/2022, a pag. 4, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo "Dai sauditi sul Ft al miliardo del Qatar: i soldi della Umma".
Giulio Meotti
Roma. "In Arabia Saudita la creatività è in piena espansione: dal fashion alla letteratura, i settori culturali del regno crescono del 13 per cento ogni anno. Nell'ambito della Saudi Vision 2030, il regno sta investendo continuamente per rafforzare la sua importanza culturale nella regione. Guarda per scoprire come la rinascita culturale dell'Arabia Saudita sta aprendo le porte a un mondo di opportunità per le giovani generazioni". La grottesca velina dei guardiani della Mecca e Medina non è su qualche brochure delle ambasciate saudite in Europa, ma sul sito del Financial Times, sotto il titolo "Rinascimento culturale in Arabia Saudita". I sauditi, infatti, sono diventati "partner content" del grande giornale della City e hanno una sezione a pagamento dove possono pubblicizzare le proprie meraviglie. Dietro la campagna c'è il King Abdulaziz Center for World Culture, noto come Ithra.
Documenti appena scoperti dal Middle East Forum rivelano invece come un altro regime mediorientale, il Qatar, avrebbe elargito quasi un miliardo di dollari per esportare l'islam. Distribuiti attraverso la Eid Charity, i fondi sono andati a 288 organizzazioni islamiche per un totale di oltre 770 milioni di dollari. Nel Regno Unito, l'Eid Charity ha distribuito due milioni all'AZ Muntada Al Islami Trust, un ente di beneficenza salafita. 600 mila dollari sono stati forniti all'Emaan Trust di Sheffield per la costruzione della sua moschea. 6,3 milioni a Help the Needy, un'organizzazione musulmana con sede a Londra. In Francia, il Qatar ha donato enormi somme alle principali istituzioni della Fratellanza musulmana, come l'Institut Européen des Sciences Humaines, che ha ricevuto 470 mila dollari. E 457 mila dollari per la costruzione di un centro islamico nella città di Villeneuve-d'Ascq. In Svezia, l'Eid Charity ha donato 1 milione alla moschea Al Rashideen, mentre la moschea di Örebro ha ricevuto 2,4 milioni. In Germania, l'Eid Charity ha donato 400 mila dollari all'Arabischer Kulturverein (Associazione culturale araba), nota come la moschea Al Muhsinin. Nei Paesi Bassi, un contributo di 1,1 milioni è andato alla moschea Al Furgan di Eindhoven. In Svizzera, lo Swiss Islamic Shura Council ha ricevuto 208 mila dollari. E domenica sera il programma Zone Interdite ha portato le sue telecamere a Roubaix, 100 mila abitanti, 40 per cento dei quali di fede musulmana. Ne viene fuori un quadro sconvolgente su come questo flusso di denaro impatta sulla vita di una città francese (uno degli imam più in vista di Roubaix, Abdelmonaim Boussenna, è uscito dalla scuola Averroé di Lilla, finanziata dal Qatar). Uomini che non stringono la mano alle donne, preghiere islamiche per strada, veli integrali ovunque, librerie e macellerie islamiche a ogni angolo delle strade, negozi che vendono niqab, peluche e libri per bambini senza volto - perché nell'islam è vietato -, ristoranti con aree riservate alle sole donne, sindaci collusi con il proselitismo islamico, lezioni di Corano e di arabo nelle scuole... A questo servono tutti quei soldi. A cambiare volto all'Europa.
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