La strategia dello pseudo Re Magio Arafat vuole celebrare le feste cristiane per sostenere l'Anp
Testata: Libero Data: 19 dicembre 2002 Pagina: 12 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «L'ISLAMICO ARAFAT ARRUOLA ANCHE LA MESSA PER LA CAUSA»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero giovedì 19 dicembre 2002. I più disincantati la chiamano "strategia dello pseudo Re Magio". Da due anni, da quando è iniziata la sanguinaria Intifada Al Aqsa, il rais dell'Anp Yassir Arafat la mette in scena. Usando per comprimari più o meno consapevoli preti e suore cristiani di Betlemme. Che poi sono più o meno gli ultimi rimasti di quella religione nella città dove nacque Gesù, dato che la popolazione cristiana a Betlemme da quando è sotto l'amministrazione dei palestinesi si è ridotta al 5% (da quasi il 46%) grazie alle persecuzioni e ai taglieggiamenti dei terroristi islamici. Categoria cui appartengono anche la maggior parte di quelli che la stampa e la tv italiana eufemisticamente definiscono "i miliziani" di Arafat. Eppure sono in molti in Europa e Medio Oriente a prestare fede a questa sceneggiata di Arafat che, per inciso, non è nè cristiano nè cattolico neppure lui. Ma l'uomo è una volpe feroce e i suoi supini ammiratori spesso finiscono per fare la classica figura degli sprovveduti. Come capitò l'anno scorso di questi tempi a diverse tv italiane che credettero alle parole del proconsole dell'Anp a Roma Nemer Hammad che dipingeva Betlemme come una città senza luci elettriche a causa dell'assedio dell'esercito israeliano. Assedio per inciso unicamente diretto a quelle strutture del terrore che solo pochissimi giorni fà proprio da Betlemme hanno indirizzato a Hebron un kamikaze che ha ucciso undici ebrei. Per tutto novembre e la prima metà di dicembre del 2001, andò in onda su alcune tv nazionali e private la campagna per ridare "le luci a Betlemme", una raccolta fondi per ripristinare l'energia elettrica Betlemme. Con aspetti tragicomici: persino l'Enel mandò dei tralicci dell'alta tensione che sono da allora fermi alla dogana di Gerusalemme, in attesa che qualcuno di gran buona volontà li riporti in Italia. Magari senza dare tanta pubblicità alla gaffe. Un bel giorno qualcuno del ministero degli esteri di Israele munito di telecamera andò a Betlemme e riprese negozi e vetrine illuminati, case con tante luci accese e nulla di vero, ovviamente, quello che andava dicendo da settimane in tv Nemer Hammad. Due giorni dopo, l'11 dicembre 2001, la campagna di raccolta fondi per le luci di Betlemme venne bruscamente annullata in diretta tv. Quest'anno il testimone per la propaganda natalizia di Arafat sembra averlo preso il vaticanista de "La stampa" Marco Tosatti che in un articolo pubblicato lunedì scorso ha solennemente deprecato i divieti israeliani contro Arafat e ha dato voce ad alcune suorine in vena di metafore antisemite che hanno per l'occasione rispolverato il mito del re Erode, rivisto e scorretto per Sharon e il suo governo. Nell'articolo venivano riportate dichiarazioni attribuite a tale suor Silvia, che però proprio ieri ha smentito con persone del luogo (tra cui Deborah Faith) di avere mai pronunciato quelle frasi. Speriamo che l'esperienza negativa di Costanzo dissuada altri giornalisti a farsi corifei dell'indignazione anti israeliana per il "triste Natale del povero Arafat". Potrebbero doversi pentire di tanta avventatezza. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio plauso alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.