Afghanistan: bambine vestite da maschi per evitare i divieti Commento di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 16 gennaio 2022 Pagina: 24 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «La via afgana alla parità: travestire le bimbe da maschi per evitare i divieti»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/01/2022, a pag. 24, con il titolo "La via afgana alla parità: travestire le bimbe da maschi per evitare i divieti", il commento di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Nell'Afghanistan dominato dai talebani, e dalla fame, per una famiglia avere un figlio maschio può voler dire tutto, in molti casi perfino la sopravvivenza. Può significare due braccia in più per il lavoro, una maggiore considerazione nella società, un occhio di riguardo da Allah. Allevare solo figlie femmine invece è una disgrazia, un «dokhtar zai», ed è per tale motivo che negli ultimi mesi, dalla fuga degli americani in poi, è tornata in auge un'antica usanza popolare mai completamente perduta, quella di vestire le bambine da bambini, di trasformarle all'apparenza in un maschio che possa fare tutto ciò che alle femmine è proibito. In lingua dari chiamata «bacha posh», letteralmente «vestito da ragazzo», tale pratica ricorda quella detta «burrnesh» in uso anticamente in Albania (di cui magari qualcuno avrà sentito parlare per via del film Vergine giurata), che permetteva a una donna che si vestiva e si atteggiava da uomo di godere degli stessi diritti spettanti al genere maschile, compreso quello di fumare e bere alcol. In Afghanistan ovviamente tale ultima prerogativa è vietata dalla sharia sia alle donne che agli uomini, ma almeno la ragazza bacha posh può indossare i pantaloni e studiare, si taglia i capelli corti, aiuta il padre nel lavoro, fa la spesa e gioca con gli altri ragazzi. Difficile poi che una condizione così privilegiata venga abbandonata definitivamente una volta raggiunta la pubertà, così come richiede la tradizione. Alcune, quelle che hanno raggiunto maggiore fiducia, decidono di rimanere in una sorta di fluid gender dettato dalle necessità, sfidando i limiti imposti dalla società patriarcale e dai nuovi retrogradi padroni del Paese.
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