Testata: Il Sole 24 Ore Data: 16 gennaio 2022 Pagina: 7 Autore: David Bidussa Titolo: «A Wannsee i tempi e i modi dello sterminio»
Riprendiamo dal SOLE24ORE/DOMENICA di oggi, 16/01/2022, a pag.7 con il titolo "A Wannsee i tempi e i modi dello sterminio" il commento di David Bidussa.
David Bidussa
La villa della conferenza a Wannsee
Intorno alla conferenza di Wannsee (20 gennaio 1942) si è diffuso un mito: il fatto che improvvisamente, quel giorno, nei pressi di Berlino, nel sobborgo di Zehlendorf, in una tenuta con villa, in una stanza di medie proporzioni con ampie finestre sul parco, in un habitat di relax e uno scenario da «fine settimana altoborghese», tredici persone si riuniscono e decidono se compiere o no lo sterminio degli ebrei. Non andò così. Tutti, in quella stanza, erano già d'accordo sullo sterminio: ciò di cui discutono sono i tempi, i modi e chi si assume l'onore di metterlo in atto. Lo testimonia il verbale riassuntivo di quella riunione, l'unico documento finora trovato. La riunione, anche questo è un dato significativo, non occupa tutta la giornata, ma si risolve in 90 minuti tra saluti preliminari, offerta di caffè e momenti di intrattenimento, poi tutti a pranzo. Lo scontro è tra la l'Ufficio centrale della sicurezza del Reich, rappresentato da Reinhardt Heydrich (colui che ha convocato la riunione) e Adolf Eichmann, e, dall'altra parte, gli alti gradi delle strutture dell'Esercito, il responsabile del Governatorato generale (ovvero la zona conquistata a Est tra Germania e Urss), i delegati dei ministeri (Esteri, Interni, Giustizia). L'Ufficio centrale della sicurezza del Reich punta a una politica di immediatezza che soprattutto miri a sradicare la presenza ebraica su tutto íl territorio amministrato (Est Europa, Europa Occidentale, Europa balcanica, paesi scandinavi), per poi riservare un secondo momento ai Paesi ancora non controllati (tra questi: Italia, Gran Bretagna, Turchia, Spagna, Svizzera). Gli altri sono più scettici e intendono agire solo nei territori già conquistati e con ritmi meno accelerati. La Conferenza si chiude senza una decisione sostanziale sul quando, ma diventa ufficiale il come: dalle fucilazioni di massa si passa al gas. Il 15 febbraio 1942 un primo convoglio di ebrei in partenza dalla Slesia arriva ad Auschwitz per la gassazione immediata. È un test. Nelle stesse settimane si allestiscono i luoghi dello sterminio: Chelmno, Belzec, Sobibór, Treblinka. Il tutto si avvia lentamente. L'estate 1942 segna una trasformazione: il blocco dell'avanzata dell'esercito tedesco e l'inizio del ripiegamento modificano le priorità. Quelli che a Wannsse erano più scettici sui tempi, diventano più solerti; quelli che erano più radicali sulla quantità pensano che importante è il risultato che si può portare a casa subito. Per tutti l'obiettivo della guerra, non essendo più la vittoria, diventa realizzare lo sterminio il più rapidamente possibile. E importante fissare un numero. Alla fine di questo periodo ancora incerto di preparativi (primavera 1942) l'80% degli ebrei che perderanno la vita durante lo sterminio è ancora in vita.
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