Israele ha ripetutamente protestato contro i discorsi e le manifestazioni antisemite del regime iraniano, tra cui in particolare il concorso annuale di caricature che organizzava il presidente Ahmadinejad e la negazione della Shoah. Eppure in Europa si resta indifferenti. Molte persone rispondono che questo non è antisemitismo ma antisionismo. Un antisionismo però spinto all'estremo, visto che gli iraniani si oppongono all'esistenza stessa di Israele e ne invocano apertamente la distruzione senza neppure spiegare a fondo il perché: in quanto elemento estraneo nella terra dell'Islam? Per sostenere la causa palestinese? Eppure, continuano a sostenere di non avere nulla, assolutamente nulla, contro gli ebrei e che l'antica comunità ebraica - che ha perso tre quarti dei suoi membri dopo la caduta dello Scià e con l'ascesa degli Ayatollah - beneficia di “quasi” tutti i diritti di cui godono gli altri cittadini. A proposito, non c’è forse un altro Paese ad essere minacciato dall'ira di Teheran? Un paese musulmano? È l'Arabia Saudita, capofila dell'Islam sunnita e del fronte pragmatico dei Paesi del Golfo contro le aspirazioni egemoniche degli Ayatollah. A peggiorare le cose, è sul suo territorio che si trovano i due luoghi più sacri dell’Islam, Medina e soprattutto La Mecca, che attira ogni anno decine di milioni di pellegrini. Ciò conferisce alla monarchia saudita un prestigio senza pari. Gli iraniani dunque vorrebbero anche distruggere un Paese dell'Islam? Niente affatto, spiegano in coro. Vogliono solo sbarazzarsi della monarchia e sostituirla con un regime sciita. Questo senza dubbio spiega le osservazioni sorprendenti di recente rilasciate dal Comandante in Capo della Marina delle Guardie Rivoluzionarie. Il Commodoro Alireza Tangsiri, un esperto militare e veterano della Guerra tra Iran e Iraq, è al timone della marina del suo Paese dall'estate del 2018. Ha attaccato direttamente la famiglia reale saudita con un argomento ben preciso: Abdelaziz bin Abdul Rahman, il fondatore della dinastia, meglio conosciuto come Ibn Saud o “il Re Saud”, non era un arabo e tanto meno un musulmano! Lui, i suoi fratelli, figli, nipoti e pronipoti – compreso l'attuale sovrano Salman bin Abdulaziz Al Saud e il principe ereditario Mohammad bin Salman – sono in realtà discendenti delle tribù ebraiche che combatterono contro il profeta Maometto. “Non possiamo sopportare di vedere in un Paese musulmano l'ingiustizia perpetrata dai sionisti e dal seme degli ebrei”, è sbottato in preda alla furia il Commodoro Tangsiri. “Il clan Saud è davvero musulmano? Questi sono gli stessi ebrei che erano in Arabia a quel tempo.”