Gravidanza per altri: in Israele è legge Cronaca di Antonella Mariani
Testata: Avvenire Data: 13 gennaio 2022 Pagina: 1 Autore: Antonella Mariani Titolo: «Utero in affitto Israele, surrogata anche per gay e transessuali»
Riprendiamo oggi 13/01/2022, da AVVENIRE - E' vita, a pag. 1, la cronaca di Antonella Mariani dal titolo "Utero in affitto Israele, surrogata anche per gay e transessuali".
Da questa settimana anche le coppie dello stesso sesso, i single e i transessuali potranno accedere alla maternità surrogata entro i confini del Paese. Accade in Israele, dove la battaglia ormai decennale dei movimenti Lgbt è arrivata al capolinea. Vittoriosa. Così «mettiamo fine all'ingiustizia e alla discriminazione», ha esultato il ministro della Sanità Nitzan Horowitz, esponente della comunità gay israeliana, accogliendo, il 4 gennaio, il parere della Corte Suprema. La legge che autorizza la Gpa (Gravidanza per altri) per le coppie eterosessuali sposate e con accertati problemi di sterilità è del 1996. Nel 20181a platea fu allargata alle donne single infertili. Già nel 2010, e, dopo una prima sconfitta, ancora nel 2015, una coppia omosessuale maschile, supportata dalla lobby Lgbt, si rivolse a un tribunale per avere accesso alla Gpa. Nel febbraio 2020la Corte Costituzionale decretò che la legge era incostituzionale, concedendo al Parlamento un anno di tempo per rimediare alla «discriminazione». Ci fu poi una proroga di sei mesi fino al luglio 2021, quando infine la Corte stabilì che tutte le restrizioni dovessero cadere all'inizio dell'anno nuovo. E così è stato, nonostante l'opposizione nella Knesset, il Parlamento israeliano, dei partiti ultraortodossi e di estrema destra. Le coppie gay quindi ora potranno assumere donne israeliane per intraprendere gravidanze per conto loro. La domanda interna è massiccia: fece scalpore, nel 2015, la decisione del governo israeliano di inviare in Nepal un aereo per mettere in salvo rapidamente le coppie israeliane (in gran parte omosessuali) e i loro neonati su commissione, rimasti coinvolti in un disastroso terremoto. Questa vicenda diede fiato a chi segnalava presunte discriminazioni nei confronti delle coppie omosessuali, costrette a migrare all'estero per esaudire il «diritto» a un figlio. Negli scorsi anni anche l'allora ministro della Giustizia, appartenente al partito Likud e gay dichiarato, aveva avuto un figlio ricorrendo alla maternità surrogata. Tra l'altro le destinazioni tradizionali per gli israeliani (India, Nepal e Messico) non sono più raggiungibili perché hanno «chiuso» agli stranieri, e quindi le coppie gay si dirigevano in Canada e Stati Uniti, con costi esorbitanti. Anche questo elemento potrebbe aver avuto un peso nella determinazione della Corte Suprema. In ogni caso, raggiunto l'obiettivo della Gpa «egualitaria», già si apre un altro fronte: uno dei gruppi per i diritti Lgbt, Aguda, ha annunciato infatti che la lotta proseguirà per eliminare ogni «discriminazione» nell'adozione e nei diritti matrimoniali. La strada è aperta.
Per inviare a Avvenire la propria opinione, telefonare: 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante